Problemi di convivenza e disturbo mentale

Buongiorno a tutti,
scrivo qui perché ho bisogno di un consiglio riguardante la convivenza con un coinquilino.
Abito ormai da quattro anni nello stesso appartamento in cui ho in affitto una camera che condivido con mio fratello per questioni economiche.
Più di un anno fa una camera è stata occupata da un coinquilino con il quale era nato un rapporto fraterno, era sempre allegro, scherzavamo e uscivamo insieme.
Lo abbiamo aiutato in situazioni complicate e abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo per lui, preoccupandoci dato essere diabetico di tipo uno e non si curava (cosa che continua a fare), e faceva abuso compulsivo di zuccheri.
Circa un anno fa inizia ad essere strano, non vuole parlare e sta sempre chiuso in camera.
Era già capitato in precedenza che smettesse di parlare e litigasse con le persone perché gli piaceva farlo.
Cerca una scusa (insensata) per arrabbiarsi con me, cerco di chiarire ma non sente ragioni: "non me ne frega niente di te", "l'unica persona importante sono io", "non mi importa se mi hai aiutato".
Era una persona a cui tenevo molto e queste parole mi hanno ferito profondamente.
Da lì iniziò a inventarsi assurdità su di me, minacciandomi pure di denunciarmi alla polizia, non so esattamente per cosa dato che non gli avevo fatto nulla, ma avevo paura che si inventasse qualcosa per rovinarmi la vita.
Trovo delle pillole, una persona
a lui vicina mi da una conferma di cosa si tratti, e poi lo sento dichiarare al medico di essere bipolare.
Pillole che smette di prendere dopo poco, così come l'insulina.
Inizia farmi dispetti con intermittenza alterna, mi insulta se mi incrocia, cosa che continua a fare ancora oggi.
Mio fartello gli dice che il suo comportamento mi fa stare male, lui: "Non le sto facendo nulla, se volessi la farei piangere tutti i giorni".
Doveva trasferirsi a settembre, ma con sorpresa resta in casa.
Nel frattempo arriva una nuova coinquilina, ingenuamente la informo della situazione, qualche mese dopo litighiamo per questioni legate alla convivenza, mi dice che sono io la pazza e che mi sono inventata la malattia dell'altro conquilino.
È da tre mesi che non parliamo tra di noi, la situazione non è per niente bella.
Cerco casa da mesi, ma le case con una stanza doppia sono rare e lo sono ancor di più per le case miste.


Che comportamento posso adottare?
Vengo insultata e non dico nulla, entrambi non puliscono casa per darmi fastidio e non dico nulla.
Passano le ore chiusi in camera a sparlare.
Oltre questo si chiudono entrambi a chiave, anche durante la notte.
Questa cosa mi dava fastidio inizialmente, quando lo faceva solamente lui, disse che "potevo entrargli in camera e rubargli i dati dal computer", cosa che ovviamente non sono capace a fare e non mi importava.
Inizialmente tenevo a lui, ma adesso non più, è completamente un'altra persona.
Quello che è diventato complicato è che abbia messo contro di noi anche l'altra coinquilina.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
intanto spero che abbia risolto i problemi medici di cui ci parlava nell'altro consulto.
La sua presente richiesta non fa altro che citare le usuali difficoltà di convivenza di persone estranee, specie se qualcuna di esse non rispetta i confini della discrezione.
A quanto pare lei e suo fratello condividete la stessa stanza in un appartamento in cui altre camere sono occupate da altri inquilini. Non ci dice se ciascuna stanza fruisce di un proprio bagno e se avete in comune con gli altri affittuari la cucina e forse il soggiorno.
Rileggo l'email che ci ha mandato: "Più di un anno fa una camera è stata occupata da un coinquilino" al quale avete concesso subito una grande familiarità, e di seguito: "Circa un anno fa inizia ad essere strano".
E quindi quanto è durata la cordialità? Pochi mesi? Ed era fuori luogo, visto che non lo conoscevate affatto.
Lei scrive: "Era una persona a cui tenevo molto".
Ma l'attaccamento precoce verso uno sconosciuto è un'intrusione nella sua vita, e lei sembra averne fatte altre, di queste azioni indiscrete, infatti scrive: "trovo delle pillole"... dove? Indaga con qualcuno che lo conosce sul suo stato mentale e ne informa un'altra inquilina appena arrivata; osserva che "Passano le ore chiusi in camera a sparlare. Oltre questo si chiudono entrambi a chiave, anche durante la notte".
Ma lei origlia le loro conversazioni, e tenta la maniglia delle loro porte? Cosa le interessa se si chiudono a chiave, e come lo sa?
Dovrebbe occuparsi della sua vita e limitare a semplice cortesia i rapporti con le persone che vivono nella stessa casa per necessità e non per scelta, rispettando la loro privacy.
Ogni altro atteggiamento si configura come invadenza, e diventa motivo di tensione.
Lei è giovane e può aver sbagliato per inesperienza, ma ci rifletta, quando andrà di nuovo in affitto.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa,
La ringrazio per la sua cortese risposta.
Abito in un appartamento con tre camere di cui una è occupata da me, e le altre due da questo ragazzo e da un'altra ragazza. Abbiamo i bagni, la cucina e un soggiorno in comune.
Per quanto riguarda la "familiarità precoce", non la definirei del tutto così. Siamo coetanei e sono una persona molto introversa che ha difficoltà a fare amicizia e a fidarsi, la nostra è stata una conoscenza graduale come fanno degli amici che si conoscono. Lo stare tutti i giorni sotto lo stesso tetto e condividere tanto tempo insieme probabilmente ha accelerato la conoscenza. Per quanto riguarda il periodo, ha cambiato comportamento dopo dieci mesi di "buon umore" ed è successo all'improvviso e senza alcuna motivazione.
Per quanto riguarda le pillole, le teneva poggiate su un mobile in soggiorno e le ho viste. Dato il suo comportamento molto strano mi è sorto il dubbio ancor prima di vedere quelle pillole che avesse qualche problema, quindi nel momento in cui le vidi mi informai su cosa fossero.
Non origlio le loro conversazioni e non tocco le loro maniglie, semplicemente viviamo in una casa dove le pareti sono perlopiù di cartongesso, quindi si sente tutto. Abbiamo delle porte molto vecchie e quando si chiudono a chiave fanno molto rumore, si deve figurare che se qualcuno rientra tardi la sera mi sveglio per il rumore che fa lo scoppio. In ogni caso non è usuale che dei coinquilini si chiudano la porta a chiave per scendere cinque minuti sotto casa a comprare qualcosa o nel mentre che sono in camera. Questo comportamento da parte sua è iniziato come dimostrazione del fatto che "avesse paura di me", e sottolineo che non gli ho MAI fatto nulla e non ho MAI invaso la sua privacy, così come quella dell'altra coinquilina che ha iniziato a chiudersi la porta a chiave dopo che ha stretto un legame con lui ed ha iniziato ad essere poco socievole ancor prima che ci fosse la discussione per problemi usuali di convivenza.

A me non importa se si chiudono a chiave, che parlano male di me, ma se: sto seduta per fare colazione e lui esce di casa facendomi il dito medio, passa in corridoio e mi dice "pezza di puttana", entra in cucina e dice "c'è puzza di merda"; per quanto possa sorvolare sulla cosa a lungo andare, dopo altri dieci mesi diventa pesante. Tengo anche a sottolineare che lui ha smesso di punto in bianco anche di parlare con mio fratello, e con lui non ha nemmeno cercato una scusa.

Per quanto riguarda la convivenza, ho convissuto con altre persone e non ho mai avuto questi problemi. Un vecchio coinquilino con cui sono in contatto sapendo di cosa fosse successo è rimasto scioccato della cosa perché io e mio fratello siamo delle persone educate, responsabili, disponibili e rispettose degli altri. Il problema è stato creato da questo suddetto soggetto, che ha poi messo contro di noi l'altra coinquilina.

Il mio errore è stato dire all'altra coinquilina della situazione, perché poi per il resto non ho fatto nulla.

Oltre essere soggetto di insulti a cui non reagisco, mi hanno anche vietato di invitare i miei amici a casa, cosa che però loro fanno. Sto sempre chiusa in camera, esco solamente per andare in bagno e per andare a cucinare, questo per evitare di incontrarlo. La sua presenza in casa è estremamente negativa, non mi sento libera di vivere con lui. È soffocante.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente,
lei stessa scrive: "Il mio errore è stato dire all'altra coinquilina della situazione", e dice che non le importa "che parlano male di me", il che farebbe pensare che lei li ascolti.
Forse qualcosa di errato da parte sua e di suo fratello c'è, senza con questo voler giustificare il comportamento del coinquilino, dal quale a questo punto suo fratello dovrebbe difenderla chiedendo spiegazioni, e il non farlo si può configurare come un altro errore. Come potete adattarvi tutti e due a questo, per esempio: "mi hanno anche vietato di invitare i miei amici a casa, cosa che però loro fanno"?
Forse sarebbe meglio parlare al padrone di casa, il quale rischia di perdere due inquilini per salvarne uno? Non vi è venuta in mente questa soluzione?
Ha scritto che state cercando un'altra soluzione alloggiativa e al riguardo ha usato un'espressione che non comprendo: "le case con una stanza doppia sono rare e lo sono ancor di più per le case miste".
Cosa sono le "case miste"? E perché sono rare le stanze a due letti, molto comuni in quasi tutte le città universitarie?
Le auguro di trovare al più presto una soluzione; come spero l'abbia trovata per il suo problema medico di cui ci ha parlato nell'altro consulto.
Ci aggiorni, se crede.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
riguardo l'altro consulto, adesso sto meglio perché avevo una carenza di alcune vitamine che ho preso e sto prendendo.

So di aver sbagliato in quello, ma io l'ho visto come un gesto in buona fede. No non ascolto ma sento qualche parola perché hanno un tono ti voce molto alto, e la mia camera confina con la cucina dove loro si mettono a parlare.

Mio fratello ha provato a parlargli mille volte ma è come parlare a un muro, quindi si è arreso. Lui non si mette mai in discussione, ha ragione lui e basta. Comunque non mi importa avere un rapporto con lui, mi basterebbe che non mi insultasse.
Io non so quali errori abbiamo potuto fare, forse essere sempre troppo disponibili e se ne sono approfittati.
Ci siamo adattati a questa situazione per paura di scatenere il peggio. È come avere un bullo in casa, e io ho subito bullismo da piccola. Se rispondi e fai quello che non vuole che fai, si arrabbia ancora di più e aumentano i dispetti e gli insulti.
Il padrone di casa è al corrente di tutto, ma non può cacciare via nessuno. Se ci avesse alzato le mani forse avrebbe potuto far qualcosa, ma per fortuna non è violento fisicamente. Quello che ci ha detto è stato che siamo tutti liberi di lasciare casa quando vogliamo.

Per case miste si intende composte da uomini e donne, la maggior parte degli affittuari non affitta a maschi perché "hanno poca cura della casa". Quindi è complicato trovare una casa mista, e in più con una camera doppia. In quattro mesi che cerco non ne ho trovata nemmeno una. Stiamo anche provando a cercare un appartamento da divividere con una mia amica, ma i prezzi sono molto alti per ora. Quindi si rende difficile che ce ne andremo presto, anche perché forse mio fratello cambia città a settembre e non avrebbe senso fare un contratto costoso adesso.

Comunque grazie mille per la sua gentilezza.

Saluti.
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