Separazione ?

Buongiorno, sposato da 9 anni due bimbe di 7 e 3. Fidanzati di 7 anni. Io assente per mesi,entrambi fedelissimi. Appena fidanzati dice che lei vuole sposarsi vergine, ci sto, mi pareva giusto. Rapporto difficile con i miei, osteggiano la relazione, li allontano. Dopo 5 anni considero stabile la relazione e chiedo più del petting (raggiunto con difficoltà sua), lei rigetta, rigetta anche idea di sposarsi per finire università.Trovo lavoro in città poco lontana dove mi trasferisco, crisi con lei di mesi e ho una relazione, ma capisco che le voglio bene e la cerco nuovamente, dicendo che aspetto il matrimonio anche io. Completa la laurea e pianifichiamo sposarsi dopo 9 mesi. Ci sposiamo. Prima notte, con aereo giorno dopo per viaggio, io brillo, provo ma non combino nulla. Crociera, si prova... con frustrazione, senza risultato, lei dice che sono grosso, non accetta di essere toccata... frustrazione totale. (una sera telefona alla madre per chiedere come fare...). Passa viaggio di nozze scarsa passione. La passione stenta ma sembra che arrivi, anche se con difficoltà, ma la amo, e anche se a volte mi alzo dal letto perchè non resisto a farmi spostare le mani mentre la tocco o a farmi spingere via con le gambe nella classica, frustrazione. Resta incinta, non si fa toccare durante gravidanza e non pensa manco a me. Post, resta un po sovrappeso, e al terzo anno le chiedo se può dimagrire replica che ha avuto una bimba(!) nel frattempo la mia vita passa da casa a casa dei suoi con appuntamenti domenicali fissi, lei sempre al rapporto telefonico dei suoi anche se si va a fare la spesa. La amo e c'è la bimba. Alti bassi nella sessualità ma nell'intimità sono frustrato,come tenuto a distanza,lei lamenta che per lasciarsi andare vuole coccole e che non si sia in tensione se no non riesce...dice di attendere, andrà meglio. Io a volte crisi nervose, sbatto porte e sedie. Seconda bimba, sempre per caso. Un incidente porta via mio collega, io illeso per caso, alcuni, tra cui una che 15 anni prima era innamorata di me mi cercano per notizie, inizio relazione extra. Sono 2 anni che vivo, tra corse in auto e bugie, l'altra (già separata) chiede di più, insieme stiamo bene, ha una bimba. Sono alle strette. Voglio bene a mia moglie, ma non voglio viverci, mi sono svegliato, riavvicinati i miei, ero entrato nella sua vita, la mia spariva, liti per impegni/svaghi miei extra casa (sport), per mancato aiuto a casa (lavoro 74 ore alla settimana su turni, lei non lavora), ciclo da terapeuta inutile. Difficile parlarci,lei urla,non accetta evidenza di nostro errore. Amo le bimbe da pazzi. Vivere con altra bimba senza le mie è doloroso pensarlo, mi sento colpevole. Lei incavolata come bimbo cui si toglie il gioco, sa che per le bimbe farei di tutto.Io non urlo più, lei si,anche con loro presenti a volte,12 mesi che non la tocco per rispetto ad altra(che ora preme, ma io reagisco al contrario, più spinge più resisto, ma siamo tesi, non vinco paura per bimbe).
Che fare?Thanks
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

dice che il ciclo di terapia non ha avuto successo: si trattava di una terapia di coppia o individuale?

Da qui è difficile ricostruire tutto, perché possiamo ipotizzare che il valore di sposarsi vergine in realtà nascondesse una fobia o comunque un timore dell'intimità che, probabilmente, Sua moglie non ha mai affrontato e quindi è rimasto lì...

Ora Lei ha una storia che pare Le dia felicità, ma che comporterebbe scelte dolorose: non credo che internet sia il luogo più adatto per scelte del genere. Perchè non torna in terapia, magari con Sua moglie, per capire e risolvere il problema?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie, la terapia è stata di coppia, ma alla fine sembrava che il malato fossi solo io, e si snocciolava la lista di cose che non faccio (stare con le bimbe e tenerle) e che dovrei fare, oppure la lista delle mie attività extra lavorative (palestra e corsa che impegnano un paio di ore al massimo e non tutti i giorni, ho tralasciato altri impegni associativi ma lo sport almeno no) che nei giorni libero dal turno portano via tempo alle cose di casa. (Viene anche una signora per aiutarla per le pulizie ogni tanto). Le sue richieste sono semplici, devo tornare come ero. Le mie di avere un diverso e migliore rapporto di coppia... Discendono dal mio comportamento (se le faccio vedere che sono bravo ok, se no lei reagisce così... ) al che vedendo che anche quando si poteva parlare senza urlare, di fronte ad un estraneo, lei si aspettava la "ragione" beh ho abbandonato il campo. Inutile la ricerca delle cose piacevoli da fare insieme, inutile riscoprire il periodo della passione (perché non c'è mai stato prima). Le mie rimostranze sul suo tentativo di farmi assomigliare al suo padre ridotto a zerbino, hanno interessato la terapeuta dicendo che portarsi da casa degli esempi va bene ma poi replicarli non sempre si adatta, al che lei si è scocciata della terapeuta. Ho provato a farle leggere alcuni libri di Giacobbe, con toni scherzosi affronta temi seri e adatti, ma non ha manco aperto. Io stufo di essere vittima, ho smesso di sentirmi tale e sto bene, osservando che di fatto del male non gliene ho mai fatto. Avevamo un rapporto basato sui sentimenti, invece mi sento accusare di pensare solo ad altro (che non c'è stato se non quando la Chiesa lo ha sancito), di essere diventato ateo ecc ecc. Ad ultimo una telefonata dei suoi poco piacevole in cui mi hanno rivelato che sto talmente poco con le bimbe che manco mi cercano quando assente, non per lavoro ma per diletto mio. Il mio timore è che separandoci le bimbe trovino una situazione peggiore di quella odierna, ed è la sola cosa che mi trattiene. Internet non è posto adatto, ok, non mi interessa avere ragione o torto, ma voglio fare una cosa giusta stavolta.... Per me e le bimbe.


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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
" non mi interessa avere ragione o torto, ma voglio fare una cosa giusta stavolta.."

Mi pare che questo sia un ottimo punto dal quale iniziare, perché lo scopo di un trattamento di coppia infatti è risolvere il problema. Però mi pare di capire che voi due vi siate incolpati a vicenda su ciò che manca al partner, anziché considerare che fate parte della stessa squadra e che il vostro obiettivo è comune.

Avevate fissato degli obiettivi con la terapeuta? Se sì, quali?

Quando si fa parte della stessa squadra, il compagno viene visto come qualcuno con cui fare un pezzo di strada e condividendo obiettivi; certamente -data la vicinanza- possiamo notare difetti e mancanze, ma l'atteggiamento non può essere sempre intollerante. La base per proseguire è capire qual è la vostra motivazione, che non può essere solo il bene delle bambine.

Se con quella terapeuta non vi siete trovati bene, non è detto che non possiate sceglierne un'altra, magari con specifica formazione in psicoterapia sistemico-relazionale.

Cordiali saluti,
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Dr. Monica Zoni Psicologo 164 13
Buongiorno,
la strada della terapia pare sia l'unica che possa portare ad una decisione.

La riprenda: se Sua moglie accetta di fare un percorso insieme a Lei, verranno evidenziati i problemi della Vostra relazione in merito alla risolvibilità o meno degli stessi.


Se invece inizierò un percorso individuale, questo la porterà a capire qual'è la scelta migliore per Lei e come gestire le eventuali decisioni che Lei prenderò.

Buone cose

Dr. Monica Zoni, Psicologa clinica, Milano sud e Skype
zoni.monica@gmail.com cell. 3394939556

[#5]
dopo
Utente
Utente
Con la terapeuta avevamo cercato, quando ci chiese se volevamo aiuto per continuare o per lasciarsi, situazioni che non portavano conflitto e l'intento era quello di viverle insieme nuovamente e cercando piacere comune, ad esempio fare la spesa o organizzare una gita, purtroppo anche in quei frangenti ero colpevole di qualcosa, come il restare fuori dal negozio oppure se entravo non scegliere io cosa comprare (la risposta "fai tu, per me sono belli entrambi" la manda in tilt, odia scegliere da sola temendo di sbagliare o chissà cosa) mentre le gite che propongo sono o troppo lontane o troppo complicate da raggiungere oppure fa troppo caldo oppure troppo freddo, e si discute. Si è andati avanti finora perché sono rimasto in attesa di un miglioramento del nostro rapporto, anche lei ammette che la nostra intimità non va bene, ma la causa sono io che non sono abbastanza tenero(!) oppure si altera perché manco da casa quando lei non vorrebbe, lamenta mancanza collaborazione ma poi non sono libero di portare le bimbe da qualche parte se decide che non è il caso (non è che le porto a scalare montagne o nei vicoli eh), insomma se divento come lei vuole può essere che va bene. Cose in comune da fare non ne abbiamo mai avute, vacanze a parte, ma non si vive sempre in vacanza, ma volendosi bene si passa sopra ci si capisce, mentre invece giocare a far sentire carnefice l'altro... Si arriva a questo punto. Da fidanzati ci siamo seguiti in alcune attività del uno o del altro, poi le mie sono diventate fastidiose invece che viverle anche con le bimbe e lei, le sue le ha abbandonate sostituite dalle cose di casa, e di questo mi rimprovera, ma se non si fida a lasciarmi uscire dove desidero con le bimbe come pretende di fare qualcosa per se? Separarsi la manda in tilt perché sa che se sono con me lei non può interferire come vorrebbe. È rigida e a mio parere immatura. Le bimbe sono serene, con loro è molto mamma e mi piace, ma le pretese e le accuse verso di me sono oggi intollerabili perché sempre più penetranti. Mentre le mie aspettative non hanno valore. Sono disincantato, cosa cerco? La forza per fare quel passo, un appoggio mentale per non sentire la violenza che sentirei di fare alle bimbe. Non credo in un suo cambiamento, sono 15 anni, l'incidente al mio collega mi ha svegliato di colpo, cosa sto aspettando? Perché devo mendicare e castrarmi mentalmente per fare una vita che almeno nella coppia dovrebbe essere piacevole? Troppo legata ai suoi, ho cercato di dare colpa a loro delle sue difficoltà, educazione ecc ecc ma ne è proprio convinta invece, figlia unica viveva con loro e due zie stessa casa, un matriarcato, vabbè ma se ci sposiamo siamo io e lei e basta ho sempre pensato. Invece no, la tengono al guizaglio giocando alla vittima pure con lei, ecco dove ha imparato, temono non li accudisca da anziani? Ho rifiutato ottimi lavori per non spostarmi di 200 km per farla vivere vicino ai suoi, ok siamo stati stupidi e immaturi entrambi 10 anni fa. Ma quando si vuol bene non si vede tutto chiaro. Terapia per me? Può essere, ma temo più per lei con le bimbe... Forte della convinzione di essere nel giusto che ha mi taccia non voler essere padre, tutto quello che vuole è essere aiutata a fare... La mamma. Ma se lavorasse? Non vedo sbocchi insieme più di ora che ci tolleriamo e in casa stiamo separati, ma che vita è? Forse anche lei troverebbe una dimensione migliore senza di me, in questo periodo esce con bimbe e amiche e si fa le sue cose, si cura la casa come la terapeuta le aveva detto. E attende che il figliol prodigo rientri. Non intravedo possibili cambiamenti, non ci credo più, non so spiegarlo meglio... Posso anche restare così per anni, cercando di non litigare come sto facendo ora, ma sono talmente sfiduciato che io non alzo più la voce come in passato, sono calmo perché in fondo non mi aspetto di ottenere nulla dalla discussione, che tanto verte sempre su ragione torto, tu fai questo è invece dovresti far quello. Scusate la lungaggine, comunque proverò da solo prima, dalla stessa, che era piacevole come approccio. Lei è ormai risentita per averla portata dalla psicologa come fosse una pazza... E che non le dava nemmeno ragione. Strilla senza controllo quando si discute, isterica, come se non vedesse cosa succede, come a dire: non vale! Non può succedere questo! A me che sono perfetta e seria, e poi giù a dire meglio le poco serie, sono più rispettate...
Componente educativa ci sta tutta, matriarcato opprimente pure, però per svegliarsi si può sempre se ci si mette in discussione, troppi punti fermi... Io ho provato a scalfire ma davvero... Mi arrendo. Non mi ci vedo più.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
<<Le sue richieste sono semplici, devo tornare come ero.
Le mie di avere un diverso e migliore rapporto di coppia...<<

Queste mi sembrano buone considerazioni per ri-cominciare una terapia di coppia che Vi aiuti a capire se stare assieme (su altre basi) o lasciarvi.

Anche pr lasciarsi in modo civile ci vuole spesso un aiuto. Considerato che in ogni caso i due rimangono "genitori insieme" ...



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/