Senso di pesantezza, fiato corto, difficoltà a parlare ed episodi di angoscia

Buongiorno,

Sono tre mesi che ormai navigo nella disperazione e nonostante i controlli fisici sia per escluderli sia per farmi stare tranquilla tutt'ora ho episodi di angoscia, che è arrivato a questo momento in cui mi trovo distesa sul letto con la tachicardia e una forte insonnia.
Probabilmente dando un'occhiata ai miei vecchi consulti conoscerete parte della storia, ma è meglio se parto dall'inizio.
Circa tre mesi fa, agli inizi di Marzo, mentre ero distesa sul letto, stavo fisicamente cercando la ""causa"" (tra molte virgolette) di una faringite che tutt'ora mi porto dietro e, scovando un linfonodo gonfio, mi prese un attacco di panico la notte che mi portò ad obbligarmi a non dormire per paura di morire nel sonno.
Da quel momento in poi è diventato un incubo.
La paura si prese possesso di me causandomi una forte ansia e stress, la notte mi rifiutavo di dormire per paura di morire nel sonno o ci pensava l'insonnia a tenermi sveglia, causandomi non pochi problemi.
In questi tre mesi ho fatto controlli su controlli fino all'ultimo avvenuto lunedì, una RM all'encefalo per escludere/includere problemi neurologici.
Nel referto non risultavano alcuni problemi, e sembrava che ormai io stessi recuperando.
E invece così non sembra.
Nei giorni in cui sono stata tranquilla dopo tanto tempo sentivo un senso di pesantezza fisico mischiato a questa difficoltà a parlare e il fiato corto (che non si presenta da distesa), l'umore che definirei "piatto" e le aritmie.
Pensavo che fosse finita allora, e invece riecco l'angoscia che si prende nuovamente possesso di me.
Un'altra notte passata con la paura di morire nel sonno, ma riuscì comunque ad addormentarmi per via del sonno stesso, ma stanotte invece è stata insonnia completa con tanto di tachicardia.
Mi sento come se il corpo stesse morendo e nonostante la RM non aveva trovato nulla di anomalo io tutt'ora ho scariche elettriche dietro la nuca che si diffondo per tutto il cervello, per non parlare delle piccole aritmie che tutt'ora anche in stato di tranquillità ho.

Quindi rieccomi qui, a fissare il soffitto della mia stanza non più con ansia, non più con paura e nemmeno angoscia ora, solo un senso di piattezza, quasi rassegnazione.

Sono molto propensa a chiedere consulto a uno psicoterapeuta, ma prima volevo sapere se quello che provo è mente o corpo.
O magari l'una ha influenzato l'altro, almeno per escludere altri controlli "corporali".

Mi scuso nuovamente con tutti per il disturbo.
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Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Buonasera,
Ciò che lei ha indicato si configura come un disturbo d’ansia. A supporto di ciò, ci sono i diversi esami diagnostici che ha effettuato e che escludono cause organiche.
La domanda che lei fa è se ciò che sente sia più mente o corpo.
Il confine è sottile e spesso il benessere mentale porta ad una riduzione significativa dei sintomi somatici, anche quando essi siano causati da una causa organica non severa.
Facendo un esempio, alcuni sintomi possono essere correlati ad una tensione muscolare diffusa, soprattutto nelle aree cervicali e limitrofe.
Lo stato d’ansia può comportare una difficoltà nel gestire tali sintomi e portare ad una situazione in cui non si riescono a distinguere i diversi sintomi che diventano generalizzati.
Quindi un consulto con uno psicologo o psicoterapeuta è fortemente consigliato per fare chiarezza su ciò che sente e per iniziare un percorso con il quale potrà fare il punto della situazione.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
La ringrazio della risposta, le parlo nel mio secondo giorno di insonnia totale e tachicardia, con questa costante sensazione di "tranquillità irrequieta", un senso che "qualcosa non va" pur non essendoci nulla fisicamente, esclusa questa faringite che mi trascino da dicembre, letteralmente. Come lei ha detto i sintomi somatici sono spariti nella tranquillità e ciò che penso sia rimasto è derivato dalla costante tensione muscolare avvenuta, o almeno credo, perché le aritmie e la tachicardia con insonnia sono rimasti.
Purtroppo dipendendo ancora dei miei genitori ho dovuto chiedere loro i soldi per portare avanti una terapia anche contro l'ansia che mi attanaglia da una vita intera, causandomi non pochi problemi nella vita quotidiana (per esempio: non riesco ad andare a fare la spesa da sola perché vengo afflitta da una forte ansia e sensazione di essere osservata), ma la loro risposta è stato un secco no perché è uno "spreco di soldi". Dato che sono un membro non efficente e non produttivo in famiglia non mi merito le cure, oppure vengono sciacquate con un "se vuoi stare bene riesci a stare bene". I controlli che ho fatto sono stati fatti solo perché sono stati spaventati dai sintomi somatici dell'ansia che ho avuto, sennò nemmeno quelli avrei potuto fare.
Tutto questo perché gli psicologi in cui sono stata in "cura" hanno detto che "non ho nulla", ma francamente una quindicenne che, entrata a scuola in ritardo e non vedendo i suoi compagni in una classe che era pure a luci spente, invece di chiedere informazioni si siede al suo banco aspettando che qualcuno venga a prenderla, o non mi sembra normale che io abbia ansia anche solo per uscire di casa da sola per una passeggiata in mezzo alle persone.
Ma immagino che basti un po' di volontà come dicono i miei, magari a forza di passare una vita a credere di stare bene prima o poi starò davvero bene. Aspetto di stare bene dalla mia infanzia.
Mi scuso immensamente per il disturbo e per il tempo che le ho fatto perdere, purtroppo ho una dote naturale in questo
[#3]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Le posso assicurare che non mi ha fatto perdere tempo, ciò che lei riferisce e il consulto che ha chiesto nasce da un suo bisogno reale e non può essere ignorato.
Il benessere è costituito da diversi fattori e la serenità di affrontare la quotidianità con semplicità e sicurezza è un diritto che spetta a tutti, quindi semplicemente può considerare importanti le sue necessità.
Questo significa dare più importanza al suo benessere e dare un significato ai suoi sintomi che probabilmente sono una risposta ad una questione più ampia, ovvero non appartengono solo a lei ma a tutto il contesto familiare che ha descritto.
Per questo motivo avevo consigliato una terapia familiare, per capire quali dinamiche portano a questo malessere da lei descritto.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Mi scuso per la risposta in ritardo, purtroppo sono stati giorni impegnativi.
Io ci provo molto a ragionare con i miei genitori su questo argomento, ma purtroppo non riescono a comprendere. Ancora non comprendono che per me le giornate non le vivo, le passo a trascinare me stessa per via di questa ansia.
Per il contesto familiare lei ha ragione, ci sono moltissimi avvenimenti nel passato che sono stati addirittura normalizzati. Il motivo per cui sono così è anche perché non ho mai accettato di rendere normali cose che effettivamente non lo erano sotto ogni punto di vista. Non posso "mettere una pietra sopra" e far finta che sia stato giusto o che non sia mai esistito.
Io comunque riproverò a riaffrontare l'argomento, io voglio poter stare finalmente bene con me stessa e non odiarla fino a volerla uccidere
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