Conseguenze aborto spontaneo e rapporti familiari

Ho subito un aborto spontaneo quest'estate,
Il grande problema che ho è però nella gestione della cosa con la famiglia di mio marito.
Premetto che vivo nella città d'origine di mio marito e non possiedo una mia rete familiare "mia" e, stupidamente, quando ho annunciato la gravidanza a mia suocera, confidavo di trovare l'appoggio che avrei potuto trovare in mia madre (mancata 20 anni fa). Niente di più sbagliato.
Mia suocera, per motivi suoi, si è comportata in una maniera talmente egoistica che non riesco a perdonare, al punto di non riuscire nemmeno più a guardarla in faccia.
Sei mesi prima che io annunciassi la gravidanza, aveva avuto la notizia dell'aborto spontaneo dell'altra nuora, fatto che aveva colpito ognuno di noi, me compresa.
Da lì, ignorando che noi fossimo alla ricerca, per giustificare la cosa, ha iniziato a ripetermi che il 50% delle gravidanze termini in aborto (e potete immaginare come mi sentissi io, alla prima ricerca e in età, purtroppo, avanzata).
Quando la informai piena di gioia della gravidanza, mi risposte che "se lo aspettava dall'altra coppia, ma non da noi" e che comunque "anche l'altro figlio e la moglie avrebbero avuto presto un figlio". Mi sentii scalzata, come se la mia gravidanza non fosse importante, come se quelli da tutelare fossero stati gli altri due, e non io che aspettavo un bambino. Avevo compreso la sua preoccupazione di madre, ma ritenevo che dovesse parlarne con altri E NON CON ME. Comunque, ero felice e feci spallucce.
Durante il breve periodo della mia gravidanza non fu mai disponibile, le poche volte che chiesi qualcosa aveva altro da fare (ad esempio ritirarmi un referto prima che il laboratorio di analisi chiudesse per ferie, perché non potevo lasciare il lavoro, lei mi rispose che doveva andare al mare...). In accordo con il ginecologo partii per le vacanze. Purtroppo abortii e quando tornai lei e il marito ci vennero a prendere in aeroporto, mentre io continuavo l'espulsione.
Al che mi disse "hai bisogno di qualcosa?" io risposi "no" perché onestamente non pensavo A COSA potesse servirmi, ero ancora scossa e intontita dal dolore, e lei mi rispose "ok, allora domani vado in montagna dalla mia amica":
Mi arrabbiai a tal punto che le dissi che c'ero rimasta male e lei mi rispose che dovevo capirla, che aveva avuto delle brutte ferie perché aveva piovuto sempre e aveva bisogno di un po' di compagnia.
E lì si è scatenato l'odio.
Qualche mese dopo, in cui i rapporti erano rimasti freddissimi, ho avuto la notizia della nuova gravidanza dell'altra nuora, che mi è stata comunicata senza nessun tatto via sms dal marito.
Inizialmente mi è crollato il mondo addosso, forse per invidia, ma poi ho realizzato che tutta la mia rabbia veniva da mia suocera, pensando che non posso tollerare di vedere la sua comprensibile gioia (le sta nascendo un nipote, è ovvio) e ricordare quello che ha fatto a me, come se adesso fosse finalmente contenta. Non riesco nemmeno a guardarla e vorrei chiedere a voi cosa possa fare.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 101 45
"confidavo di trovare l'appoggio che avrei potuto trovare in mia madre (mancata 20 anni fa). Niente di più sbagliato."

Gentile Signora,
ha dolorosamente constatato che non le è possibile ricevere da sua suocera l'ascolto, la comprensione e le attenzioni di cui necessita. La rabbia pare scaturire soprattutto dallo scarto esistente tra le sue aspettative e il reale comportamento di sua suocera. La via più efficace per cercare di ridurla, in tal caso, non potendo modificare condotte e atteggiamenti di chi ci circonda, potrebbe essere quella di ridimensionare le proprie "pretese", facendo i conti con le differenze individuali.

Ciò che balza, a mio avviso, agli occhi è che grande assente nel suo racconto è il figlio di questa donna, ossia suo marito: che ruolo ha giocato in quei momenti e ora?
Come reagisce a queste diversità di trattamento con suo fratello?
Si è accorto di quanto Lei è stata (e sta) male?
In lui ha trovato l'appoggio di cui ha bisogno?
Ha cercato (o cerca) di mediare tra madre e moglie?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Grazie dottoressa per la sua risposta.
Definendo mio marito un grande assente ha confermato quello che gli ripeto da mesi, cioè che sto male.
Invece lui dice che "sua madre è così e quindi non ci parla" e che io sono on grado di fare qualunque cosa, quindi non dovrei dare soddisfazione a queste persone e che le apparenze vadano salvate.
Addirittura qualche giorno fa mi ha trascinata a cena dalla zia, sorella di mia suocera, dove a tradimento ho trovato pure quest'ultima. Gli avevo detto e ripetuto che non volevo andarci, ma ha continuato ad insistere e alla fine ho ceduto. Il risultato è che la cena è stata un disastro, io ho reagito male quanto l'ho vista lì e ho passato buona parte della serata con i musi.
L'unica cosa che non volevo fare è dare loro la soddisfazione di vedermi annaspare e invece gliel'ho fornita sul piatto d'argento.
Lui dice che "non gli interessa" cosa dicano sua madre e suo fratello, e dovrebbe essere lo stesso per me.
Il fatto che importi a me è del tutto irrilevante.
Continua a ripetere che vorrebbe sapere chi mi ha messo in testa di non farcela, chi mi ha messo in testa di essere fragile... La realtà è che io non voglio avere queste persone tra i piedi, non voglio. Ho bisogno di stare serena e con loro non è possibile.
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