Non riesco a fare sesso con il mio ragazzo

Salve, sono una ragazza di 22 e non riesco ad avere rapporti con il mio ragazzo.

La cosa va avanti da tanto da 1 anno e non abbiamo rapporti a causa di un mio dolore che provo ogni volta che lo facciamo e la cosa non va a migliorare.

Stiamo insieme da 6 anni, inizialmente il rapporto non era dei migliori, litigavamo spesso e non andavamo d’accordo.
Inoltre dopo un anno e mezzo di relazione si è aggiunto un litigio e lui mi ha tradita.
Dopo un mese circa mi ha ricontattata e supplicata di riprovarci, dopo due mesetti riproviamo e prosegue con pochi litigi fino a 4 anni.
In quell’anno per altri motivi ho perso amici e sono rimasta sola.
I rapporti sessuali fino ad allora erano sporadici (lui continuava a richiederli minimo 3 volte a settimana e finivamo per farlo 1 volta ogni settimana/ ogni 2 settimane, perché io non avevo voglia, spesso lo facevo controvoglia.
La ginecologa del periodo già mi aveva vista arrossata al tempo.
) Dopo di che da un anno circa ho un dolore assurdo nella stessa zona ogni volta che proviamo.
Ho contattato subito la ginecologa ma da 5 mesi mi imbottisce di farmaci e altro per risolvere il problema ma niente.
Qui vengo al dunque: ho creduto fosse un problema psicologico, e chiedo aiuto per sapere se è grave.
Purtroppo tutto il contesto con il mio ragazzo è lungo da spiegare (ci sono dei dettagli molto lunghi).
Qualche mese fa mi è capitato di parlare con una psicologa su internet spiegando la situazione e mi ha detto che c’è stata violenza psicologica con prevaricazione.
Sono spaventata.
Spero possiate aiutarmi...
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Qualche mese fa mi è capitato di parlare con una psicologa su internet spiegando la situazione e mi ha detto che c’è stata violenza psicologica con prevaricazione

A questa osservazione non è possibile rispondere senza conoscere i dettagli che possano far pensare a "violenza" e "prevaricazione".

Se con i farmaci non sei riuscita a sbloccare il problema, puoi fare due cose: chiedere un secondo parere a un diverso medico e poi contattare uno psicoterapeuta (magari a indirizzo comportamentale o strategico) per imparare, nel caso in cui il problema avesse una base psicologica, a mantenerti rilassata durante i rapporti.

E per capire se e quanto i problemi possano essere dovuti a questa particolare relazione con questo ragazzo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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dopo
Utente
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Mi è capitato spesso di lasciarlo. Quando succedeva avveniva una sorta di meccanismo per cui lui si piazzava sotto casa mia e non andava più via nonostante io abbia più volte ripetuto che non volevo vederlo (dopo il tradimento usava citofonare con tantissima insistenza finché non scendevo). Al momento in cui parlavamo per chiarire facevamo discorsi interi ore e ore senza arrivare da nessuna parte: lui parlava con ansia e faceva discorsi sconnessi in cui parlava di come stava e di noi , quel genere di discorsi che dopo un po’ che provi a dire la tua e a ragionare, lui la girava su io che invece non capivo niente e ricominciava da capo e riportava altre ore a parlare , e dopo qualche ora mi sentivo stanca, assonnata, come se mi avessero risucchiato tutte le energie e non potevo fare niente per azzittirlo tranne dire che le cose erano apposto e così è stato per anni.
Più o meno la dinamica era questa.
Per anni sono stata sia accusata, sia ho creduto io stessa di essere una dipendente affettiva è che ero io che non riuscivo a lasciarlo.
A fronte di ciò un anno fa ad una discussione ho mostrato più sicurezza, parlato con le buone in tutti i modi, chiesto anche che non avevo voglia di parlarne in quel momento, sono dovuta arrivare a sbatterlo fuori di casa perché non lo reggevo più e lui mi ha spaccato la porta entrando con la forza e ha continuato a parlare a piangere e ha strappato la sua maglietta in mille pezzi (che mi ha lasciato raccogliere a me una volta andato via). Ho dovuto chiarire subito, dicendo che sarebbe andato tutto bene e che avremmo chiarito. Da lì stiamo ancora insieme.
Da quel giorno ho paura a provare a discutere (o semplicemente faccio finta di non notare i problemi), ho paura di provare a lasciarlo perché non voglio mai più sentirmi come mi sono sentita in quel modo.
Stavo pensando di parlarne in un consultorio, e mio padre vorrebbe sapere prima i motivi per spendere soldi per uno psicoterapeuta o qualcuno che mi potesse aiutare, e lui adora questo ragazzo per pensare che avessi questi problemi con lui.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Stavo pensando di parlarne in un consultorio

Saggia idea.

L'ipotesi apparentemente più probabile è che entrambi abbiate la rispettiva fetta di problemi da risolvere. E il fatto che vi siate lasciati e ripresi molte volte, oltre a indicare proprio questo, indica anche una certa complementarietà. Cioè sembra che i problemi dell'uno si incastrino "bene" con i problemi dell'altra. Ciò produce un equilibrio che, per quanto disfunzionale, è pur sempre un equilibrio. E gli equilibri di qualunque genere nelle relazioni possono essere non semplici da modificare senza un aiuto esterno.

Perciò un aiuto psicologico non potrà che giovarti(vi).

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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