Ansia da allontanamento zona di comfort?

Gentili Dottori,
ho 30 anni e a 19 anni ho avuto il primo attacco di panico, esperienza che ancora oggi ricordo come la peggiore ora della mia vita, tanto che ne ho ancora un ricordo molto vivido.
Dall'epoca ho passato periodi più o meno positivi, anche grazie alla terapia farmacologica prima con Daparox e poi con Citalopram, ma senza mai davvero affrontare il problema più grave: la paura dell'allontanamento.
Quando ho vissuto il primo attacco di panico, il periodo successivo è stato molto negativo, in quanto per paura potesse ricapitare non uscivo neanche più di casa.
In questi anni sono riuscito mano a mano a riacquisire una buona qualità di vita, laureandomi, lavorando, comprando una casa e facendo anche dei viaggi (prendo il citalopram da ormai 7 anni).
Il problema è che io nella pratica non ho mai davvero affrontato la paura dell'allontanamento dalla zona di comfort, in poche parole non ho mai affrontato un serio percorso di terapia cognitivo comportamentale che mi desse strumenti certi.
Diciamo che affronto i viaggi con espedienti al bisogno, anche perché se ad esempio devo fare un viaggio di 10 giorni, l'ansia vera ce l'ho solo quando devo partire, e quindi prendo mezza pastiglia di tavor il giorno della partenza e poi sono a posto tutto il resto della vacanza.
Certo è che però non posso fare lo stesso se devo iniziare a viaggiare per lavoro con più frequenza, cosa che potrei dover fare da qui a qualche mese.
A me piace tantissimo viaggiare e spostarmi, ma il primo attacco di panico è come se mi avesse lasciato una ferita ancora viva, perché ho il terrore mi possa ricapitare (mi trovai in balìa del panico e assolutamente impotente, non riuscii a tornare a casa e questa cosa mi ha lasciato sconvolto).
Vivo così da molti anni e ho paura che questa cosa sia ormai cronica e consolidata senza possibilità di riprendere in mano la situazione per essere veramente libero da questa paura.
L'unica volta che avevo trovato una psicologa che mi voleva far fare la TCC io trovavo scuse per non fare "i compiti" per paura, e ora mi mangio le mani! In questi anni gli attacchi di panico veri e propri si contano sulle dita di una mano, sono fortunato, ma molti di più invece sono stati gli evitamenti di situazioni di cui avevo paura, soprattutto nei primi anni in cui ho iniziato a soffrirne, e ovviamente tanti sono i rimpianti che non vorrei averne più anche per il futuro (magari rifiutare un bel lavoro perché prevede tanti spostamenti).

Come correre ai ripari?
Sono ancora in tempo per correggere la situazione?

Tutti i consigli sono ben accetti:) vi ringrazio
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Dr.ssa Maria Maione Psicologo 1
Gentile utente,
talvolta alcuni sintomi, quali gli attacchi di panico, fanno voce a questioni non risolte o non elaborate.
Probabilmente nel primo tempo di terapia non si sentiva ancora pronto ad affrontare il suo problema ed ora in cui il desiderio di realizzarsi e inseguire i suoi sogni lavorativi diventa più forte, è arrivato il momento di guardare a queste questioni e trovare, attraverso la parola, forme di espressione e di apertura non sintomatiche.
Perchè una terapia sia efficace, è importante la motivazione e la responsabilità soggettiva alla cura.
Se ha voglia e desiderio di intraprendere un percorso psicoterapeutico, non esiti a contattarmi per dei colloqui preliminari.

Dr.ssa Maria Maione

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