Una peggiore qualit della vita sociale

Buonasera volevo chiedervi una domanda alla quale nessuno mi ha mai saputo dare una risposta, io soffro da anni di ansia ossessiva e stress, al momento non ho particolari patologie, volevo sapere se uno stato mentale di ansia e stress può portare a malattie importanti organiche oppure è limitato a disturbi psicosomatici e soprattutto ad una peggiore qualità della vita sociale?

Ringrazio e porgo cordiali saluti.
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Dr. Alessio Congiu Psicologo, Psicoterapeuta 83 6 16
Gentile utente,

non vi è dubbio che stati protratti di ansia e stress possano comportare nel lungo periodo una condizione di rischio per la propria salute. Non è un caso se l'Organizzazione Mondiale della Sanità è spesso impegnata in campagne divulgative nelle quali viene esplicitamente sollecitato il ruolo di questi fattori nel mantenimento dell'equilibrio e del benessere individuale.

Le sarà sufficiente venire a conoscenza che il mantenimento per periodi protratti di alti livelli di cortisolo, uno dei principali ormoni implicato nella risposta di stress, si associa a:

* una riduzione delle difese immunitarie
* un incremento del rischio di osteoporosi
* una riduzione del volume di diverse strutture cerebrali implicate nei processi memonici (es., ippocampo), emotivi (es., amigdala), etc.
* un incremento del rischio psicopatologia (es., disturbo depressivo, disturbo da stress post-traumatico, etc.)

Il motivo per il quale i professionisti tendono a non parlare degli effetti negativi che alti livelli di stress e di ansia possono avere sullo stato di salute individuale è rintracciabile negli effetti che tali informazioni potrebbero avere per la persona già di per sé sensibile a questi temi. Il rischio sarebbe infatti quello di alimentare una tendenza all'ansia e allo stress già presente, divenendo come tale controproducente per gli interessi della persona.

Il problema è quindi insito nel motivo per il quale si starebbero chiedendo tali informazioni. E' noto ad esempio come nelle problematiche d'ansia sia presente una tendenza psicologica a cercare conferme nei propri timori (bias confirmatorio). In simili circostante, la persona utilizzerebbe quindi le informazioni appena fornite per confermare la veridicità dei propri timori, vedendo così accrescere ulteriormente il proprio livello di ansia (e, paradossalmente, ad avvicinarsi in linea teorica alla stessa condizione di disagio a cui si teme di poter andare incontro).

Si preferisce quindi offrire tali informazioni in momenti in cui la persona fosse meno reattiva all'impatto che queste ultime potrebbero avere sul proprio sistema di regolazione emozionale, prediligendo inizialmente offrire informazioni utili affinché si imparino strategie di gestione emotiva più utili ed adattive.

Dr. Alessio Congiu
Psicologo-Psicoterapeuta
T. +39 345 465 8419
alessio.congiu@hotmail.it
alessiocongiupsicologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno grazie della risposta la ringrazio per la risposta sincera.
Allora le chiedo, il mio stato di tensione continua da anni attualmente non mi ha portato almeno fino ad oggi a grossi problemi di saluti (lievi giramenti di testa compresa a volte confusione, un po' di problemi intestinali e poco altro), il mio medico infatti non ha mai riscontrato grossi problemi riguardanti la salute.
Pratico attività fisica regolare e cerco di condurre una vita sana.
Secondo lei è opportuno per me provare una cura psicologica per cercare di sbloccare alcune problematiche che mi porto dietro da anni ed evitare di andare incontro a problemi più seri oppure è meglio seguire altre strade?
C'è un modo, un'esame per vedere il livello di cortisolo (o meglio valutare lo stress) da fare?

Ringrazio e porgo cordiali saluti.
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Dr. Alessio Congiu Psicologo, Psicoterapeuta 83 6 16
Gentile utente,

come psicologo il mio mandato professionale è sempre quello di promuovere il benessere psico-emotivo del singolo e della comunità in cui opero. Seguendo tali direttive, non potrei quindi non incoraggiarla ad assumere una logica rivolta alla prevenzione attuale piuttosto che alla cura futura.

Ciononostante, quando si parla di salute individuale, bisognerebbe comprendere se siano effettivamente presenti le giuste motivazioni personali per impegnarsi in tale attività preventiva, come pure la natura delle stesse motivazioni. Delle volte, infatti, un eccessivo prendersi cura di sé stessi e della propria salute, espresso nei termini di una eccessiva dedizione alla prevenzione del disagio, è di per sè stessa fonte di un problema attuale e/o futuro.

Riassumedo: in linea di massima prendiamo per buono il vecchio detto "Prevenire è meglio che curare", malgrado delle volte un eccesso di prevenzione sia controproducente al pari di un'assenza di prevenzione.

Poiché non disponiamo di risposte certe circa quanta prevenzione sia salutare e quanta invece sia nociva per la salute, ci si orienta tenendo conto tanto di indizi oggettivi (es., confronto con le tendenze salutari della popolazione generale), quanto di indicazioni soggettive (es., importanza che la prevenzione riveste per la persona). La comprensione dell'interazione di tali aspetti permette di offrire una risposta specifica alla sua specifica domanda. In assenza di una opportuna conoscenza del suo caso, la invito pertanto a rivolgersi ad un collega che possa aiutarla - meglio di quanto possa fare io attraverso questo semplice consulto orientatIvo - a rispondere ai suoi dubbi ed a soddisfare i suoi bisogni.

Distintamente,

Dr. Alessio Congiu
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera e grazie per le risposte esaustive.
Secondo lei praticare attività di rilassamento (tipo yoga) può aiutare realmente nei casi di tensione, stress ed ansia?
Oppure è solo un modo per mascherare o rimandare il problema.
Io ad esempio sarei intenzionato a provare tali attività per poter provare a risolvere alcuni disturbi fisici (principalmente giramenti di testa) che il mio medico base riconduce a stanchezza o stati di tensione quindi senza bisogno di altri accertamenti specifici.
Cordiali saluti
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Dr. Alessio Congiu Psicologo, Psicoterapeuta 83 6 16
Gentile utente,

ritengo che perché sia possibile dare al quesito che lei pone una risposta professionale occorrerebbe conoscere il suo caso più nello specifico. Pratiche distinte possono infatti portare ad effetti diversi in funzione del meccanismo che si ritiene essere alla base del proprio disagio.

L'invito infatti è quello di conoscere ciò attorno a cui si potrebbe organizzare un piano di trattamento individualizzato, evitando per la persona inutili sprechi di tempo, di denaro e soprattutto di salute. Una volta definito ciò e gli obiettivi terapeutici che si vorrebbe raggiungere, sarà allora possibile scegliere la modalità più utile per raggiungerli, sia questa una pratica di yoga, di meditazione, di rilassamento muscolare, di respirazione, di immaginazione guidata, di training autogeno, etc.

Saluti,

Dr. Alessio Congiu
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