Personalità rancorosa e fobica

Egregi dottori,
sono un ragazzo maschio di 23 anni. Scrivo qui al termine di una profonda analisi introspettiva che mi ha fatto venire il sospetto che molti dei miei problemi non sono risolvibili se non attraverso un aiuto terapeutico. Vorrei però cominciare ad aprirmi con voi online elencando alcuni miei “sintomi” (chiamiamoli così) e sperando che mi possiate dare qualche consiglio o comunque aiutare in un percorso di avvicinamento a una cura.
-sono una persona rancorosa e mi offendo facilmente, basta una parola fuori luogo per farmi innervosire e nutro odio per quella persona per anni, per tutta la vita e detesto ogni tipo di rimprovero anche giusto. Il rancore lo provo anche per me stesso: ripenso ai miei errori per sempre, mi innervosisco ancora per errori o stupidaggini dette anni fa.
-Ho paura di tantissime interazioni umane, ho paura di essere deriso, di essere sgridato, che la gente mi faccia domande indiscrete, che mi considerino uno sfigato. Non esco mai la sera, non ha mai avuto rapporti con l'altro sesso. In vista delle situazioni più difficili (parlare in pubblico, incontrare persone nuove) addirittura bevo alcolici per rilassarmi. Questa fobia sociale ce l'ho che io ricordi da sempre. Questa paura però è solo precedente l'incontro con la gente, perché una volta sbloccato la paura sparisce.
-In generale detesto aprirmi con la gente, non mi piace parlare di me, non mi piace che la gente parli di me o che mi faccia domande.
-Questo disturbo vale anche nei confronti dei mie genitori per cui provo sempre il timore che mi sgridino o deridano. Nei loro confronti poi provo imbarazzo a chiedere qualunque tipo di favore, anche pagare le rate dell'università.
-Sono un asociale, non mi piace stare con nessuno. Non ho mai provato affetto, amore o amicizia per nessuno, tranne che per il mio cane. Odio la mia famiglia, mio fratello, non ho mai avuto amici o ragazze. Anche quando parlo con qualcuno spero sempre che finisca il prima possibile, preferisco sempre e comunque stare solo. Se incontro qualcuno per strada, se lui non mi vede, preferisco non salutarlo e farmi gli affari miei.
-Sono avarissimo, mi infastidisce spendere denaro, mi disturba addirittura buttare cose vecchie. Questa avarizia si traduce anche in un avarizia di sentimenti, infatti non concedo mai affetto e mi disturba riceverlo, come mi disturba fare o ricevere complimenti.
Andare da uno psicoterapeuta probabilmente mi farebbe bene ma si scontra con molti caratteri della mia personalità: dovrei parlarle con i miei genitori e ciò mi provocherebbe senso di colpa e angoscia, dovrei aprirmi con lui dovrei spendere denaro o farlo spendere ai miei genitori. Prego voi dottori almeno per il momento di darmi qualche consiglio, aiutarmi a sbloccarmi. Penso di essere un ragazzo intelligente, con delle possibilità, ma che rischia di sprecare il proprio talento e la propria vita per delle paure inutili.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi risposta.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazzo,
condivido la sua opinione sull'opportunità di una valutazione di persona della situazione che ha qui dettagliatamente descritto da parte di un Collega , in modo da comprendere meglio come poter intervenire e smussare certe spigolature che non le consentono di vivere con serenità.

Essendo maggiorenne, non è tenuto a condividere questa sua eventuale decisione con i suoi genitori, se non desidera farlo. O può rimandare ciò ad un secondo momento.

Inoltre, se si rivolgerà ad un servizio di psicologia dell'Asl, i costi saranno davvero limitati, senza rinunciare comunque alla professionalità. Ha già provato ad informarsi in merito?

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
D'accordo con la Collega le consiglio di rivolgersi, tramite l'Asl ad uno psicoterapeuta che l'aiuterà senz'altro.
Lei non ci parla della sua storia , nè dei suoi progetti, ma tra le righe si intravede una educazione rigida, tanta sofferenza, forse anche gelosia per il fratello. La sua lettera e la sua analisi è molto acuta e intelligente, ma così da solo non fa che riflettere e rinvangare il passato e la sua infelicità, legata penso con aspettative , sue in primis, esigenti e preoccupate, che le fanno sentire il mondo esterno come cattivo e minacciante..
Si fidi e , provi ad autoaiutarsi, può stare molto meglio di così leggendo con occhi nuovi le sue vicende..
Coraggio, si può fare..
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr. Adriano Raffaele Principe Psicologo 70 3
cosa le piace fare nella vita?


Cordialmente,

Dr. Adriano Raffaele Principe
Psicologo Infanzia e Adolescenza - CTU -
Psicoterapeuta Psicoanalitico
Collaboratore Università di Chieti

[#4]
dopo
Utente
Utente
Salve a tutti,
Comincio a ringraziare tutti delle risposte. Alla Dr. Scalco vorrei rispondere che ho pensato al servizio Asl, ma mi sento in colpa a rivolgermi a una struttura pubblica quando c'è gente che sta male per ragioni ben più serie. Inoltre io studio all'università, non ho un reddito e quindi dovrei rivolgermi comunque ai miei genitori, ma anche se non li informassi e usassi i miei risparmi dovrei comunque giustificare le mie uscite e rispondere alle loro domande.
Alla Dr. Fregonese rispondo che inizialmente avevo scritto una lettera più lunga in cui parlavo anche del mio passato ma che poi ho dovuto ridurre per stare nei 3000 caratteri consentiti. Non so se ho avuto un'educazione rigida, non mi sono mai confrontato con nessuno e potrei essere io a lamentarmi per inezie. Escluderei comunque di provare gelosia verso mio fratello.
Per quanto riguarda cosa mi piace fare ci sono diverse cose: il cinema, il calcio, la politica, mi piacerebbe iniziare alcune attività imprenditoriali. Studio finanza e sto scrivendo un libro, ma provo un certo imbarazzo all'idea di farlo pubblicare.
Mi scuso, sembra che mi lamento per qualsiasi cosa.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Prima di stabilire con certezza che non si può fare, io le consiglierei di iniziare a chiedere informazioni, dal momento che ogni servizio può avere modalità di funzionamento differenti. Di solito, ad esempio, l'accesso allo Spazio Giovani del Consultorio è gratuito.

Se ciò per cui ci ha scritto le causa disagio e/o sofferenza, ha pari dignità di altre problematiche nella presa in carico e, comunque, spesso dopo la prima fase di accoglienza della domanda si attribuisce un "codice di gravità" (su modello di quanto si fa al pronto soccorso...) per richiamare i pazienti e dar loro appuntamento.

Non sarebbe un problema lamentarsi, ma diventerebbe un problema lamentarsi e basta. Ricordi che, come sosteneva qualcuno, si può sempre scegliere se continuare a fare parte del problema o della sua soluzione.

Saluti.

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Per ulteriori spunti di riflessione, può leggere il seguente utile e interessante articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html

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Dr. Adriano Raffaele Principe Psicologo 70 3
Gentile Utnete,
sono molto felice di sapere che ci sono molte cose che l'appassionano.
Le consiglio di rivolgersi all'ASL ma di non tralasciare l'idea che in un secondo momento potrebbe andare anche privatamente, per avere un lavoro più approfondito.

Una stanza con una luce marrone soffusa, con una porta semi aperta...

Cordialmente,
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dopo
Utente
Utente
Salve a tutti,
Vi informo che ho fatto delle ricerche e ho scoperto alcune alternative che possono essere intraprese. Nella mia zona esiste un consultorio familiare, anche se non ha un sito web quindi non ho idea che tipo di servizi offrano e se io possa beneficiare di un servizio gratuito. Comunque io frequento spesso Milano quindi potrei sempre controllare se lì ci sono consultori migliori. Ho anche visto che dove abito ci sono psicoterapeuti privati relativamente giovani che offrono anche una prima visita gratuita. Inoltre anche nella mia università ci sono psicologi a disposizioni degli studenti, anche se mi sembra di capire siano più rivolti a studenti non ambientati o che soffrono di ansia da esami che a curare disagi più complessi.
Adesso mi devo solo decidere, ma prima vorrei mettere per iscritto le mie esperienze perché non sono sicuro che una volta lì avrei la forza di spiegare tutto a voce. Inoltre mi spaventa anche la durata che potrebbe avere la terapia e i suoi reali benefici. So che dipende da mille fattori, ma sull'idea che vi siete fatti di me non potreste azzardare una stima?
Vi ringrazio.
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