Ansia, somatizzazione, mal di vivere

Buongiorno,
scrivo perché temo di cadere in uno stato di depressione.
Negli ultimi tempi ho subito un cambiamento totale nel mio stile di vita.
Ho dovuto spostarmi da una città dove avevo trascorso serenamente e con soddisfazione gli ultimi 7 anni della mia vita.
Sono andata a vivere in un'altra città, della mia regione di origine (ci sono tornata per avvicinarmi ai miei genitori) che non mi piaceva e dove mi sono trovata male.
Tutte le soddisfazioni che avevo avuto nella prima città, si sono trasformate in insoddisfazioni nella seconda, soprattutto nel lavoro, ma anche per il mio bimbo e per il nostro stile di vita.
Alla fine ho deciso di ritornare a vivere nella prima città, per riprendere da dove avevo lasciato.
È stata una scelta molto combattuta perché significava allontanarsi dai propri affetti (genitori) ma non ce l'ho fatta: dentro di me si sono manifestati degli stati ansiosi e paure varie con conseguenti capogiri, nausea ecc... che mi hanno portato a ritrattare questa scelta e a tornare nella seconda città che non mi piace.
Adesso mi trovo qui a vivere in un modo che non mi stimola, a provare disgusto per molte cose che non mi piacciono.
L'unica cosa positiva è essere più vicina ai miei.
Però ho paura perché mi sento sempre triste, ansiosa e disgustata dalle cose che non mi vanno bene qui.
Non so come uscirne, non so se devo tornare nella prima città, ignorando quella forte ansia, capogiri, nausea e quella nostalgia che mi hanno fatto bloccare oppure restare qui aspettando che le cose migliorino.
Mi rendo conto che sto male in modi diversi per ognuna di queste scelte e ho paura del mal di vivere, della tristezza, della depressione e della somatizzazione perchè ho mal di testa, un peso alla gola, nausea, capogiri, mancanza di forza.
Chiedo un aiuto per capire cosa mi succede.
La mia vita sta andando a rotoli.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile signora,
sembra che si trovi in un conflitto, cioè una situazione in cui ci si trova a dover scegliere ma si è combattuti da esigenze opposte. Nessuna delle due opzioni sperimentate come luogo di vita è andata bene e questo fa pensare che il problema sia di non facile soluzione.
L'utilità di stare vicino ai genitori dipende dal fatto di avere un bimbo e nel contempo un lavoro che le richiede disponibilità e tempo?
Penso che delle sedute potrebbero chiarirle i termini del problema e conseguentemente valutare se esistono soluzioni soddisfacenti e attivarsi per cercarle e renderle operative.
E' gradito un riscontro e/o una valutazione della risposta.

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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dopo
Utente
Utente
Nella seconda città sono più vicina ai genitori ma non tanto da avere un aiuto con il bimbo. L'esigenza di stare vicino a loro è di tipo affettivo.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Tanto più allora se non è un problema di aiuto materiale, dei colloqui psicologici potrebbero rafforzare aspetti della sua personalità e permetterle di sostenere la lontananza con maggiore serenità, ma ovviamente mancano elementi per valutare appieno la situazione. Tenga presente che anche spostarsi di 60 km significa emigrare e la vita degli emigranti solitamente non è facile

Valentina Sciubba Psicologa
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