Cpps - ureaplasma

buonasera,
sono un ragazzo di 28 anni di palermo.
due anni fa mi è stata diagnosticata prostatite e facendo l'esame del liquido seminale sono risultato positivo all'ureapalsma.
dopo qualche settimana di cure, che apportarono leggeri miglioramenti, iniziai ad avvertire una sorta di dolore al testicolo dx, come se fosse più duro, più contratto e notavo che un modo x alleviare (quasi fino a farlo sparire) il dolore era massaggiare l'interno coscia.

l'unico antibiotico che mi giovò parecchio è stato il bassado, poi x il resto le cure non sono mai riuscite a farmi stare bene del tutto.

ora, a distanza di due anni, ho capito tante cose, come che lo stress è la causa principale di questa malattia, e questo è confermato anche dal fatto che le cose belle, per fortuna, come viaggiare e i rapporti sessuali sono i momenti in cui sto meglio (ma non come prima). poi torno a lavoro o cmq sotto stress e i sintomi, puntuali, riaffiorano.

essendo stato curato dall'urologo della mia città come prostatite cronica batterica, ma notando che a parte il bassado, gli altri antibiotici non facevano nulla, documentandomi ho avuto il dubbio che la mia fosse cpps, e mi recai da un luminare romano esperto di tale sindrome che a seguito di esplorazione rettale ha riscontrato la prostata perfetta ma ipertono dei muscoli del pavimento pelvico, con trigger point nei muscoli elevatori dell'ano dandomi dunque lyssen come miorilassante e etinerv x sfiammare i nervi periferici.

quello che non capisco è: se dall'esame del liquido seminale risultava ureaplasma, poi proteus mirabilis, poi streptococcus, come è possibile che l mia sia cpps, e quindi a-batterica, e non prostatite cronica batterica? gli esami sono stati eseguiti male qui a palermo, o i miei continui fastidi sono dovuti a qualche batterio? altra domanda: il fastidio che sento all'interno dell'ano, tipo contrattura, è dovuta ai muscoli elevatori contratti, o alla prostata infiammata?

sono abbastanza confuso, questo luminare dalla visita ritenne che la mia prostata è ok, ma poi sono tornato dall'urologo palermitano e mi ha visto con eco addominale la prostata ancora congesta.

quando si ha cpps si hanno dolori ai testicoli? può lo stress portare dolore ai testicoli? ho notato che in circostanze di particolare stress i dolori aumentavano, così come è indubbio che se ho dei fastidi e vado x esempio a mare tutto svanisce piano piano. ho anche notato che se passo una giornata salutare e sto abbastanza bene e poi magari mangio o faccio comunque cose che so che fanno male alla prostata, stranamente i sintomi puntuali si presentano.

insomma, sono certo che la testa influisca eccome,almeno nel mio caso ma vorrei sapere se secondo voi la mia prostatite è batterica come pensa il e dico palermitano, o è invece cpps, l'infezione magari l'ho avuta all'inizio ma ora il problema sono questi spasmi qua..

non ho mai fatto test di stame o come simili, ormai ho uno sgocciolio alla fine della minzione e la serenoa, che sto prendendo, è sicuro che mi da bnenefici. sessualmente sono tornato quello di prima, ma la mia vita è cambiata, non bevo più se esco con gli amici, ma continuo a fumare, questo si..
grazie di tutto
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.5k 1.7k 16
Gentile giovanotto,
cominciando dalla fine del suo dettagliato racconto, senz'altro non ha senso prendere mille precauzioni e poi continuare a fumare, magari molto! Il fumo, come tutti dovrebbero ben sapere, fa bene solo alla catena di produzione e distribuzione dei tabacchi ... A tutti gli altri fa da male a malissimo - senza esclusione alcuna!
La diagnosi e la terapia della prostatite e dei disturbi ad essa correlati sono forse quanto di più subdolo esista nella specilaità urologica. La linea di pensiero "scientifica" tende a voler oggettivare il più possibile le condizioni predisponenti e scatenanti, per questo motivo vengono eseguite enormi quantità di accertamenti laboratoristici e strumentali. Ma poi la diagnosi e la terapia restano a carico del singolo specialista, che si può ovviamente esprimere come ritiene opportuno, in base alla sua competenza ed esperienza specifica. Non deve pertanto stupire che sorgano delle contraddizioni anche evidenti. Ovviamente, il metro di giudizio resta unicamente il beneficio che il paziente può trarre dalle terapie che gli sono state proposte. In medicina questo approccio si definisce "diagnosi ex juvantibus". Inoltre, questo vale per la parte "organica" del disturbo, mentre gli aspetti psico-somatici sono ancora più difficili da valutare ed il loro trattamento risulta addirittura aleatorio.
Se una terapia "leggera" come la serenoa è in grado di darle vantaggio significativo, dubito che valga la pena di ricorrere a farmaci più "pesanti", in particolare gli antibiotici sono sempre da usare con molto giudizio. La cosa più opportuna in questi casi è instaurare un buon rapporto di fiducia con uno specialista che la possa seguire con assiduità lungo un percorso francamente empirico, ma che è l'unico in grado di ottenere un risultato apprezzabile nella cura di questi disturbi.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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