Disturbo d'ansia

Salve, 10 anni di disturbo di ansia, curato tuttora con sertralina, e psicoterapia.
Purtroppo non risolto, e questo non fa che peggiorare il mio stato, al quale si associa anche il sintomo depressivo.
Ho sempre fatto tutto nella mia vita, ma non vi nego che rischio molto spesso di chiudermi in casa, so eh sarebbe deleterio e quindi stringo i denti, e mi sforzo di adempiere ai miei impegni lavorativi e familiari.
10 anni fa un attacco di panico o ansia , mi ha sconvolto la vita, è tutto è cambiato; si vive con uno zaino di 20 kg sulle spalle, e quindi è molto faticoso e a volte si rischia di crollare.
Ho fatto varie cure : venlafaxina, anafranil e ora da vari anni con la sertralina (25 al di) , ma ho avuto dei momenti in cui sono stato molto bene e la maggior parte in maniera negativa.
Iil mio malessere è costante e non sono dei veri attacchi di ansia, ma è un disagio con senso di depersonalizzazione, e di irrealtà, fisicamente non ho dei sintomi particolari, ma sono sintomi psicologici: la paura principale è quella di perdita del controllo , di diventare pazzo, di non essere più all'altezza della situazione da affrontare, di perdermi mentalmente.
Quindi vivo con questa ossessione , sempre a controllare il sintomo, la sensazione, e da qui logicamente non faccio che peggiorare il mio stato; non riesco ad accettare tutto questo, mi fa paura, il classico cane che si morde la coda, diventa un circolo vizioso, soprattutto quando l'ansia è alta.
Anche se mi sono curato, non vado d'accordo con i farmaci, e cerco sempre di diminuire dosaggio per vedere se sono guarito. Potrei spesso aiutarmi con l'ansiolitico, ma lo prendo raramente, proprio quando non ne posso fare a meno(quasi mai), il tutto seguito da una psichiatra , che fa fatica a curarmi, credo che mi assecondi alle mie volontà.
Ad esempio con la sertralina ero arrivato a prenderne 100 al di , con risultati alterni, poi abbiamo deciso di dimezzare la dose, ed è stato un annetto abbastanza positivo, da qui abbiamo deciso di dimezzare ancora, da circa 4 mesi, ma i risultati sono stati negativi, e ad oggi non sto per niente bene, e mi occorrerebbe lo xanax sistematicamente ( che non prendo). Queste diminuzioni erano state decise anche in base a tre anni di psicoterapia ( di media 2-3 sedute al mese di psicoanalisi fatta tramite ASL , perché non potrei permettermelo), in cui sembra che alcuni cavilli siano stati individuati.
Mi farebbe piacere un consulto da un esperto , che possa aprirmi nuovi orizzonti.
Grazie.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile signore,

Bisognerebbe valutare se alla base dei suoi malesseri ansiosi decennali ci siano o meno dei tratti disfunzionali di personalità o disturbi/o di personalità che non le consentono di guarire.
Se mi arrivasse un paziente che lamenta dopo 10 anni di stare ancora male sarebbe il primo aspetto che andrei ad indagare.
Serve una valutazione, a mio parere, proprio per verificare la presenza di tali distonie caratteriali ed emotive perché è probabile (sottolineo: probabile) che ansia e depressione siano solo punte d’iceberg di malesseri emotivi personologici.

Ne parli con la sua psichiatra in proposito. Gli strumenti diagnostici per farlo ci sono e oltretutto aggiornati scientificamente da poco tempo.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottore per la risposta.
Devo dire che sono 3 anni che sto facendo psicoterapia, alcuni nodi sono stati evidenziati, ma non si riescono a sbloccare.
Sicuramente il tutto viene da lontano, ed è stato latente per 20 anni, perchè nell'adolescenza qualcosa di disturbo c'è stato.
Per essere chiaro un mio cruccio è sempre stato il passare del tempo, e il cambiamento che ne consegue, da li sembra che si muova il tutto.
Fatto sta che mi sono ritrovato adulto senza accorgemene, non che faccio il bambino ( ho famiglia con due figli), mi sento un bambino fragile, e non strutturato adeguatamente.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
[mi sento un bambino fragile, e non strutturato adeguatamente]
Probabilmente è proprio su questa sensazione che andrebbe fatto un lavoro specifico!
C’è un tema di vita di inadeguatezza. Lei verosimilmente si è sempre sentito inadeguato e l’ansia e la depressione altro non sono che espressioni del vissuto di inadeguatezza. Andrebbe verosimilmente ristrutturato cognitivitame proprio questo vissuto unitamente a quello della fragilità.
Ne parli con il suo terapeuta ed eventualmente valuti la possibilità di riferirsi di persona ad un collega psicologo psicoterapeuta specialista in psicoterapia cognitivo comportamentale che conosca la LIBET: tecnica che mette in disamina temi dolorosi di vita e piani di vita (come reagiamo a questi temi dolorosi) al fine di comprendere come si funziona cognitivamente, emotivamente e comportamentalmente e invalidare le credenze maladattive su se stessi (nel suo caso: senso di inadeguatezza) che non ci consentono di vivere sereni.
C’è tempo per curarsi bene a qualsiasi età!
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie doc per la risposta.
Non è ben chiaro il mio periodo infantile, quello che mi ricordo è che non riuscivo a staccarmi dai miei genitori neanche per mezza giornata, facevo fatica anche ad andare a scuola, e questo me lo sono portato fino al periodo del militare.
Ho evitato molte gite con la scuola, in vacanza con gli amici sono andato con una fatica enorme, ed una paura terribile.
Sempre con una paura non so di che cosa........
Non una paura sostanziale, concreta, palpabile, ma una paura di sentirmi, anzi di non sentirmi, di essere monco, incompleto, in un mondo nuovo e sconosciuto.
Che poi , sono sempre stato all'altezza della situazione, e me la sono sempre cavata da solo.
Ma tutto questo non è servito per strutturarmi adeguatamente, e l'unica cosa in questo momento è accettarmi con queste mancanze, che fino a 10 anni fa , avevo nascosto ed insabbiato anziche riconoscerle e farci I dovuti conti.
Poi il tempo mi ha mostrato il carssimo conto che ora devo pagare.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Ho letto con interesse quanto ha scritto nell’ultima risposta e il suggerimento di valutare la presenza di tratti disfunzionali di personalità (evitanti? Dipendenti? Etc etc etc
ed eventualmente, se presenti, intervenire) resta tale!

Lo chieda ai suoi curanti. Ne ha diritto se lo ritiene opportuno...
Gli strumenti psicodiagnostici e clinici per farlo ci sono.
[#6]
dopo
Utente
Utente
La psicoterapia che sto facendo (3 anni) , non hanno ancora risolto il tutto, evidenziati alcune lacune e disfunzionalità , ma il malessere permane.
Mi sono un po' rassegnato a questa situazione, ho perso speranza, e questo mi porta a deprimermi ed aumentare lo stato ansioso.
Le ho provate di tutte , ma niente è cambiato, vuol dire che questo è il mio essere ..........
Non gli nego che il ricercare e la psicoterapia moolto spesso mi mandano in confusione e mi fanno aumentare la paura e le incognite su me stesso .
Il pensare al mio problema non fa che aumentare il disagio, e quindi andando a indagare , non mi sembra che porti aiuto , ma ancora più confusione.
Purtroppo ormai il problema è cronicizzato, cerco di stare meglio giorno per giorno, ma non è facile, perchè la mattina mi alzo e sono subito a controllare la situazione e misurare le mie sensazioni, e quindi è chiaro che vado a stare male.
Un saluto
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
[Non gli nego che il ricercare e la psicoterapia moolto spesso mi mandano in confusione e mi fanno aumentare la paura e le incognite su me stesso]
Se la psicoterapia e la relazione terapeutica non funzionano bene e non vengono gestite scientificamente si è vero: si corre il rischio di trovarsi in confusione soprattutto emotiva.
Per questo motivo le suggerivo la possibilità di rivolgersi ad un collega psicoterapeuta cognitivo comportamentale che conosca e applichi il modello LIBET. https://www.stateofmind.it/2014/10/modello-libet-psicopedia/

Un caro saluto a lei!
[#8]
dopo
Utente
Utente
Ma grosso modo, diciamo che il lavoro è quello, poi sta alla capacità del terapeuta, andiamo ad indagare tratti dolorosi vecchi e comportamenti e credenze adottate oggi.
Il mio tratto non è sull'evitamento , ma sul controllo su me stesso e sull'ambiente .
Il problema che qualcosa è migliorato ma il tragitto è lungo e doloroso.
Capisco che non sono cose che dall'oggi al domani si risolvono, ma in 3 anni ancora non è risolta.
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