Ansia post malattia

Gentilissimi Dottori,

E' la prima volta che soffro di problemi legati all'ansia. Più volte ho pensato che fosse solamente un periodo di passaggio e che potessi gestire la situazione, tante sono state le volte in cui dentro di me ho sentito il bisogno di un aiuto esterno. Tutto incominciò a luglio con un infezione intestinale. Ebbi una ricaduta e successivamente problemi di reflusso, colon irritabile ed epigastralgia. Come se non bastasse ebbi due episodi lipotimici postpradiali. Non riuscivo a risolvere e questo mi preoccupava, non sapevo cosa avessi e le cure non davano risultati. Questa preoccupazione mi ha causato un attacco di panico che mi portò in ospedale con forti tremori e nausea, e successivamente una crisi in cui sono scoppiato a piangere per un paio di minuti e che si è risolta nel giro di un'ora, aiutandomi con della camomilla. Dopo varie visite e varie cure, la scorsa settimana mi è stata prescritta la seguente: omeprazolo 20 mgxdie, gaviscon 1xdie la sera prima di dormire, valpinax 20gtt 2xdie, per 1 mese. I problemi di reflusso sono scomparsi, i fastidi/dolori in sede epigastrica che si irradiavano all'ipocondrio destro, si stanno attenuando e anche mentalmente mi sento più calmo e allegro. L'ansia che mi ha accompagnato in questi mesi è stata la paura di star male mangiando qualcosa. Non riuscivo a stare all'università (è da 1 mese che non vado) perché avevo paura di stare male, di svenire e di non ricevere l'adeguato aiuto o supporto morale che i miei genitori possono darmi. La cura l'ho iniziata giorno 7 novembre e devo dire che l'ansia non si presentava da giorno 2 quando ebbi il secondo attacco di panico. Insomma pensavo avessi risolto tutto!!! Ieri ed oggi mi sono fatto prendere nuovamente dall'ansia, una forma veramente lieve, come una sensazione di vuoto, che si è risolta dopo essermi distratto. Ricollego questi episodi all'assenza di mia madre, che è dovuta partire per un paio di giorni. Forse in questi mesi di malessere ho visto in lei una forma di protezione che mi fa star bene. Premetto che sono uno studente universitario e che il fatto di stare lontano dai miei famigliari non mi ha mai dato alcun problema, inoltre cerco di meditare quotidianamente 30 minuti al giorno. Tutti mi dicono che sono stressato e che l'università fa questi effetti a volte, io ribatto dicendo che a me piace tantissimo studiare, mi fa sentire realizzato. E' anche vero che i problemi sono tanti, troppi, tra la paura di non avere i soldi per mantenermi, i troppi esami da dover dare per poter vincere la borsa di studio e la mia omosessualità nascosta al resto del mondo. Mi sento come scoppiare. A vostro giudizio come dovrei comportarmi? E' effettivamente solo un periodo di passaggio oppure dovrei rivolgermi ad uno psicologo? Mi hanno consigliato di rivolgermi presso il consultorio familiare della mia città ma da quanto ho capito trattano solamente problemi di coppia o collegati ad essi.

Sperando in una vostra risposta, grazie in anticipo. Saluti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

è possibile che tutti i problemi che ha elencato e che riteneva di riuscire a gestire siano davvero troppi per non risentirne sul piano fisico e psichico: se è arrivato ad un momento di "crollo" è importante che si ascolti e che si prenda del tempo per pensare a cosa non va nella sua vita e a cosa può cambiare o fare in modo diverso.

Allo stesso tempo è fondamentale che si rivolga ad uno psicologo (al consultorio si occupano anche di soggetti singoli) per affrontare quello che le sta accadendo e in particolare elaborare i vissuti di inadeguatezza, debolezza e dipendenza da figure protettive come sua mamma.

Prima di stare male nello scorso luglio ha affrontato qualche particolare motivo di stress e/o ci sono stati eventi significativi o cambiamenti nella sua vita?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,

I disagi che ci descrive hanno radici antiche e spaziano in una importante crisi esistenziale, che tocca ogni ambito della sua vita, come l'orientamento sessuale.

C'è davvero bisogno di fare un percorso costruttivo, di ristrutturazione e di cambiamento.

Emergono tante paure legate proprio all'incapacità o al timore di non riuscire a gestire e/o tenere sotto controllo la situazione.

Si affidi ai centri pubblici e per quanto riguarda i farmaci è importante una valutazione psichiatrica, perché il terapeuta non ne ha la formazione e non è abilitato a fornire informazioni al riguardo.

In bocca al lupo...

Di cuore.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

è molto probabile che questo momento di crisi si sia generato a partire dal problema fisico che, per tutti coloro che sono già un po' ansiosi o predisposti all'ansia, appare illeggibile e comunque può spaventare perchè non si riesce a venirne a capo.

Ma soprattutto è piuttosto frequente in situazioni come quella che Lei sta descrivendo che possa generarsi un condizionamento, cioè a partire dall'evento che ha generato ansia e paura si instaura la forte paura che l'evento possa ricapitare.

Tant'è vero che Lei scrive: "L'ansia che mi ha accompagnato in questi mesi è stata la paura di star male mangiando qualcosa. " Da un punto di vista della psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, in genere si intercetta questo meccanismo e si procede per spezzarlo, in modo tale che il pz. possa ricominciare a mangiare qualunque cibo senza aver paura delle spiacevoli conseguenze quale un malore che porta al PS.

E' anche vero che un episodio del genere può destabilizzare e far mettere in discussione altri aspetti della vita, ma sempre in una modalità ansiosa e preoccupata.

Se prima non aveva il timore di stare lontano da casa, di riuscire a mantenersi, di vincere la borsa di studio, ecc... ora, avendo sperimentato la precarietà e il pericolo, c'è anche questa generalizzazione che può essere arginata e risolta grazie ad un intervento psicologico o psicoterapico, previa valutazione.

Se al Consultorio della Sua zona Le hanno detto che trattano solo problematiche di coppia, può provare a rivolgersi in ospedale: di solito è presente lo psicologo psicoterapeuta e accede con l'impegnativa del medico di base.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Utente
Utente
@Dr. Flavia Massaro

Carissima Dr.essa, gli unici episodi stressanti che si sono verificati prima di luglio sono stati la preparazione degli esami e la paura di non riuscire a preparare tutto in tempo. Inoltre c'era una materia in particolare che mi ha dato tantissimi problemi nonché stress. Effettivamente sto cercando di dare una svolta alla mia vita apportando dei cambiamenti positivi anche se è comunque difficile.

@Dr. Antonietta Albano

Gentilissima, è proprio vero, una delle mie più grandi paure e quella di non riuscire a gestire la situazione. Prima ci sono sempre riuscito ma ad oggi il mio orientamento sessuale si presenta in modo abbastanza forte. L'esigenza di trovare qualcuno con cui dividere la propria vita è forte ma non riesco a fare questo passo, ne tanto meno conoscere altra gente di stesso orientamento sessuale, è come se non mi fidassi o avessi paura di incontrarli, soprattutto di quello che potrebbe pensare la gente. Tengo a precisare che la cura che sto seguendo mi è stata data dal mio medico di base per i problemi gastrointestinali.

@Dr. Angela Pileci

Gentilissima, fortunatamente sono riuscito pian piano a riprendere a mangiare normalmente. Ad oggi non ho ancora mangiato la pizza e quello sarà per me un passo davvero importante. Non sentirmi male dopo aver mangiato è una cosa che mi da sicurezza e che mi fa capire che è tutto nella mia mente.

Vorrei chiedervi se questi sbalzi d'umore, che ho avuto in questi giorni, possono essere ricollegabili all'assunzione del valpinax ed inoltre come vengono gestite le sessioni dallo psicologo; vengono fissate quotidianamente oppure sono distanziate tra di loro? Ringrazio voi per lo splendido lavoro che fate e per il supporto che date. Grazie e buona serata.
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Più passa il tempo e più le paure si cronicizzano.
Sul farmaco è opportuno chiedere a chi lo ha prescritto perchè lo psicologo non è un medico e quindi non se ne occupa.
Per quanto riguarda le sedute psicologiche o psicoterapiche dipende dallo psicologo, dal modo in cui lavora e dal problema portato dal pz.
Ad esempio in una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale la cadenza è in genere settimanale, ma spesso si distanziano le sedute ogni due settimane per permettere al pz di lasciare sedimentare quanto emerso in terapia e di poter eseguire le prescrizioni che il terapeuta eventualmente può assegnare.
Sinceramente non conosco modalità di fare terapia che prevedano una seduta al giorno; eventualmente la seduta può avere una durata variabile tra i 45 minuti e un'ora/ un'ora e mezza. Ma anche questo dipende dal tipo di metodo che viene usato e dai bisogni del pz.

Cordiali saluti,
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Caro ragazzo,
per quanto riguarda l'approccio farmacologico è di valutazione del medico, come già specificato.

Per quanto concerne le sedute di psicoterapia, invece, si tratta di un percorso che si "costruisce" assieme, anche se, tendenzialmente sono a cadenza settimanale!

Questo però lo ritengo relativo, in quanto nel momento in cui decide di affidarsi ad un professionista, non ci saranno tempi ne' modi... ma solo il suo tempo, la sua motivazione e la sua attivazione al cambiamento.

Ognuno il suo tempo... quel tempo debito per riuscire a ritrovare se stesso!

Un caro saluto
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissimo,

è possibile che la sensazione di essere sopraffatto dalla mole di studio quest'estate abbia generato in lei il timore di non riuscire a ottenere quella borsa di studio così importante per garantirsi il proseguimento del percorso universitario, che tanto la gratifica e che ha intrapreso per costruirsi un futuro.

La sensazione di "scoppiare" perchè il carico è eccessivo mi sembra in linea con le emozioni che ha provato e che sta ancora provando: è possibile che la tensione abbia trovato una via di sfogo preferenziale attraverso il corpo e che per questo non sia stato sufficiente occuparsi dell'infezione di luglio per sistemare tutto, poichè le questioni irrisolte a monte sono ancora presenti e danno ancora degli effetti che non è da escludere si stiano espandendo, coinvolgendo anche il tono dell'umore.

In ogni caso tenga presente che sintomi e disturbi come il reflusso gastro-esofageo, la sindrome da colon irritabile e il dolore epigastrico sono molto spesso di natura psicosomatica e riflettono la difficoltà di accettare una determinata situazione e di assimilarla, ma denunciano anche la presenza di emozioni non riconosciute o non manifestate all'esterno (ad es. la rabbia) per paura delle conseguenze.

Infine, per quanto riguarda il Valpinax gli effetti collaterali dichiarati includono l'irritabilità, come può leggere sul foglietto illustrativo: ne parli con il suo medico, che la aiuterà a stabilire se gli sbalzi d'umore dipendono o meno dal farmaco o se sono parte dell'evoluzione del quadro sintomatologico.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori,

Sono riuscito a contattare la Psicologa del consultorio della mia città. Questa mi ha detto che il mio problema dovrebbe essere esposto più ad uno psicoterapeuta, anche se non ho capito perché, e che lei si occupa più di consulenze. Mi sono allora adoperato per richiedere un appuntamento con uno Psicoterapeuta in una struttura pubblica. La visita l'ho prenotata per questo venerdì, però hanno prenotato una visita psichiatrica. Mi hanno detto che sarà il medico stesso a dirmi cosa sarebbe più adatto a me, se fare o meno psicoterapia.

Ho paura che lo Psichiatra se ne esca con farmaci vari per placare la mia ansia e il mio stato emotivo. Io non vorrei prenderne perché sento che il problema è viscerale, un problema che devo affrontare con una persona che mi guidi in questo percorso e per questo mi ero rivolto inizialmente ad uno Psicologo ma a quanto pare non è la figura adatta a questo problema (?).

Secondo voi cosa dovrei fare o a chi rivolgermi? Ho fatto bene a prenotare una visita dallo Psichiatra?

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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Intanto provi ad incontrare lo psichiatra (spesso lavorano anche in ambito terapeutico) e valuti la sua proposta di terapia.

Un percorso di psicoterapia può iniziarlo, anche, in seguito ad un confronto con lui!

In attesa di sue notizie, le mando un augurio grande.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Lo psicologo può anche essere specializzato in psicoterapia, evidentemente chi L'ha vista al Consultorio non lo era e ha ritenuto opportuno un altro tipo di valutazione per valutare che non sia il caso di intraprendere un percorso più strutturato di psicoterapia.

Anche gli psichiatri però possono essere specializzati in psicoterapia e quindi è probabile che presso quella struttura sia proprio lo psichiatra ad erogare la psicoterapia.

In ogni caso, se vuole, ci faccia sapere.
Cordiali saluti,
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che il consultorio non eroghi la psicoterapia, ma solo un ciclo di colloqui di consulenza/sostegno, e che per questo la nostra collega le abbia suggerito di rivolgersi al centro di salute mentale, dove il primo colloquio è tenuto da uno psichiatra (a volte è l'assistente sociale ad occuparsene) che valuta il singolo caso e decide come può essere preso in carico dalla struttura.

Aspetti di sentire quello che le propone e ci faccia sapere!
[#12]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi dottori,

Riesumo questo post per esporvi la mia situazione. Sono in cura con una psicologa dal 12 dicembre, ho già fatto 3 sedute e ne farò un'altra giorno 18 febbraio. In questo periodo non sono più andato all'università (da ottobre) perché ho deciso di prendermi una pausa, guarire fisicamente e mentalmente, ascoltarmi e poi riprendere. A gennaio la situazione è iniziata a migliore. A livello fisico i sintomi sono scomparsi quasi del tutto, non ho più coliche, eruttazioni, sensazione di nodo alla gola e fastidi vari allo stomaco. In questo mese e in quello di gennaio mi sono sentito veramente rinascere. Ho ripreso a mangiare regolarmente senza avere disturbi gastro-intestinali e soprattutto senza avere ansia. Tuttavia ad oggi, raramente, si verificano degli episodi d'ansia, sento come una sensazione di vuoto e di malessere e spesso si associano a dei mal di pancia. Non so se l'ansia scaturisce dal mal di pancia o viceversa perché effettivamente forse ho ancora paura di quei mal di pancia, di stare nuovamente male come quando presi l'infezione intestinale. Inoltre non riesco a mangiare serenamente quando sono fuori con i miei amici. Evito sempre di mangiare con altre persone che non siano i miei. Ho paura che ciò che possa mangiare possa farmi sentire male. Questo mi capita solo con persone con non sono miei parenti, infatti ho mangiato tranquillamente fuori casa con i miei. Non sono più spensierato, continuo a chiedermi se possa star male o se mangiando qualcosa mi potessi sentire male. Mi chiedo se riuscirò a ritornare all'università, se riuscirò a vivere nuovamente da solo o se sarò per sempre terrorizzato da questa situazione. In cuor mio so che razionalmente non ho nulla, che tutto quello che ho passato è dovuto dall'ansia però forse il mio subconscio non è così tanto convinto dato che continua a tormentarmi non permettendomi di vivere serenamente.

La mia domanda in tutto questo è cosa posso fare? Cosa posso fare per ritornare ad essere spensierato, a ritrovare il coraggio di riprendere la vita di un tempo, a non avere paura di star male e debellare complettamente quest'ansia che si presenta qualche sera?

Mi scuso in anticipo per il disturbo, in attesa della seduta di giorno 18 ho pensato di porre questi quesiti a voi per avere un sostegno. Grazie mille, buonaserata.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

come mai le sedute sono così distanti l'una dall'altra?

La prima cosa che mi verrebbe da rispondere è che Lei è ancora troppo focalizzato su tutte le piccole attivazioni del Suo corpo e che non ha ancora imparato a riconoscere i Suoi "doloretti" e a collegarli con gli stati interni.

Posso chiederLe che tipo di psicoterapia sta facendo?
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dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr.ssa,

Suppongo che le sedute sono così distanti in quanto mi sono rivolto al consultorio, la dr.ssa che mi segue lavora anche a scuola e quindi magari avrà troppi impegni per diminuire i tempi tra una seduta e l'altra.

Non sto facendo alcuna psicoterapia. Infatti la dr.ssa che mi segue non è una psicoterapeuta ma solamente psicologa. Le nostre sedute sono caratterizzate da me che parlo ed espongo i miei problemi. Spesso non so di cosa parlare perché sento come se avessi detto tutto, eppure non sono ancora arrivato ad una soluzione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

la psicologa che tipo di lavoro sta facendo con Lei?
Ha forse suggerito una psicoterapia?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che dopo sole 3 sedute questo sia un risultato molto importante:

"A livello fisico i sintomi sono scomparsi quasi del tutto, non ho più coliche, eruttazioni, sensazione di nodo alla gola e fastidi vari allo stomaco. In questo mese e in quello di gennaio mi sono sentito veramente rinascere. Ho ripreso a mangiare regolarmente senza avere disturbi gastro-intestinali e soprattutto senza avere ansia".

Probabilmente la psicologa che la segue si sta specializzando in psicoterapia, se non è già psicoterapeuta: molti centri di salute mentale si avvalgono infatti per la maggior parte dell'opera di specializzandi, ma questo non significa che il percorso che sta facendo non le sia utile (e infatti ci ha riferito importanti miglioramenti).

Cerchi di capire se la frequenza delle sedute non è modificabile e se una seduta ogni 15 giorni è il massimo che quella struttura può offrire, o se invece può ottenere di vedere la psicologa una volta a settimana.

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Utente
Utente
@Dott.ssa Angela Pileci,

La mia psicologa non ha suggerito una psicoterapia. Le sedute sono generalmente dei colloqui. Parlo di ciò che mi turba e delle giornate in cui sono stato male. Ultimamente mi ha fatto fare un test per calcolare l'ansia manifesta e non, dalla quale è uscito che ho un'ansia pari a 4 (irrilevante mi è stato detto) e poi mi ha fatto fare dei disegni ovvero un ragazzo, una ragazza, un albero e una famiglia. La psicologa sta lavorando anche sulla mia identità sessuale. Per questi disturbi mi ha detto che è normale, dato che probabilmente è una somatizzazione. Mi ha chiarito che probabilmente ci sarà stato un problema d'intossicazione a luglio e che adesso non c'è più nulla, eppure è come se non ne fossi del tutto convinto, i giorni in cui sto male mi chiedo sempre se tutto ciò che ho avuto non se ne fosse mai andato, non so perché.

@Dr.ssa Flavia Massaro,

Proverò a chiedere se è possibile modificare la frequenza delle sedute. Non dico che il percorso che ho fatto e che sto facendo non sia utile però è come se non mi sentissi aiutato. Io continuo a parlare dei miei malesseri però il terrore di stare male, di mangiare fuori con gli amici o di ritornare a vivere da solo c'è sempre. E premetto che questi problemi non ci sono mai stati. E' come se avessi subito un trauma, ecco.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Probabilmente siete ancora in una fase valutativa, se ha effettuato solo 3 sedute e se nel corso di queste sedute le sono stati somministrati dei test psicologici che servono appunto ad approfondire la conoscenza della sua situazione.

Penso che l'aver effettuato solo 3 sedute in 2 mesi contribuisca ad alimentare in lei questa sensazione:

"è come se non mi sentissi aiutato"

anche se in realtà ha già avuto miglioramenti che avrebbero potuto richiedere molto più tempo e lavoro semplicemente iniziando a parlare di sè e delle sue difficoltà.

E' importante che riferisca alla prossima seduta che non sente di ricevere tutto l'aiuto che le serve e che chiarisca quindi sia la possibilità - o meno - di ottenere sedute più frequenti, sia quali sono i limiti dell'intervento del quale sta usufruendo.
[#19]
dopo
Utente
Utente
Gentilissimi dottori,

Sto riuscendo a tenere sotto controllo la mia situazione grazie allo yoga e al training autogeno da autodidatta. Mi aiutano parecchio specie a rilassarmi e inoltre a non arrivare la sera stressato. Volevo però un chiarimento sul seguente caso che mi è capitato ieri notte.

Ho sognato di stare male, vomitavo e la gente mi stava attorno puntualizzando che stessi male. Al risveglio, inizialmente, non avevo nulla ma subito dopo ho iniziato a pensare se effettivamente stessi per stare male come nel sogno. Immediatamente ho avvertito il cuore aumentare di battito, avevo una forte nausea e acidità, sentivo caldo e mi sentivo debole. Ero pallido in viso. Successivamente ho iniziato a sudare freddo e ad avere delle vere e proprie scosse per tutto il corpo. E' durato per almeno 20 minuti. Col tempo, respirando profondamente, sono riuscito a calmarmi e dopo aver preso una gaviscon l'acidità è magicamente scomparsa subito dopo averla presa.

Questo è il secondo episodio e vorrei sapere se questi attacchi possono essere risolti grazie ad uno psicologo o se necessitano l'aiuto di uno psicoterapeuta. Cosa posso fare, nel mio piccolo, durante questi attacchi per evitare di cadere maggiormente nel panico?

Grazie e scusate le tante domande, buon lavoro.
[#20]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
E' possibile che un incubo di quel tipo (del quale probabilmente ricorda solo un frammento, come spesso avviene, e non l'intera sequenza) abbia generato in lei un attacco d'ansia, ma è anche possibile che, banalmente, lei non avesse digerito la cena e che si sia spaventato per il conseguente disagio fisico.

Ha chiarito con la psicologa che le segue a centro di salute mentale i punti che le avevamo consigliato di discutere?
[#21]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr.ssa Massaro,

Purtroppo non mi è stato possibile trattare quei punti con la psicologa dato che quel giorno ha avuto un contrattempo e quindi la seduta è stata molto veloce, era veramente tardi. Ho dunque preferito parlare del disagio che avevo avuto in quei giorni. Tuttavia lo farò giorno 3 marzo, in vista di questo attacco di panico, perché sento che discuterne da un lato mi rassereni ma allo stesso tempo non mi aiuti nella risoluzione del problema. Infatti chiederò se è possibile fare delle sedute di psicoterapia nella struttura stessa oppure nelle zone a me vicine, qui in Sicilia.

Aggiungo che il giorno seguente a questo attacco di panico ovvero ieri, sono stato per tutta la sera irrequieto, ero apatico, non avevo appetito ed ero ansioso. Successivamente ad un pianto liberatorio mi sono ripreso. Sono scoppiato a piangere senza nessun motivo, forse il motivo è stato questo stato emotivo che mi genereva ansia. Oggi invece sto molto meglio. Questo episodio può essere dovuto al fatto che ero ancora preoccupato all'attacco di panico avuto?
[#22]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se è scoppiato a piangere senza un preciso motivo penso che possa essere stato un pianto liberatorio, con il quale ha sfogato la tensione accumulata in precedenza.
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