Quale specialista per diagnosi malattia venerea?

Buongiorno,
A seguito di continue perdite vaginali maleodoranti e rossore vulvare e conseguenti manifestazioni cutanee nel mio partner ho effettuato una visita ginecologica con conseguente pap-test con unico risultato sospetto "flora batterica mista" e richiesta di tampone vaginale per ricerca miceti che effettuerò nelle prossime settimane. Non mi è stata prescritta nessuna terapia in attesa del tampone. Preciso che molto spesso con l'astinenza i miei sintomi spariscono in circa una settimana.
Purtroppo anche nel caso di rapporti non protetti in assenza di sintomi per entrambi nei giorni successivi si ripresentano i sintomi sopracitati. Nel mese di luglio, quando ho effettuato il pap-test il mio compagno è stato visitato da uno specialista in urologia nostro amici presso una struttura pubblica, la sua diagnosi dopo la visita e nessun esame effettuato è stata una possibile "allergia al lattice" per il continuo uso di preservativi, ( che a volte però è discontinuo) e gli è stato consigliato l'uso di Canesten Crema per 10 giorni, terapia che immagino non sia indicata se i sintomi si presantano all'incirca ogni mese/due mesi.
Non sono mai stata d'accordo con la sua opinione, soprattutto perchè i problemi si manifestano solo dopo i rapporti non protetti.
Adesso mi chiedo, in presenza di sintomi, che tipo di visita medica devo consigliare in attesa del mio tampone che avverà fra questa e la prossima settimana? C'è sempre un po' di confusione fra dermatologo, urologo e andrologo.

Grazie per l'attenzione.
Cordiali Saluti
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.5k 1.7k 18
Gentile Signora,
in effetti i problemi irritativi cutanei dei genitali esterni maschili sono al limite tra le competenze dell'urologo e del dermatologo. Invece nella femmina, gli stessi vengono più spesso trattati dal ginecologo. In linea di massima, se non vi sono coesisitenti disturbi in ambito uro-genitale (più spesso nell'urinare) ci pare più corretto che queste situazioni siano valutate da un dermatologo, in particolare se si tratta di manifestazioni non banali, con tendenza alla recidiva. L'ipotesi di sensibilizzazione al lattice del preservatico è molto suggestiva perché si riferisce ad un'evenienza molto frequente. D'ogni modo anche l'esposizione al suo pH vaginale verosimente alterato potrebbe giustificare l'iritazione. Od al limite anche l'uso dello stesso tipo di detergente intimo, magari eccessivamente aggressivo. Diciamo che l'interpretazione non è affatto semplice e gli esiti dei suoi esami batteriologici vaginali (eventualmente ripetuti anche 2-3 volte) potrebbe fare un poco di chiarezza.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it