Come posso aiutare la mia mamma

Gentili tutti, buona sera.
Cercherò di essere il più breve possibile.
Mi ritrovo, anzi ci ritroviamo tutti (mio padre e mio marito) a gestire la "quarta crisi" di ira (non mi viene nessun altro termine da usare) della mia mamma.
Le cause scatenanti sono sempre state varie e causate o da me (per un rifiuto ad un pranzo, per un cambio di programma) o da mio padre (malato di parkinson, 76 anni che si trova ogni tanto a gestire episodi di aggravamento della malattia ed effetti collaterali dei farmaci assunti).
Questo ultimo episodio scatenato da me ha come causa un rifiuto alla proposta di farci consegnare l'acqua a casa dal supermercato perché io con mio marito sono organizzata che la porta lui a casa.
In più occasioni ho sempre detto a mia mamma di farsi aiutare (64anni k mammario alle spalle) nel momento in cui vedeva che non ce la faceva.
In più occasioni le abbiamo offerto il nostro aiuto, alcune volte ha accettato, altre no dicendo "io non ho bisogno di nessuno e non devo dire grazie a nessuno".
A questo rifiuto di questa proposta, senza neanche il tempo di finire mi ha detto che sono una figlia ingrata (e vi assicuro di non esserlo), che non merito niente, che lei e una madre malata che va aiutata.
Abitiamo vicine (stesso pianerottolo), regalo dei miei genitori per il matrimonio (sono sposata da 3 anni).
Ha rinfacciato questo regalo, dicendo che lei non era d'accordo, che l'abbiamo ingannata.
Sono 3 giorni che non la vedo e non la sento, ho un senso di blocco, non riesco a chiamarla, mio marito mi ha manifestato il suo disagio in questa situazione dove non si sente libero, sempre sotto scacco, sempre sotto esame per quello che si dice o non si dice (mia madre mi ha urlato contro "le cose (quindi portare l'acqua a casa) lo dovete fare e basta e non devo essere io a chiederlo.
Vattene da questa casa altrimenti mi lancio dal balcone" aggiungendo poi un messaggio "non chiedere della mia vita a tuo padre, dimenticati di me" che fa seguito ad un messaggio ricevuto nella crisi precedente (dicembre 2021) dove mi diceva che lei la madre non l'aveva avuta (unico suo ricordo della mamma è nella bara morta), io l'avevo avuto per 33 anni quindi bastava e avanzava.
Suo padre alcolizzato (che lei stessa ha denunciato) è morto ca 20 anni fa.
Non aveva nessun tipo di rapporto con questo padre, ed alla sua morte mio padre mi ha raccontato che ha avuto un esaurimento nervoso.

Siamo affranti, odio vedere lei in questo stato di autolesionismo, odio vedere mio padre inerme e senza forze per risollevare la sua famiglia che sta andando a rotoli.

Cosa possiamo fare, mio padre vorrebbe convincerla a farsi visitare da un medico ed iniziare un percorso di supporto con uno specialista, ma in questi momenti di crisi non vede e non sente ragioni da nessuno.
Nessuno.
È chiuso dentro lei, e con i suoi mostri che abitano nella sua testa che le dicono che nessuno l'ha mai amata, che deve soffrire e che nella vita non c'è niente di bello.

Grazie
[#1]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Gentile utente,
La situazione che ha raccontato va affrontata con l’aiuto di uno specialista, che potrà consigliarvi quale strategia adottare.
Potete rivolgervi al medico di fiducia che vi indirizzerà verso i professionisti e i consulti che sono necessari.
Probabilmente potrebbe essere utile una terapia combinata, farmacologica e psicologica, utile per placare gli stati di tensione improvvisi e lavorare sul vissuto che c’è dietro questa sofferenza.
Da ciò che racconta, sua mamma ha vissuto degli eventi molto intensi, e questi possono avere un’influenza sulla situazione attuale, ciò quindi giustifica i suoi comportamenti ma deve essere presa in considerazione un intervento terapeutico in tempi brevi.
Questo per aiutare lei, ma per supportare anche voi nella complessa situazione che state vivendo.
Potrebbe essere utile comunque, comprendere che ciò che sua madre le rimprovera, non è una conseguenza delle sue azioni, e quindi può innanzitutto scaricare le responsabilità sulla situazione.
Possono esserci sicuramente degli attriti, ma alcune parole vanno forse oltre la razionalità, quindi può lavorare sui sensi di colpa che sente, che probabilmente non sono adeguati al suo comportamento.
Inoltre suo marito, in quanto parte esterna alla situazione, sarà sicuramente imbarazzato. Per evitare incomprensioni nella coppia e soprattutto di addossarvi colpe non vostre, intervenite in maniera tempestiva che sicuramente ne trarrete beneficio tutti.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dr Cosentino la ringrazio per la sua cortese risposta, ma come si fa ad aiutare una persona che non ha voglia di essere aiutata, che non sa e non capisce di dover essere aiutata. Noi siamo dilaniati da questa tossicità che vive dentro che intossica la sua anima e la nostra. Come possiamo fare a convincerla se non ascolta nessuno, urla solamente che non è matta (e nessuno di noi pensa sia matta, nessuno. Glielo assicuro).
[#3]
Dr. Vincenzo Cosentino Psicologo 204 12 1
Sicuramente è una situazione complessa, però se è a rischio la sua incolumità e quella degli altri potete agire attraverso i servizi territoriali, non per forza avendo il suo consenso.
Sarebbe comunque la soluzione migliore coinvolgerla e farle capire che è per il suo bene, anche se è la scelta più difficile viste le reazioni precedenti.
Inoltre potrebbe prendere una parte attiva in questa scelta anche suo padre, perché lei in quanto figlia sente la responsabilità e la pressione di dover agire nel miglior modo possibile, ma rimane una figura "esterna" che ha ormai una nuova famiglia.
Quindi può iniziare chiedendo a suo padre cosa ne pensa della situazione e se ha pensato a delle soluzioni possibili. Il suo parere in questa vicenda è fondamentale.

Dr. Vincenzo Cosentino - Psicologo
In sede e online
www.psicologocosentino.it

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