Stati d'ansia,

Salve dottori buongiorno.
In passato ho utilizzato questo spazio manifestando in pieno il mio perenne stato d'ansia associato ad una costante ipocondria.
In questo caso vi disturbo per chiedervi un parere su un altro aspetto di me che, purtroppo, mi accompagna da quando sono piccolo.
Io li chiamo "inceppi".
Da un giorno all'altro avverto un peso sullo stomaco e inizio a spaccare il capello in quattro per trovare necessariamente qualcosa che non va, attribuendola alle cose che in quel momento sono per me le più importanti.
Esempio.
Sto vivendo una bella relazione sentimentale, sto bene e non mi manca nulla.
Improvvisamente mi sento teso, inizio a chiedermi un sacco di volte "ma provo amore?
" "e' abitudine?
" "mi è calato?
" e inizio a consultare una marea di siti che trattano questi argomenti.
Tempo 15-20 giorni e questa cosa si toglie da sola e mi rendo conto di essermi fissato inutilmente.
Ora mi sta capitando la stessa cosa con il calcio.
Sono un tifosissimo, seguo la mia squadra ovunque da quando avevo sette anni e ho fatto veramente di tutto per amore di questa squadra.
Questo campionato è stato difficile, ora però si avvicina un momento importantissimo in cui si potrebbe fare una grande festa e riecco il mio malessere.
Ora l'inceppo è questo "Che senso ha essere felice per una squadra di calcio, mica è merito mio se vince o se perde?
".
E' come se mi sentissi inutile e ininfluente ai fini di un qualcosa che condiziona il mio stato d'animo.
E anche in questo caso (faccio il giornalista) inizio a telefonare calciatori, dirigenti ed esperti di calcio chiedendo di continuo "Ma i tifosi contano?
" "In qualche modo la mia passione incide sul risultato".
Sto per partire per andare in trasferta e al posto di godermi la giornata vado in agitazione temendo che non ho alcun ruolo sullo spettacolo che andrò a vedere.
Crisi del genere mi sono capitate anche in passato, quando vedevo le partite e dicevo "ma in fondo è un pallone che va in una rete" "che esulto a fare per questo gol tanto poi perdiamo lo stesso", "vado ad un concerto ma il cantante sarebbe bravo anche senza me che lo applaudo".
Le chiedo (da tempo non vado dalla psicologa di fiducia): come mai ho questi lunghi periodi in cui metto in discussione le mie passioni?
Come mai sono l'unico che, al posto di gioire per la propria squadra, oggi si fa mille paranoie e sente di essere uno spettatore passivo che gioisce per cose che fanno altri trovandolo insensato, quando comunque dentro di me sono emozionatissimo e non vedo l'ora di tifare?
So che può sembrare strano tutto quello che ho scritto, ma sono aspetti che condizionano molto la mia quotidianità e mi fanno vivere tutto in modo sbagliato.
E c'è poi questa malsana abitudine di leggere sul web qualunque cosa possa incoraggiarmi, esempio di un articolo di giornale: "La Salernitana ha vinto grazie alla spinta del pubblico"...e riprendo coraggio.
Scusi per la lunghezza del messaggio, spero di aver spiegato tutto per il meglio.
[#1]
Dr. Simone Turati Psicoterapeuta, Psicologo 8 3
Buongiorno, visite le precedenti problematiche quelli che descrive parrebbero essere pensieri ossessivi e intrusivi che causano questi "inceppi" come li ha definiti lei.
Perché avvengono?
Molto probabilmente avendo lei uno stato d'ansia tendenzialmente alto, quest'ultima quando raggiunge determinati livelli deve trovare una "strada per uscire".
In alcuni casi essa crea ipocondria e/o disturbi psicosomatici, in altri casi potrebbe causare dei distribi ossessivo compulsivi (DOC).
I DOC in alcuni casi possono riguardare azioni, in altri pensieri e in altri ancora entrambi.
Il mio consiglio è di lavorare, meglio se con uno specialista, sui disturbi d'ansia e sulla loro origine.

Dott. Simone Turati
Psicologo, Neuropsicologo e Psicoterapeuta

[#2]
dopo
Utente
Utente
Anzitutto grazie per la risposta, è stato gentilissimo. Le assicuro che sono stati d'animo che fanno vivere male. Domani vado in trasferta a seguire la mia squadra del cuore, con amici, in una bella città e con la possibilità concreta di festeggiare un bel traguardo. Dovrei essere la persona più felice del mondo e dentro di me sento una forte emozione, ma ogni dieci secondi vengo invaso dalla domanda "ma servo a qualcosa?" "che gioisco a fare se quello che succede in campo non dipende da me?", poi vedo tutti gli altri che cantano, incitano ,si divertono e parlano della partita con enfasi e mi sento a disagio perchè in fondo ho fatto anche io la stessa cosa fino a dieci giorni fa e sono certo riprenderò a breve, quando questo peso sullo stomaco passerà. Riprenderò dalla prossima settimana la psicoterapia, lei intanto può darmi qualche consiglio per godermi la giornata di domani e il mio essere tifoso senza farmi tutte queste paranoie? E, già che mi trovo, mi permetto di farle una domanda da giornalista a psicologo, non da "paziente" che chiede aiuto. Secondo lei, che conosce perfettamente la mente e l'animo umano, il tifoso ha effettivamente un ruolo importante, incide, è parte delle vittorie e dei risultati della propria squadra del cuore o gioiamo per un qualcosa a cui assistiamo passivamente? C'è chi è fortemente convinto che il ruolo di ciascun tifoso e ciascuna persona che segue costantemente una squadra porti benefici effettivi che nemmeno immaginiamo. La abbraccio scusandomi per averla disturbata.
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