Come capire se la relazione è finita. provo un senso di colpa infinito

Buonasera, sono una ragazza di 25 anni e sono fidanzata da quasi 4 anni con un ragazzo della mia stessa età.
Io sono una persona estremamente ambiziosa, ho dedicato e sto dedicando la maggior parte del mio tempo alla carriera e al lavoro, nonostante questo però ho sempre dedicato il giusto tempo alla relazione.
Il mio ragazzo, invece, si è sempre fatto un po’ più trascinare da me, che, volente o nolente, l’ho cambiato (quando ci siamo conosciuti non studiava nulla all’università, si vestiva da adolescente ecc).
Invece io l’ho fatto laureare in tempo, gli facevo i piani studio, cercavo gli stage per lui ma la cosa non mi è mai pesata, anzi ci tenevo e li facevo con e per amore.
Nell’ultimo anno le cose, almeno dal mio lato, sono precipitate.
I problemi sono I seguenti: - non ho proprio più voglia di andare a letto con lui.
Mi piacciono le coccole ma di sesso proprio non se ne parla.
Davo la colpa agli antidepressivi (soffro di forte ipocondria ossessiva, ansia e attacchi di panico e sono seguita da psichiatra e psicplogo), ma anche adesso che non prendo più l'antidepressivo, la voglia non è tornata.
- l'ho tradito, più di una volta, con uno scopamico che avevo da prima della relazione.
- siamo andati a convivere ad aprile e lui ad agosto ha deciso di partire per un master di 9 mesi all'estero.
Io l’ho incoraggiato ovviamente, mai gli avrei messo i bastoni tra le ruote per il suo futuro, però quando ha dovuto decidere di partire non si è preoccupato del fatto che convivessimo.
- non abbiamo MAI litigato, e quando dico mai intendo mai, fino a domenica scorsa, quando ci siamo buttati addosso tutto quello che non ci siamo mai detti.
- cosa più importante e che a me fa più soffrire è che lui non è in grado di prendere decisioni, di qualsiasi tipo, della scelta di un ristorante, a prenotare un evento a cose più importanti.
Ad esempio, sa prendere solo decisioni estreme (ad esempio, non trovava lavoro e allora ha fatto questo master super costoso all’estero; non sa dove andare al ristorante e mi porta in uno stellato così è sicuro di non sbagliare quando a me basterebbe una pizzeria).
È pur vero che io sono una persona abbastanza pretenziosa e il tipo di amore che mi andava bene a 22 anni non è lo stesso che vorrei a 26 Però quando penso di lasciarlo provo un infinito senso di colpa, quando litighiamo lui non parla e mi guarda negli occhi come se fosse un cerbiatto e mi fa sentire terribilmente in colpa inoltre non riesco a lasciarlo perché ha un problema di salute (epilessia controllata con farmaci), che però non ha mai influito sulla nostra relazione, al di fuori delle due crisi che ha avuto per me non c’è mai stato nessun problema ci mancherebbe.
Non so come comportarmi.
Mi sento anche giudicata perché dall’esterno siamo una bellissima coppia e lui è un ragazzo d’oro, fedele, trasparente e sincero.
Mi sento davvero uno schifo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> non abbiamo MAI litigato
>>>

Questa dovrebbe apparire come ulteriore indicazione di un problema, più che motivo di soddisfazione. Litigare, nella coppia, è normale e può essere addirittura benefico se fatto in modo giusto.

Se soffre di ipocondria sarà con tutta probabilità una persona tendente all'ossessività (ciò che forse lei definisce come "pretenziosità"), quindi perfezionista e desiderosa che le cose vadano sempre come previsto. È una conseguenza dell'ansia, del bisogno di controllo.

Trovo sorprendente che pur essendo curata da un terapeuta e uno psichiatra ancora soffra di attacchi di panico e ipocondria. Che tipo di psicoterapia sta facendo?

Le lascio intanto questo link a un mio video che tratta appunto di ipocondria:

https://youtu.be/vx0MyOxPM30
(cliccare sul link e poi su "Ok")

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,

la ringrazio della celere risposta.

Allora diciamo che in realtà da quando sono seguita seriamente (un annetto abbondante) l’ansia e l’ipocondria sono notevolmente diminuite, ho smesso di fare visite specialistiche a caso e di cercare su internet ogni sintomo che avevo, sicuramente un grosso miglioramento rispetto a prima anche grazie all’escitalopram, che adesso ho interrotto (anche per mia volontà perché avevo notato gli effetti che aveva su di me).
Per l’ansia devo dire che attacchi di panico veri e propri non ne ho più, mi capita ogni tanto di essere un po’ ansiosa ma niente di disastroso.

Non so che tipo di terapia sto facendo, vado dallo psicologo e basta.

Comunque ha proprio beccato il punto, nel litigio della scorsa settimana il mio ragazzo mi ha detto che per lui sono troppo perfezionista. È vero, lo sono sempre stata negli studi e nel lavoro, in adolescenza sono stata anoressica e poi ortoressica (adesso è tutto risolto), ho dei leggeri tratti ossessivi e voglio che tutto venga sempre fatto come dico io, ma mi rendo conto che la mia testa è la mia testa e gli altri hanno la loro

Tra di noi fondamentalmente non c’è mai stato un dialogo vero e anche dei litigi perché io non ho il coraggio di dire niente perché lui è un santo e io mi sento uno schifo rispetto a lui, lui invece mi considera Dio in terra (perché sono sempre andata bene negli studi e nel lavoro, mi sono emancipata economicamente prima di lui ecc).

Quello che mi sta distruggendo è il senso di colpa, sono tre giorni che piango a dirotto, in più lui è a 4000 km da me quindi tutto è estremamente complicato. Sono devastata
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> in adolescenza sono stata anoressica e poi ortoressica
>>>

I disturbi alimentari hanno pure una forte componente ossessiva, infatti dal suo essere sottopeso avevo sospettato una tendenza in tal senso.

>>> ho dei leggeri tratti ossessivi
>>>

Io ipotizzerei invece che soffre di un tratto ossessivo pervasivo, che si manifesta in multipli modi. Forse lei lo considera "leggero" perché magari non ha rituali né compulsioni e perché ancora non si è resa ben conto di quanto la stia limitando. Almeno da un punto di vista relazionale.

La sua personalità l'ha probabilmente portata a creare una relazione dove appunto lei poteva sentirsi come un dio in terra, mentre l'altro è così imperfetto, così approssimativo, così bisognoso di essere redento. Quindi una relazione con un rapporto di potere del tutto squilibrato (apparentemente) a suo favore.

>>> Non so che tipo di terapia sto facendo, vado dallo psicologo e basta.
>>>

Ritengo che oltre alla sofferenza del momento, del tutto comprensibile, dovrebbe ripensare al tipo di lavoro terapeutico che sta facendo ed essere più esigente. Bene che abbia superato i disturbi alimentari, bene che non soffra più di panico. Ma la rigidità di pensiero - e di aspettative - mi sembra ancora lì, al suo posto, ed è quella che va risolta. Quindi il mio suggerimento è di parlare con lo psicologo per concentrarsi su questo da ora in poi. Andare dallo psicologo e basta serve fino a un certo punto, per problemi come questi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio ancora per la risposta.

Ha ragione, ha ragione su tutto.

Al momento peso 63kg per 1.82, so di essere al limite del sotto peso, ma sono molto magra di costituzione, quando sono stata anoressica tra i 16 e i 17 anni ero un po’ più cicciottella (pesavo sui 73 kg), per via dello sviluppo (ero ingrassata dopo il menarca) e poi perché di fatto mangiavo tanto e male. Nessuno mi aveva mai detto che ero troppo grassa anche perché facevo molto sport, ero attiva e sana. È partito tutto da me, dal fatto che volevo mettere certi vestiti, volevo piacere ai ragazzi ecc cosa che poi in effetti è successa, da quel momento ho acquistato una sicurezza in me stessa che prima non avevo (prima dell’anoressia ero una patata lessa in tutti i sensi), dopo l’anoressia mi sono tra virgolette svegliata, ho cominciato anche ad usare male il mio corpo (necessità di apprezzamenti maschili per sentirmi validata). Quando ero anoressica avevo rituali e compulsioni: pesarmi ogni mattina, godere nel vedere il numero del peso scendere, godere nel riuscire a digiunare per X ore di fila. Ero convinta che se la sera mangiavo la pizza, il giorno dopo non potevo mettere il costume o addirittura uscire di casa. Questi comportamenti oggi sono bel lungi da me.

Il mio terrore adesso è quello di aver rovinato una persona splendida che è il mio ragazzo con il mio carattere non avrei mai voluto questo. Lo vorrei vedere libero e felice dalla mia influenza
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Il mio terrore adesso è quello di aver rovinato una persona splendida che è il mio ragazzo con il mio carattere non avrei mai voluto questo. Lo vorrei vedere libero e felice dalla mia influenza
>>>

Difficile che lo abbia rovinato, più facile che sia il senso di colpa a farglielo credere. La colpa a volte si accompagna all'atteggiamento perfezionista, quando si sbaglia. Il vero perfezionista non può, non deve sbagliare.

>>> Lo vorrei vedere libero e felice dalla mia influenza
>>>

Questa è probabilmente l'aspettativa più irrealizzabile, almeno in questo momento e almeno finché non avrà risolto la sua componente ossessiva. Perché finché ce l'avrà, avrà sempre bisogno di qualcuno da controllare, da migliorare, da redimere come fosse un'estensione di se stessa. Ma se davvero ci riuscisse, il suo fortissimo bisogno di controllo a quel punto diventerebbe inutile. E quindi non glielo permetterà. Avrà sempre bisogno di controllare, quindi di creare relazioni dove ha lei tutto il potere e con persone sufficientemente impossibili da cambiare, ma sufficientemente passibili di essere controllate.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,

la ringrazio ancora per la risposta. Sto riflettendo un po’ su di me in questi giorni di indecisione su cosa fare con la relazione. So di non averli rovinato anche perché se lui non avesse voluto stare con me, ma perché non gli andava bene il mio carattere, si sarebbe allontanato. Ma secondo me non avrebbe neanche la capacità di decidere questo, come sta succedendo in questo momento.

Lo so che è una cosa stupida, ma non vorrei fare la carnefice e lasciarlo (che poi per me sarebbe come abbandonare un cucciolo in autostrada), preferirei o che mi lasciasse lui (ma ripeto, è impossibile che questo avvenga), pppure che fosse una decisione di come accordo, della serie, si capisce che la relazione non va e si decide di andare ognuno per la propria strada pacificamente.
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