Tumore benigno (leydigioma) al testicolo

Come scritto in una precedente richiesta (rimando ad essa se serve leggere la "storia" pregressa - qui allungherei troppo riportando i dati), sono stato operato per un nodulo al desticolo dx che segnalai circa un anno e due mesi fa. le ultime ecografie avevano suggerito tale necessità. L'intervento è stato fatto con biopsia estemporanea e, avendo questa dato esito negativo, il testicolo, tolto il nodulo, è stato rimesso in sede. Si è trattato quindi di asportazione di un campione del diametro di circa 1 cm, il nodulo era di circa 6 millimetri. Le domande sono: 1) dopo ormai un mese dall'intervento, la ferita ancora mi duole; non esternamente, ma internamente all'inguine; di fatto negli ultimi 15 giorni non ho avuto alcun miglioramento; il dolore non è insopportabile, ma è decisamente presente se faccio sforzi o in certe posizioni, impedendomi ad esempio di mettermi dei pantaloni che stringano "normalmente" alla cinta e all'inguine. Inoltre la pelle sembra "insensibile" in certi punti, la zona della ferita è gonfia e apparentemente dura, e inoltre il testicolo destro (quello operato)...ho l'impressione che non sia posto normalmente nello scroto...è quasi come se fosse in orizzontale, e infatti "striscia" sulla parete interna della coscia...Tutto ciò è normale ? Cosa potrebbe invece essere andato male ? Che tempi di convalescenza devo ancora aspettarmi ? 2) è possibile avere eiaculazione ? o conviene attendere una completa "guarigione" dai postumi operatori ? 3) il referto istologico parla di tumore nello stroma gonadico con cellule di Leydig (leydigioma); è vero che il leydigioma è benigno ? Ho letto su internet che nel 10% dei casi è maligno, mentre il team che ha operato sembra sia del tutto "tranquillo". Ad esempio, il fatto stesso che il testicolo non sia stato asportato lo confermerebbe; e non mi pare che abbiano fatto la "stadiazione" per capire se ci sono eventuali pericoli di metastasi. Mi hanno detto che è benigno e mi han solo consigliato una ecografia di controllo fra 6 mesi.
Grazie mille per le cortesi risposte che vorrete fornirmi.
Cordiali saluti.
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
mi fa piacere risponderLe su questo argomento: sono ormai anni che mi occupo dei tumori di Leydig. Intanto sia chiara una cosa: il tumore di Leydig non è un tumore benigno, ma semmai un tumore a "comportamento essenzialmente benigno" La differenza non è sottile ma macroscopica. La maggiore o minore possibilità di comportamento aggressivo dipende in primo luogo dalle dimensioni del tumore e dalle caratteristiche macro e microscopiche, oltre che immunoenzimatiche.
Nelle forme di tumore di leydig puro, i marcatori tumorali (alfa-FP, beta-HCG, LDH) non risulteranno elevati. E’ interessante sottolineare, nella diagnosi differenziale immunositochimica fra le forme di Leydig e gli altri tumori stromali del testicolo, l’utilizzo del dosaggio della calretinina (proteina intracellulare adibita al trasporto del calcio ed appartenente alla famiglia delle proponine) e della inibina-A (peptide appartenente alla famiglia dei fattori di crescita).
Con le forme di carcinoma a cellule di Leydig (10% dei casi) non si scherza davvero: gli indici si sopravvivenza non sono per niente incoraggianti. Quindi, dai dati che mi fornisce, da un lato condivido l'atteggiamento terapeutico conservativo del testicolo tenuto dal Collega che L'ha operata, dall'altro resto estremamente sorpreso, e non in senso favorevole, dal fatto che Lei non sia stato studiato prima dell'intervento al fine di "stadiare" la neoplasia. Lo studio non si limita all'esecuzione di una TC total body, ma prevede indagini di laboratorio per l'assetto ormonale e dei marcatori neoplastici. Grave mancanza. Così come ancora più sorprendente è il piano di "follow-up" che Le è stato proposto dopo la procedura chirurgica. Non lo condivido per nulla. Nei pazienti affetti da tumore di Leydig benigno che sono stati trattati con orchiectomia radicale, una esclusiva osservazione clinica è sufficiente per un corretto follow-up. Non così chiaramente per quelli invece trattati chirurgicamente in maniera conservativa. Il protocollo maggiormente seguito prevede i dosaggi ormonali e quello dei marcatori tumorali, l’Rx del torace standard ed una TC o una Ecografia addominale. Queste indagini vanno programmate ogni 4 mesi nel primo anno, ogni 6 mesi nel secondo e quindi successivamente 1 volta all’anno.
Per quanto riguarda più strettamente i problemi locoregionali inerenti alla perfetta guarigione della ferita chirurgica, o quelli inerenti al buon posizionamento del testicolo residuo, direi che nessuno al di fuori del Collega Operatore possa dire la sua. Ed è quindi a lui che Le consiglio di rivolgersi.
da parte mia , davvero affettuosi auguri per la Sua definitiva e completa guarigione.
Cordialissimi saluti
Prof. Giovanni MARTINO

Prof. Giovanni MARTINO
giovanni.martino@uniroma1.it

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Dr. Giuseppe Benedetto Urologo, Andrologo 2.7k 15
non ho nulla da aggiungere all'esaustiva e ottima spiegazione del collega

dr Giuseppe Benedetto
www.giuseppebenedetto.netfirms.com

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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Mi allineo al collega che mi ha preceduto. Non esistono neoplasie testicolari benigne,fortunatamente la neoplasia di cui era affetto era una forma non troppo maligna dunque puo' considerare l'avventura conclusa felicemente dopo l'intervento chirurgico. Naturalmente e' imperativo sottoporsi ad uno stretto follow-up con controlli scadenzati nel tempo dal suo urologo.
Cordiali saluti,
dott Daniele Masala.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
il follow-up dopo intervento per neoplasia testicolare, ma in genere per QUALSIASI neoplasia, non viene stabilito dal Chirurgo Operatore da solo, ma emerge da una stretta collaborazione fra Chirurgo, Oncologo e talvolta Radiologo. Si chiama pianificazione interdisciplinare della strategia terapeutica, ed è il cardine dei progressi raggiunti nel campo della terapia dei tumori.
Affettuosi saluti
Prof Giovanni MARTINO.
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dopo
Utente
Utente
Innanzittutto ringrazio tutti per le risposte. Desidero però chiedere alcune ulteriori delucidazioni. Volendo assumere che l'urologo oncologo che mi ha operato e il suo team non abbiano sbagliato, potrebbe dirmi quali sono i fattori che potrebbero averli indotti a stare tranquilli sulla benignità del tumore (cioè che il mio caso rientra in quel fortunato 90%)? Ad esempio la dimensione del nodulo (circa 5 millimetri di diametro), o il fatto che magari hanno visto che il nodulo era "incapsulato" (uso questa espressione perchè mi è stata riferita dal mio medico curante). Oppure l'andamento nel tempo del nodulo, che di fatto da febbraio 2006 (prima ecografia) a marzo 2007 (ultima ecografia) non ha mutato le sue dimensioni. A prescindere da ciò, confesso che mi trovo un pò imbarazzato...dovrei andare dal mio urologo a dirgli che forse è il caso di applicare il protocollo di controlli da voi suggerito (TAC addominale, marcatori ecc...), ma...come fare a dirglielo ? perdonatemi se faccio appello (anche) alle vostre qualità umane e non professionali, ma non pensate che si indispettirebbe alquanto ? Se gli suggerisco queste cose, cosa e quanto poteei rivelare circa la fonte da cui le ho colto i suggerimenti ? Grazie infinite, cordsali saluti
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Prof. Giovanni Martino Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Andrologo, Urologo, Chirurgo plastico, Chirurgo vascolare 4.3k 23
Gentile Utente,
se il Collega che La sta seguendo non si allinea a quello che, la Ricerca in tema di tumori a cellule di Leydig, reputa ormai caratteristiche indispensabili per un ottimo follow-up verso la totale guarigione...è un problema del Collega ...mica Suo. Ci mancherebbe pure che si "indispettisse"...in gioco c'è la Sua di vita...
Consulti un Team Oncologico aggiornato e preparato sull'argomento.
Io sono di origini al 50% calabresi. Non sa quanto mi dispiace doverLe dire che, se il Collega non si aggiorna, la colpa non è Sua. E che forse sarebbe il caso di sentire ulteriori pareri in Strutture Universitarie od Ospedaliere all'altezza del quesito clinico.
Le faccio affettuosi auguri per tutto.
Prof. Giovanni MARTINO
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