Rapporto difficile con mia madre e altri problemi

gentili dottori, vi scrivo per una cosa che ieri sera mi ha dato fastidio e mi ha fatto dormire poco. ieri sera mi sono alzata e sono andata un po' in soggiorno a perdere tempo con il cellulare (in questo periodo sono un po' alla ricerca di me stessa e quindi sensibile/suscettibile e soprattutto voglio sentirmi libera), prontamente sento mia madre che urla (mia madre è sempre arrabbiata) perché pensa che sono al computer. ovviamente la cosa mi dà fastidio perché non ero al pc e soprattutto mi scatta una cosa dentro, come se mi fossi sentita privata della mia libertà e di fare quello che voglio, mi sono sentita un po' una bambina che non può fare quello che vuole perché ci sono delle regole imposte da mia madre e dagli adulti. non è la prima volta che ho questa sensazione. purtroppo sono circondata da amici molto liberi e spesso ho un conflitto con una mia amica in particolare che è il mio contrario. ad esempio lei è libera di uscire la sera (io no o quantomeno devo fare delle discussioni talmente stressanti che a volte preferisco non uscire e spero in un giorno in cui possa farlo tranquillamente quando vivrò sola ma anche questo pensiero mi spaventa perché mia madre non ce la fa a non staccarsi da me, mi vede come una cosa sua, la sua frase tipica è "io ho una sola figlia, se perdo questa non mi resta niente" anche se ciò non mi pare giusto, non sono una cosa sua, e per questo tende a controllarmi). purtroppo spesso per riuscire a convivere con mia madre e fare quello che voglio devo inventarmi delle scuse. a me quel che dà fastidio è che ormai mi sento grande. ne ho passate tante, fisicamente, per esperienze con persone che ho conosciuto che adesso non mi spaventa imparare a farcela da sola. una cosa banale: questa estate devo obbligatoriamente scendere nel paese natale dei miei che è davvero un paesino piccolo senza stimoli, quando ho chiesto ai miei se possono lasciarmi qui per un mesetto...non sia mai! anche mio padre si schiera con mia madre. quindi alla fine mi ritrovo sempre costretta ad accontentare loro e a sopprimere le mie esigenze perché tanto tutti mi dicono "c'è tempo, sei piccola". a prescindere da tutto, sono piccola per queste banalità, ma non sono piccola quando mio padre ha bisogno di soldi, quando mia madre comincia con le sue paranoie e io devo stare ad ascoltarla e dico devo perché poi quando le do consigli neanche mi ascolta, quando litigano e devo stare a sentire le cose brutte che si dicono o intervenire prima che si facciano male. è per questo che mi girano le scatole. se sono piccola dovrei esserlo per tutto. ora passo al secondo problema. sono stata con un ragazzo che non vuole impegni né problemi. io sono sempre stata sulle mie per evitare di rompergli le scatole. ho, un po' come con i miei, soppresso le mie esigenze per lui, per evitare che si arrabbiasse ecc. mi sono un po' adattata a lui. poi ovviamente non ce l'ho fatta più e ormai è da un mese che non ci sentiamo. quello che mi ha "sconvolto" è stato aver letto delle cose che ha scritto "finalmente sono libero di ricominciare" come se gli avessi fatto chissà che cosa quando non ci sentivamo per giorni interi per lasciarlo libero, poi se ovviamente diceva cose che non mi stavano bene esprimevo il mio parere, ma uno deve anche sopprimere la propria personalità per stare con qualcuno? Vedere che esce, che se ne va in giro, insomma che abbia ripreso in mano la sua vita. va bene tutto, ma è normale questa velocità di ripresa senza un minimo di tristezza? del resto ci conosciamo da tre anni. mi sono sentita un po' una cretina perché è tipico suo lasciarmi senza il minimo interesse. ma a parte questo a cui dovrei esserci abituata e da qui mi si è aperta una voragine che ieri sera non mi ha fatto dormire: ho questa sensazione, che tutti abbiano fretta di fare, di andare, come se il tempo stia per scadere da un momento all'altro. io non ho problemi a saper aspettare, ma a volte circondata da persone e da una società così che ti chiede di fare tutto subito mi manca un po' l'aria.
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Dr. Francesco Mori Psicoterapeuta, Psicologo 1.2k 33 31
Gentile ragazza,
come le è stato consigliato nei consulti precedenti, credo che sarebbe opportuno iniziare una psicoterapia, soprattutto per capire come mai lei finisce sempre per "cedere" alle richieste genitoriali, perché permette a sua madre di destabilizzare così tanto i suoi equilibri ed i suoi progetti.
La libertà va conquistata, anche a costo di deludere gli altri, che sia il suo ex o i suoi genitori.
Del resto non può essere amata da tutti, per lo meno sempre.
In ogni caso cerchi di concentrarsi sui suoi comportamenti e sulle sue emozioni. Ho l'impressione che se da un lato sua madre non vuole lasciarla crescere, dall'altro lei abbia paura di farlo.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gentile Dottore, innanzitutto grazie per la risposta. Mia madre è una persona difficile, non lo dico tanto per dire, anche mio padre e mia nonna (mamma di mio padre) hanno dei problemi a rapportarsi con lei. Ha spesso sbalzi di umore (per farle un esempio dovevo fare una terapia per la cervicale e ho dovuto lottare per convincerla a farmela fare, perché non erano soldi buttati, per circa un mese o più. Un giorno rientro e mi dice allegra "sì posso farti fare qualche massaggio dai" e dopo 1 ora "no io non ti pago un cavolo, mi hai rovinato la vita, chi mi ha mandato questa disgrazia di figlia") quindi è abbastanza destabilizzante. Oltre al fatto che se non sei d'accordo con lei resta a fissarti guardandoti male fino a che non ti innervosisci e le chiedi che cosa vuole e comincia ad insultarti se non vuoi fare quello che dice o a dirti quello che devi fare e di farlo in fretta. Io non so proprio come rapportarmi se non lasciandola perdere che poi è quello che fa anche mio padre che la conosce da più tempo di me.
Probabilmente io tendo a non voler deludere gli altri, ma forse perché non sono ancora sicura di quello che voglio e di ciò che sono, se invece fossi sicura di qualcosa andrei fino in fondo nonostante quello che può pensare o dire la gente. So che c'è un'insicurezza di fondo. Per quanto riguarda il mio ex al momento sto elaborando la cosa, mi sono sentita dire anche di essere un problema a causa di questi problemi familiari, quindi può immaginare come mi sia sentita.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,
Anche io le consiglio , nei limiti delle sue possibilita', di cercare un aiuto .
Essendo fuglia unica e' certamente difficile per lei svincolarsi, ma proprio per questo e' il caso di iniziare a farlo con determinazione.
Ci faccia avere sue notizie

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Gentile Dottoressa, grazie anche a lei per la risposta. Crede che la mia insicurezza sia dovuta alla mia situazione familiare? Perché io di questa cosa non me ne rendo conto.
Comunque tempo fa avevo trovato una terapista che mi ha aiutato un po', il problema è che era come se non mi sentissi libera neppure con lei perché quando cominciavo a fare molte domande (caratteristica mia forse perché sono insicura?) vedevo che si scocciava, anche per questo allora avvaloravo i comportamenti e le cose che diceva il mio ex perché pensavo "se anche una persona che dovrebbe aiutarmi si scoccia di starmi a sentire probabilmente sono davvero pesante".
Sono riuscita a pagarmi qualche seduta perché all'epoca facevo ripetizioni, adesso diciamo che non ho questa opportunità anche se sto cercando lavoro.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

se Lei volesse un aiuto specialistico, potrebbe trovarlo anche nelle strutture pubbliche della Sua città...

Per quanto riguarda le domande che pone, è probabile che Lei abbia appreso che se non pone obiezioni o problemi, ma diventa remissiva, scende la Sua ansia e apparentemente si sente meglio.

In realtà io non direi che la responsabilità sia di Sua mamma o di come la mamma si comporta, ma gli altri (compresa la mamma) nella nostra vita altro non sono che delle persone che permettono che venga fuori qualcosa di noi.
In altre parole, la responsabilità di ciò che succede o non succede nella Sua vita è Sua.
Ad es. tutti la trattano come fosse una bambina? E Lei cosa fa per permetterlo e perché? A che cosa Le serve? E soprattutto come fa a togliersi da questo ruolo che Le è stato attribuito?
La mamma non vuole che Lei alla Sua età esca la sera? E Lei che cosa fa? Cede e non esce pur di non aver problemi con la mamma.

Tutto ciò (cioè il modo in cui Lei si comporta e reagisce alle richieste della mamma) alimenterà soltanto il problema, anziché risolverlo.

Aver appreso questa modalità di relazionarsi probabilmente Le crea qualche problema anche con gli altri, ad es. il fidanzato. In un certo senso Lei ha imparato a relazionarsi in un certo modo a casa (non dare fastidio, ecc...) e quindi anche col fidanzato ha fatto lo stesso. Eppure, Lei sa che talvolta può capitare che le storie non siano giuste da subito, quindi anche senza disperarsi troppo, potrebbe capire cosa vuole e guardarsi intorno, cercando un ragazzo che sia all'altezza.

Se da sola non riesce a fare tutto ciò, un aiuto specialistico è indicato.
Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza, la sua situazione familiare puo' essere la matrice dei suoi disagi. Va analizzata con cura.

Le tecniche psicoterapeutiche vanno accettate con fiducia, anche quando sembrano dure.
Un terapeuta non collude mai con il sintomo del paziente o non starebbe facendo il suo vero interesse.
Che lei abbia percepito fastidio nel terapeuta era senz'altro una forma di comunicazione terspeutica. Andava fatta oggetto di dialogo..
A livello economico esistono servizi di psicologia presso le Asl che sono a pacchetti a costo di ticket.
Ci faccia sapere
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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Dott.ssa Pileci: grazie mille per la risposta. Sicuramente a volte pormi meno domande mi fa stare meglio, ma più che altro perché entro in un circolo e me ne vengono tante altre a cui non so dare risposta oppure non è la risposta giusta perché mi fa star male.
Non ho molta consapevolezza della responsabilità di cui parla, quindi quando giustamente mi si dice che la responsabilità di ciò che accade con gli altri nella mia vita è mia non me ne rendo conto completamente.
Purtroppo non riesco a trovare un altro modo per relazionarmi a mia madre. E anche quando mi ha scritto che a volte si sa che le storie non sono giuste, anche in questo non riesco ad avere consapevolezza.

Dott.ssa Esposito: anche io penso ciò, perché come ha detto anche la Dott.ssa Pileci alcuni atteggiamenti che ho a casa li ripropongo anche fuori. Stamattina per es mio padre è tornato al mattino dopo una serata fuori e ho provato fastidio perché mi sembra che le cose vadano al contrario: non dovrebbe essere il figlio che torna a casa la mattina dopo una serata fuori? Boh. E poi la sua indifferenza nel farlo come se sia tutto ok mi dà ancora più fastidio.
Non avrei il coraggio se ricapitasse di dirlo alla terapista. Mi vergognerei e non saprei come introdurre il discorso "mi scusi, la sto annoiando?" mi sembra un po' prepotente e non vorrei offenderla. Sono molto timida.
Mi informerò allora, grazie mille.
[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Non e' affatto prepotente. Anzi. Sarebbe una manifestazione di estrema 'intimita'". Io sarei felice se una mia paziente in tali circostanze mi dimostrasse la fiducia di farmi tale domanda...
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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Non posso sapere come reagirebbe ma mi ha dato l'impressione di essere una persona "fiera", poi anche per banalità, un giorno era capitato che le domandassi dato che ero arrivata in ritardo e mi aveva accennato che non c'era tempo ed era corsa a sedersi se potessimo fare la seduta lo stesso dato che non avevo capito e ogni volta che le faccio domande simili mi guarda come se stessi per dirle o chiederle una pazzia poi quando finisce di sentire quello che ho da chiederle si rilassa. A parte questo comunque, dato che la maggior parte delle volte mi è capitato che se facessi notare qualcosa ad una persona se la prendesse e si sentisse ferito nell'orgoglio, evito. Anche perché poi mi capita che mi guardino male, mi rispondano male o simili e quindi ho timore.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Le risulta insopportabile la percezione della disapprovazione degli altri verso di se?
Non le fa venire in mente nulla questo??
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Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
A parte che sono molto insicura altrimenti non attribuirei a questa cosa troppa importanza, non lo so.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

quella di EVITARE (es di fare alcune cose, di dirne altre, ecc...) è la soluzione comportamentale che in genere rafforza di più il problema che porta le persone in terapia. Se Lei teme che l'altro possa offendersi davanti alle Sue opinioni o davanti all'espressione dei Suoi bisogni e di conseguenza evita, fa un torto a se stessa e all'altro, che non avrà mai l'opportunità di conoscerLa e di sapere di che cosa ha bisogno. E fa un torto a se stessa, perché non può permettersi il lusso di vivere, crescere, sperimentare, sbagliare, ecc...

E qui torno a quello che Le ho scritto sopra e di cui Lei chiedeva lumi.
Lei scrive: "Non ho molta consapevolezza della responsabilità di cui parla, quindi quando giustamente mi si dice che la responsabilità di ciò che accade con gli altri nella mia vita è mia non me ne rendo conto completamente."
Immagino che sia così, perché si diventa abili a leggere queste dinamiche attraverso le esperienze che facciamo. Non è sempre detto che una persona possa diventare abile a comprenderle, perché si può anche insistere e perseverare nei propri errori. Ecco perché a mio parere potrebbe esserLe utile capire insieme ad uno psicoterapeuta tutto ciò, superando le Sue paure e le Sue difficoltà. E' probabile infatti che Lei legga l'atteggiamento del terapeuta come attraverso una Sua personalissima lente, dalla quale il terapeuta appare annoiato da Lei, che si vive come poco importante e i cui bisogni possono anche aspettare. Se ci pensa bene, però, tutto ciò appartiene a Lei e non al terapeuta!
Però io intendevo anche dirLe che, quando gli altri ci trattano in un determinato modo, siamo noi che possiamo/dobbiamo oppure NON possiamo/dobbiamo permettere di farci trattare in un modo che ci dispiace.
Probabilmente Lei tutto ciò non riesce a farlo, per diverse ragioni che qui non è possibile approfondire. Queste ragioni sono importanti e probabilmente sono inconsapevoli, ecco perché la situazione non Le sembra così chiara.

Infine per quanto riguarda la Sua storia sentimentale... qui mi tocca dirLe che davvero è molto giovane e che queste storie sono una sorta di "palestra" della vita, attraverso le quali Lei potrà crescere e capire che tipo di uomo desidera accanto a sé e davvero come vuole essere trattata.

Cordiali saluti,
[#13]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Mettere me stessa davanti agli altri è un passo importante che devo compiere anche se mi viene molto difficile perché ho sempre fatto questo nella mia vita, ho sempre messo da parte i miei obiettivi per gli altri, ritenendo quello che voglio/piace a me poco importante. Anche a causa di episodi di bullismo tra medie e liceo. Anche ora per es per una semplice uscita che devo fare con un'amica ho dei problemi: questa amica sa che ho alcuni problemi fisici ma non mi impediscono di vivere normalmente, ieri le ho domandato cosa potessimo fare e lei ha proposto alcune alternative e poi abbiamo deciso che avremmo scelto cosa fare strada facendo. Stamattina mi ritrovo un messaggio nel quale deve precisare che la nostra uscita dipende da come sto io. A me questa cosa dà fastidio e mi urta anche un poco: mi dà fastidio che debba sempre precisare che tutto dipende da me o che io sia la causa, la guastafeste di ogni cosa. Si è abituata a vedermi così e questa cosa mi dà fastidio: inutile dirglielo, mi sembra che a volte le faccia comodo vedermi come l'amica gentile e tranquilla che non è capace di fare nulla o di osare apertamente ma ciò non toglie che io sia capace, seppur in maniera blanda, di farlo e sicuramente questo non volerlo vedere o sorprendersi mi fa star male. Poi per carità magari si è abituata a vedermi in un modo (che le faccia comodo o meno) e non lo fa apposta però mi fa star male. Mi sento imprigionata in questa idea che lei ha di me e mi comporto di conseguenza.

Sicuramente per quanto riguarda le storie lei ha ragione. Spero solo di non cadere nei miei errori e considerare l'esito di questa storia come un mio fallimento, perché non è giusto darmi sempre contro e pensare che sia io quella che sbaglia sempre, ho sempre cercato di essere me stessa e farmi in quattro per questo ragazzo. Forse la cosa che più mi umilia e vedere che una persona superficiale come lui possa avere degli amici e uscire normalmente come se niente fosse.
Grazie ancora per il suo aiuto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile Utente,

Lei scrive: "Stamattina mi ritrovo un messaggio nel quale deve precisare che la nostra uscita dipende da come sto io. A me questa cosa dà fastidio e mi urta anche un poco"
Magari le cose stanno come dice Lei, ma forse questa persona voleva solo essere premurosa, come se avesse detto: "Va bene, ci andiamo, ma voglio assicurarmi che tu stia bene"
Se Lei davvero non è abituata a pretendere di essere trattata così, allora chiaro che la lettura che ne fa è distorta. Invece lo dica serenamente alla Sua amica e dica pure che cosa La infastidisce.

Sono certa che potrà beneficiare dell'aiuto della Sua terapeuta.
Se ha voglia e Le fa piacere, ci aggiorni in futuro.

Cordiali saluti,
[#15]
Attivo dal 2014 al 2014
Ex utente
Di solito non sono abituata ad essere trattata così, però mi capita che a causa della mia autostima bassa tenda a interpretare male, però gioca molto anche il fatto che sicuramente NON sono abituata ad essere trattata così e da qui deriva la bassa autostima.
Devo comunque imparare a dire le cose anche se ho timore (di quello che possono rispondermi/pensare gli altri) altrimenti nessuno mi conoscerà per quella che sono. E soprattutto imparare a gestire le emozioni perché se a volte mi freno è perché le emozioni mi assalgono.

Va bene, quando prossimamente la rivedrò in primis affronterò l'argomento di mia madre che non perde tempo per umiliarmi (stamattina dopo il solito controllo, il latte che mi prepara a forza nonostante le dica che non ho 3 anni e non lo voglio, la colazione che mi porta a forza scelta da lei nonostante io l'abbia già fatta e le umiliazioni "se non stai calma ti do i tranquillanti", cercherò di sopportarla, avere pazienza).

Cordiali saluti anche a lei :)