Non riesco più ad essere lucida a causa di ansia e stress

Salve a tutti!
Ho iniziato a soffrire di ansia per la scuola quando frequentavo il liceo. E' stata sempre una sorta di altalena ma ultimamente la situazione è diventata ingestibile. Anche perché credo che la mia condizione sia un po' peggiorata.
Sono successe molte cose negative negli ultimi anni che hanno influenzato la mia condizione. Ho attraversato dei momenti in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto, ho avuto giornate in cui ho avuto martellanti pensieri suicidi, non riuscivo a mettere il naso fuori di casa, non riesco quasi più a parlare con le persone a me vicine (anche perché di solito tendono a sottovalutare il mio malessere interiore e io mi sono stancata di questa sufficienza). In mezzo a questo periodo nero c'è stata la sessione invernale appena conclusa.
E' stato faticoso per me preparare una sola striminzita materia, è stato faticoso presentarmi all'esame. Ricordo quella mattina in cui mi sentivo talmente tanto carica di stress che ad un certo punto ho avuto dei violenti capogiri.
Ho sostenuto un esame terribile perché la mia testa non c'era. Mi forzavo di concentrarmi ma sentivo il cervello inceppato andare a rilento.
Ieri ho scoperto di aver superato l'esame con 19. Un voto orribile che per me è peggio di una bocciatura e che non rappresenta me come studentessa, la mia preparazione.
So che averlo passato visto come mi sento è una vittoria ma questo risultato mi butta ancora più giù perché sento di dovermi accontentare di fare tanta fatica e non riuscire mai (discorso che applico anche ad una dieta che sto seguendo senza vedere quasi nessun risultato). E' frustrante e accumula negatività su negatività.
Potrei rifiutare ma ho paura di stare peggio e di non riuscire poi nemmeno a superarlo l'esame.
Non so che fare. Non so cosa mi farebbe stare meglio, cosa mi aiuterebbe in questo momento delicato.
Non so nemmeno se valga la pena continuare l'università visto il continuo stress che si somma allo stress, alla tristezza che già sento nella mia vita.
So di aver bisogno di un aiuto psicologico e lo sto cercando ma ho ricevuto molte porte sbattute in faccia, in primis dai miei genitori che si sono rifiutati di darmi aiuto.
E' difficile lottare su così tanti fronti da sola...

Vi ringrazio in anticipo,
P.
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Gentile utente,

dal racconto emerge una grande insoddisfazione e disorientamento.
Noto solo pochi passi in cui l'ansia e lo stress potrebbero essere le cause principali dei suoi disagi.
A mio parere, la sua è una situazione che vede diversi elementi in gioco: in primo luogo, l'autostima sembra essere sotto tono.
Lei sembra essere intrappolata in una serie di pensieri ed errori di ragionamento ("per me è peggio di una bocciatura e che non rappresenta me come studentessa", "sento di dovermi accontentare di fare tanta fatica e non riuscire mai ", "ho paura di stare peggio e di non riuscire poi nemmeno a superarlo l'esame"...) che possono essere risolti solo grazie ad un intervento diretto di un collega.
Sarebbe interessante capire il significato che tutta questa situazione assume nella sua vita: l'università, la performance, il controllo..e non per ultimo, il momento stesso in cui riferisce di aver iniziato a dover sopportare questo disagio (liceo).
Da questa postazione, però, al momento vorrei capire cosa intende con questa frase: "So di aver bisogno di un aiuto psicologico e lo sto cercando ma ho ricevuto molte porte sbattute in faccia, in primis dai miei genitori che si sono rifiutati di darmi aiuto". Può spiegarsi meglio?

Intanto, se vuole può leggere qua:

https://www.psicologobs.it/diagnosi/ansia-sintomi-e-cura/

Quanto di quello che c'è scritto rappresenta la sua situazione? E, soprattutto, quanto, in percentuale, ritiene che quello che c'è scirtto sia la causa dei suoi disagi?

Cordiali saluti
Dr. Francesco Ziglioli
Psicologo - Brescia, Desenzano, Montichiari
Www.psicologobs.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottore,
La ringrazio per la risposta!

La mia storia è molto complicata. Credo che il nucleo del malessere sia l'insicurezza che col tempo è peggiorata.
Mi ritrovo molto nell'articolo che mi ha suggerito, solo che è come se sentissi il cervello sovraccaricarsi di ansia. Mi ricordo un momento che ha accomunato gli ultimi esami che ho sostenuto.
Ad un certo punto non riuscivo ad essere lucida e così rimanevo lì a rifare un passaggio di cui all'improvviso non ero più sicura, commettevo errori mai commessi nella fase di preparazione, scrivevo, per esempio, 1+1 e poi facevo 1 - 1. Il tempo che scorre, il prof di turno che scandiva le ore come un orologio a cucù e io che cercavo di muovermi da quelle sabbie mobili. Ma più spingevo la mia testa a ragionare e più andavo in panico.
Sono rimasta un'ora su un grafico, penso di averlo rifatto quattro volte.
Io lo so che questi "errori di ragionamento" ci sono, che se fossi più sicura di me stessa non mi attaccherei ai voti, non sarebbero così importanti. Me ne rendo conto. Perciò sono combattuta e non so se accettare questi voti che ritengo giusti per quella performance obiettivamente non eccellente ma non ritengo questa prova mia. E' viziata. Frutto di un momento difficilissimo.
Ma rifiutare potrebbe mettermi addosso un peso ulteriore...
Io penso che ci sia una buona base di ansia ma sono consapevole che sia estremizzata dalla situazione di malessere forte che sto vivendo per adesso.
Per dirle, ho sempre avuto ansia ma questa non mi ha impedito di avere voti molto alti agli esami oppure meno brillanti ma non li ho vissuti come una sconfitta personale. So che giocano molti fattori in un esame universitario.

Vivo in questa condizione da almeno 6 anni ma è diventata più grave negli ultimi due anni. Il primo segnale è stato un aumento di peso che mi ha spinto a rivolgermi ad un nutrizionista. Dopo vari esami che hanno escluso problemi fisici siamo arrivati alla conclusione che il mio problema nel dimagrimento (non riesco a perdere molto peso) è di natura mentale, mi ha consigliato quindi di rivolgermi ad uno psicologo. I miei genitori che a quanto pare non si accorgono dei miei problemi (quando sto male faccio fatica a dormire, non mangio per giorni, piango spesso, mi isolo, non esco...Qualche segnale c'è), mi hanno detto che "per queste cose" non hanno intenzione di pagare. Mi sono rivolta al servizio offerto dall'università ma sono rimasta due ore ad aspettare qualcuno che non si è degnato nemmeno di avvisare. Non riesco parlare col mio medico curante, non mi trovo bene con lei. Questo mi ha dato una ulteriore mazzata anche perché io non ho un reddito, lavoricchio ma non ho abbastanza per permettermi una terapia.
Non mi arrendo, sto cercando una soluzione ma sono da sola ed è sfiancante.

Saluti,
P.
[#3]
Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Già il fatto che lei abbia ben chiara la natura poco funzionale dei suoi pensieri e della sua situazione è un buon punto di partenza.
Detto ciò, le cose che potrebbe provare a fare sono:

1. Cambiare medico curante, molto semplice, basta rivolgersi presso l'ufficio preposto del suo territorio (basta cercare su internet)
2. In seguito, farsi fare una prescrizione per una visita psicologica-psicoterapeutica presso l'ASST locale. In tal modo, le prestazioni sarebbero sicuramente offerte ad un prezzo molto più basso rispetto a quelle di un libero professionista.

Oppure, può provare a dare un'occhiata ai consultori familiari presenti a Palermo (magari ce ne sono anche vicini alla sua residenza, che non conosco).

http://www.asppalermo.org/pagina.asp?ID=72


Ritengo sia indispensabile trattare tutti gli aspetti evidenziati, dall'insicurezza, all'ansia fino alla questione della perdita di peso e delle diete.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Io ho un quadro piuttosto chiaro del mio malessere. Sono in grado di tracciare una linea ben precisa. Per fortuna dialogo molto con me stessa.
La ringrazio del suggerimento ma non so quanto possa essere fattibile. Vivo in un paese piccolo e questo dei medici di famiglia è un bel problema (la mia stessa dottoressa è piena di pazienti e questa ci causa problemi non indifferenti, primo fra tutte le ore che passano anche solo per consulto,liquidato in circa due secondi) ... Però ci proverò!

Cosa mi consiglia di fare per l'università?
Prendere una pausa? Mi piace studiare, i momenti in cui sono lì con i libri in mano sono stati i più sereni degli ultimi otto mesi. Sono gli esami il problema e i conseguenti voti.
Dovrei accettare le cose come stanno e prendere come una vittoria anche solo il fatto di essermi alzata dal letto, di aver affrontato la prova e superata?
Ho paura di fare errori su errori che non solo non risolvono nulla ma complicano anche la mia situazione.

Grazie mille,
P.
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Dr. Francesco Ziglioli Psicologo 1k 36
Dialogare con se stessi non basta. A volte, invece, peggiora solo il problema. Magari si pensa di aver chiaro il quadro della soluzione, quando invece qualcuno che sa come "inquadrarla" può restituire punti di vista ben differenti.

Non posso consigliarle nulla. Lo psicologo non consiglia. Comunque, non conoscendola, non potrei farlo ugualmente. Posso solo cercare di farla rendere conto del fatto che, se non affrontato, il problema non si risolverà "facendo una pausa".
[#6]
dopo
Utente
Utente
E' vero, non basta ma se non avessi questo in mano probabilmente starei ancora lì a forzarmi a fare cose che non mi piacciono e che non mi fanno stare bene perché non riuscirei a capirmi. Ancora adesso non mi capisco fino in fondo, non ho ben chiara la portata della "tristezza" che sento, e so bene di non poter farlo da sola.

La ringrazio molto per il tempo che mi ha dedicato e per le sue parole.

Saluti,
P.
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