Che terapia dovrei seguire?

Buon pomeriggio, sono qua per chiedere un consiglio.

Premetto che ho seguito un percorso di psicoterapia, ma non ho risolto i miei problemi come speravo.

Il mio problema sta nelle relazioni, ho avuto due relazioni importanti e diverse frequentazioni, durante ogni frequentazione magari sto bene, anche se non riesco mai a capire a pieno quanto voglio l'altra persona, ma il problema più grande nasce se e quando l'altra persona si allontana da me, anche in frequentazioni meno importanti in cui non ero nemmeno così presa, in me si scatena qualcosa che mi fa attaccare di più e soffro 9 per rapporti in cui razionalmente soffrirei 3, faccio fatica ad accettare, a lasciare andare.
Poi dopo tempo, quando passa, razionalizzo e mi rendo conto che magari nemmeno amavo quella persona (questo nelle relazioni)
In passato ho avuto due rapporti di palese dipendenza affettiva, e uno dei due mi ha distrutto (Per un mese quasi mi odiavo, mi facevo del male)
A volte ho pensato di essere borderline, ma un soggetto borderline a quanto so manipola ecc, io 0, anzi sono una persona molto buona e difficilmente ferisco l'altra persona.
Ho pensato anche di soffrire di dipendenza affettiva, può essere...però non mi riconosco nel sintomo in cui il soggetto si "annulla" per l'altra persona, io studio, lavoro, mi alleno, ho tanti interessi e sono una persona ambiziosa, credo di volermi bene, anche se quando finisco in questi eventi me ne voglio di meno, perché decentro la mia pace in favore dell'altro.
Pensavo di iniziare un percorso di psicoanalisi piuttosto che psicoterapia, perché credo che possa aiutarmi a scavare più nel profondo e a capire quando è nato e cosa ha scaturito in me ciò.
Lei saprebbe inquadrarmi in qualche disturbo?
E secondo lei sarebbe più consona la psicoanalisi?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
Gentile utente,

per "inquadrarLa in qualche disturbo" occorre una diagnosi, impossibile online.

Lei ci dice però che ha già seguito un percorso di psicoterapia "ma non ho risolto i miei problemi".
Prima di ipotizzare che cambiando approccio teorico possa accadere di risolvere i suoi problemi, occorre riflettere sul perché la prima tranche non ha ottenuto gli effetti desiderati. Frequentemente ciò non è inerente all'inadeguatezza dell'approccio, come sembrerebbe ipotizzare, quanto piuttosto all'esistenza di resistenze che impediscono di fruire dell'esperienza; ad es.:
.resistenza nell'affidarsi (può fare parte di certi disturbi),
.nell'avere compliance rispetto alle consegne che si ricevono, anche se sembrano strane o assurde,
.nell'accettare di modificare dei certi propri comportamenti e/o punti di vista.
L'esistenza di tali aspetti deve essere opportunamente indagata, per impedire che si ripresentino inficiando anche le tranches ulteriori.

Tenga conto inoltre che esistono due macro obiettivi in una psicoterapia:
- capire,
- cambiare.
Capire non equivale affatto a cambiare, secondo l'approccio che io pratico.
L'esperienza stessa testimonia ciò: sono moltissime le cose che capiamo, e pochissime quelle che riusciamo a modificare in profondità dentro di noi e in maniera durevole.

A fronte delle Sue esigenze espresse nel consulto, forse l'approccio psicodinamico - o psicodinamico *integrato* - potrebbe essere adatto, sempre tenendo conto di quanto detto sopra e della relazione che viene a crearsi nella coppia terapeuta-paziente; e che va ben al di là dell'orientamento teorico.
Per *integrato* si intende questo:
si ritiene che nessun approccio sia esaustivo, a fronte della varietà e complessità dei comportamenti umani. E che dunque l'utilizzo integrato e armonioso di differenti tipologie di terapia (o di tecniche ad esse collegate) fornisca una strumentazione migliore e di conseguenza produca una maggiore efficacia.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto per la risposta approfondita.
Non ho ben capito il discorso di capire e cambiare, a livello di comprensione sto iniziando a comprendere molto di più le mie insicurezze e quando scaturisce il mio problema , vorrei comprenderlo ancora di più per pote cambiare e vivere meglio la mia vita su questo lato, chiaramente di comprendere e basta, senza cambiare, poi nel concreto mi serve poco.
Riguardo la questione del rapporto con la terapeuta, con quella attuale a livello di rapporto mi trovo bene e mi apro un sacco, non ho riscontrato troppi cambiamenti in me perché nella seduta mi sfogo, ma è molto caotica e non segue una strada precisa, può essere semplicemente che devo cambiare professionista.
Sul resto non penso di avere troppe resistenze, anzi ci tengo molto al mio benessere mentale, per questo spero che verrò aiutata.
Mi informerò sull'approccio che mi ha suggerito di provare, grazie ancora
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.8k 580 67
> vorrei comprenderlo ancora di più per pote cambiare <, ci dice;
ma secondo certi approcci non è necessario capire per cambiare.
L’esperienza clinica, del resto, conferma che una certa parte di persone capisce solo DOPO aver effettuato un cambiamento.
Questa è anche una spiegazione del passaggio che Lei diceva di non aver capito.

Saluti cari.
Stop. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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