Ho toppato ad un esame importante

Gentilissimi dottori,
dopo un periodo di sospensione della carriera universitaria (3 anni circa in cui ho dato esami intermittenti) in cui ho sofferto di depressione, panico ed ansia che mi causavano blocco, ho ricominciato a pieno ritmo.
Ho avuto i miei discreti risultati ma do gli esami a rilento (ma gli intervalli di tempo tra l'uno e l'altro stanno diminuendo).
l'altro giorno dopo 4 mesi di studio ho affrontato l'esame scritto e l'ho superato. Oggi ho sostenuto l'orale ma ho fatto quasi scena muta perchè il professore mi ha beccato su una cosa che non conosco molto bene.
Lui mi ha detto "ma se non la sai non era più corretto dirmi che non la sapevi?"
Io gli ho detto che aveva ragione. Ma mi ha detto "vabbè, io direi che ci dobbiamo rivedere".
Quindi il mese prossimo devo risostenere l'esame orale.
Mi sento un cretino perché mi hanno fatto notare che io non ho chiesto nemmeno di farmi un'altra domanda. Lui con una domanda su un argomento peraltro anche stupido e inutile ha ritenuto che tutta la mia preparazione fosse inutile.
Ora mi sento inutile, l'ultima ruota del carro e che tutto quello che faccio è insensato.
Sento che tutto l'entusiasmo che ci avevo messo nel ricominciare era tutta una finta mentale che mi ero figurato e che sono comunque un fallito fuori età e disadattato.
Inoltre, ho anche una storia famigliare particolare con un padre completamente assente che non mi sostiene in nessun modo e sono mantenuto da mio nonno e mi pesa troppo questa situazione. Vedo ingiustizie su ingiustizie.
In questo momento vedo tutto nero.
Come si fa fronte a questi stati d'animo? Grazie.
[#1]
Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Gentile utente,

innanzitutto le chiedo se è in carico ad uno specialista per i problemi di depressione, ansia e panico. Vedo che lo scorso anno aveva richiesto un consulto per motivi analoghi.

Dopo un periodo di sospensione, non si può avere la pretesa di riprendere "a pieno ritmo" dando un esame dietro l'altro. Sarebbe irrealistico, perché le capacità cognitive necessarie per lo studio (come l'attenzione, la memoria, la velocità di elaborazione delle informazioni) sono fuori allenamento (anche per via delle problematiche sul piano dell'umore che ha dovuto affrontare) e vanno piano piano nuovamente "allenate". Sarebbe come se un atleta professionista pretendesse di correre la maratona dopo essere stato fermo un anno per infortunio. Si conceda quindi di andare "a rilento" per un po', che poi se dobbiamo dirla tutta 3-4 mesi sono un tempo normale per la preparazione di un esame universitario.

Nel corso della carriera universitaria può capitare a tutti di non essere preparato su un certo argomento e di venire interrogato proprio su quello, non si colpevolizzi e la prenda come occasione per migliorare la sua preparazione per il prossimo appello. Si ricordi che il voto o la bocciatura non sono un giudizio sulla persona, ma solo sulla sua preparazione. Lei pertanto non è né un cretino né un fallito, semplicemente non ha superato un esame. Una bocciatura capita a tutti prima o poi e spesso anche più di una.

Suo nonno le ha mai fatto pressioni in merito alla carriera universitaria? È lei che ha deciso di iscriversi all'università?

Dr.ssa Serena Sassi

Psicologa

[#2]
dopo
Attivo dal 2010 al 2019
Ex utente
Gentilissima dottoressa,
innanzitutto la ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
Sono stato in cura in psicoterapia per un anno, e devo dire che ho avuto diversi miglioramenti soprattutto nella rielaborazione delle consapevolezze che mi portavano ad esperire il mondo da determinati punti vista, quindi ho cambiato moltissimo la mia percezione del mondo.
Però all'università ci tengo tanto e quindi mi capita in questi frangenti di sentirmi un rallentato nei rallentati.
In quegli anni ho avuto in corso una tiroidite acuta che mi ha fatto diventare ipotiroideo quindi anche l'assetto ormonale era squilibrato e avevo perso il naturale tono dell'umore e il ciclo-sonno veglia.
Dopo la psicoterapia, la cura sostitutiva con L-tiroxina sto molto meglio e sto riprendendo in mano tutto.
Ma mi sembra tutto così tardi, mi sento a disagio e fuori posto, anche se questo è il posto mio. E quando vengo bocciato ad un esame penso che non ho tempo per sbagliare perchè è già tardi e mi nasce l'ansia perchè vedo la laurea sempre più lontana (studio Medicina).
Mio nonno non mi ha mai fatto pressioni in modo diretto, ma alcune frasi mi hanno colpito di striscio tipo "se non ci fossi stato io chissà dove saresti finito; stavo pensando al fatto che menomale che ti ho dato una mano altrimenti chissà come sarebbe finita ecc ecc". La sua presenza nella mia vita è stata salvifica. Ma ha un carattere che spesso tende all'eccedenza e diventa invasione di campo dalla quale però dipendo in senso economico. Quindi mi ritrovo a contestare ma usufruire e per questo si aggrava anche il mio senso di colpa.
Le chiedo scusa per il papiro ma le ho cercato di fornire il quadro più chiaro possibile. Grazie mille, davvero!
[#3]
Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Gentile utente,

dei problemi di salute che le hanno causato un rallentamento negli studi lei non ha colpa (e questo, in quanto studente di medicina, dovrebbe saperlo bene). Come si sente è comprensibile, ma il fatto che abbia avuto un rallentamento in passato non significa affatto che adesso lei non possa più permettersi di sbagliare. Puo' riprendere il suo percorso e sbagliare tutte le volte che le serviranno per migliorarsi. Il tempo che impiegherà per laurearsi non toglierà affatto valore all'obiettivo comunque raggiunto.

Le parole di suo nonno, che lei ha riportato, non sono necessariamente un'esortazione a fare in fretta. Potrebbero essere un commento con il quale semplicemente riconosce le difficoltà che ci sono nella sua famiglia e che, immagino, le siano state di ostacolo?

Se lo ritiene, in questo momento di difficoltà, potrebbe riprendere il percorso di psicoterapia che ha concluso. A volte, nonostante i risultati ottenuti, può essere utile riprendere il percorso per fare altri pezzetti di lavoro su di sé o per superare momenti critici specifici.
[#4]
dopo
Attivo dal 2010 al 2019
Ex utente
La ringrazio di queste parole, davvero.
Ed è vero, i risultato che volevo posso comunque raggiungerlo. Solo che è come se a 27 anni avvertissi tutto questo impegno come quasi ridicolo, inadeguato. Forse perchè io mi reputo ridicolo.
Ammetto che se io conoscessi qualcuno che sia nella mia stessa condizione e nonostante tutto sta reagendo, lo ammirerei. Forse io non riesco ad ammirarmi.
Quanto alla psicoterapia vorrei davvero afferirci nuovamente, ma sono economicamente impossibilitato adesso.
[#5]
Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Cosa la fa sentire ridicolo? La sua età?
Tra qualche anno, quando sarà medico, il tempo in più che ha impiegato all'università sarà ininfluente.
Ha sperimentato sulla sua pelle alcune problematiche di natura fisica e mentale e questo, se vuole, potrà diventare un punto di forza della sua professione, rendendola più sensibile e attento ai risvolti psicologici delle patologie organiche.

Sta a lei decidere se trasformare un evento avverso in risorsa o lasciare che la limiti, permettendo che la blocchi rispetto al raggiungimento del suo obiettivo.

Se lo desidera davvero, ci sono ottimi psicologi e psicoterapeuti anche nel SSN, dove viene richiesto di pagare solo il ticket. In alcuni consultori familiari, le prestazioni psicologiche sono addirittura gratuite sebbene limitate nel tempo. Un percorso breve potrebbe fare al caso suo in questo momento, per aiutarla a superare questa tendenza all'autodenigrazione e aiutarla ad impiegare le sue risorse altrove, in una direzione più produttiva.
[#6]
dopo
Attivo dal 2010 al 2019
Ex utente
Fra tutte le parole che mi ha detto, c'è una frase che mi ha cambiato la giornata "Sta a lei decidere se trasformare un evento avverso in risorsa o lasciare che la limiti, permettendo che la blocchi rispetto al raggiungimento del suo obiettivo".
Ho capito che sto guardando la situazione dalla prospettiva sbagliata. Sto iniziando a perdere quell'allenamento a pensare meglio che ti dà la psicoterapia mentre si è in trattamento.
Oggi sono andato a seguire gli orali degli altri colleghi. Ho cercato di capire in che direzione il professore punta, il modo in cui ragiona, il livello che pretende e la sua reazione alla qualità dell'errore commesso.
Ho cercato di trasformare questo episodio in un preambolo del miglioramento!
Devo reagire. E devo passare avanti.
E farò come mi ha detto. Mi rivolgerò al medico di famiglia per capire se posso usufruire della psicoterapia in regime di SSN. Cosa ne pensa? Grazie !!!!!
[#7]
Dr.ssa Serena Sassi Psicologo 67 1
Penso che stia prendendo un'ottima direzione!

Quanto alla psicoterapia in regime di SSN, tutti ne possono usufruire. Fa bene a rivolgersi al suo medico che potrà indirizzarla correttamente secondo le modalità di accesso previste dalla sua Regione.

Le auguro di portare a termine il suo percorso con serenità.