Il mio ragazzo è depresso?

Salve a tutti.
Sono una ragazza di 19 anni e sono fidanzata da 5 mesi con un ragazzo di 21.
Sin dall’inizio della conoscenza non mi ha mai nascosto i suoi sospetti di poter soffrire di qualche disturbo di personalità e di aver passato durante i suoi 18 anni, un periodo di depressione durante il quale ha tentato il suicidio.
Non è mai stato del tutto bene da quando lo conosco.
Ha sempre riversato il suo malessere anche sulla coppia e spesso sono stata insultata senza motivo.
Da qualche settimana non esce di casa se non per vedere me, mangia tanto e male, soffre di insonnia, non vuole stare con i suoi amici e fuma molto di più.
Dice di stare malissimo.
Gli ho chiesto di andare da uno specialista perchè sta sempre peggio.
Dice di non sentirsi capito e che sa di farmi sentire il peso della responsabilità ma sente come se a parte me non avesse nient’altro.
È dall’inizio che lo prego di chiedere aiuto ma lo promette senza farlo mai davvero.
Io ho 19 anni e noto anche che, sia per empatia sia perchè lo amo tanto, tendo a farmi trascinare all’interno di questo vortice di negatività.
Ha lasciato l’università anni fa sebbene fosse portato per quello che studiava, ha la patente ma ha paura di guidare e questo non gli permette neanche di trovare un lavoro al si fuori del piccolo paese in cui vive.
Non ha hobby e concentra tutto su di me.
Lui sa di affidarsi a me ma penso non riesca a fare altrimenti.
Sento la responsabilità di farlo star meglio e quando vedo che continua a star male, nonostante sappia che non è colpa mia, mi colpevolizzo e mi immobilizzo.
Non studio e sono tormentata da un senso di angoscia.
Quando stiamo insieme la maggior parte del tempo stiamo benissimo ma poi quando torna a casa alla sua vita di sempre, è infelice e demotivato.
Ho bisogno di sapere come spronarlo senza sbagliare modo e parole.
Dargli la forza per andare da qualcuno che lo segua e lo faccia star meglio davvero.
Io posso farlo stare bene solo per poco ma non è la vera serenità quella.
Se non sta bene con se stesso non potremmo mai stare bene davvero in coppia.
Rimarrà bloccato in questo loop.
Aggiungo il fatto che stiamo insieme da poco ma nonostante ci amiamo, litighiamo tantissimo perchè lui sente tutto il doppio.
Anche le piccole cose diventano problemi di cui parlare per un giorno intero.
Cosa mi consigliate?
[#1]
Dr.ssa Veronica Rinaldo Psicologo, Psicoterapeuta 4
Cara scrivente,
lei si trova davanti a una questione importante, cioè quando il malessere di chi ci è vicino ci riguarda così tanto da non riuscire più ad orientarsi,soprattutto se si tratta del proprio partner. Si fa spesso la fantasia di poter essere "la stampella" dell'altro, con degli effetti che sono frequentemente di immobilità e angoscia come lei dice bene. Perché c'è una linea di demarcazione oltre la quale il vissuto dell'altro resta sconosciuto e l'aiuto proposto è una lettura personale di qualcosa che in fondo non si conosce. Quello che lei potrebbe fare per aiutare se stessa e come effetto indiretto il suo fidanzato, è essere lei a rivolgersi a uno psicoterapeuta per parlare di ciò che le accade e orientarsi in questa spirale difficile.

Resto a disposizione.

Un caro saluto,

Dr.ssa Veronica Rinaldo
Psicologa Psicoterapeuta,
a Firenze e in assetto on-line

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille Dr.ssa Rinaldo. È stata gentilissima nel rispondermi e per me la sua risposta è preziosa. Lei ha ragione e in fondo, dentro di me, sapevo che questa fosse la cosa migliore da fare. C’è un problema peró. Il mio ragazzo non vuole che io riveli i suoi problemi a persone esterne (lo so solo io e sua madre anche se in maniera molto generale). Di conseguenza per andare in terapia, dovrei esplicitare ai miei i motivi che mi portano ad andare. Lei crede che questo problema a lungo andare, possa influire sulla coppia facendola terminare? Se non posso andare in terapia cosa mi consiglia di fare nel mio piccolo?
[#3]
Dr.ssa Veronica Rinaldo Psicologo, Psicoterapeuta 4
Consideri che tutto quello che lei potrà dira in una psicoterapia è la sua versione del problema, cioè di come lei vive la sofferenza del suo fidanzato. Non significa dunque tradire la richiesta del suo fidanzato, ma lavorare sulla sua problematica di trovarsi accanto a una persona che soffre. Inoltre la sua scelta di intraprendere un percorso non necessariamente la deve condividere subito con lui o con i suoi genitori, ha a che fare con un suo spazio di parola delimitato dalla riservatezza e privacy. I suoi genitori possono essere messi al corrente nei termini dell' esigenza che lei sente di parlare di sé e del suo percorso di vita. Non so cosa possa succedere tra lei e il suo fidanzato, sicuramente se i problemi restano sotto silenzio diventano sempre più grandi e complicati. Nel suo piccolo lei può fare molto, può scegliere di continuare a parlare, in uno spazio di ascolto e di parola psicologico, ciò che ha iniziato a dire oggi.

Disponibile.

Dr.ssa Veronica Rinaldo
Psicologa Psicoterapeuta,
a Firenze e in assetto on-line

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