Microfocolaio di adenocarcinoma prostatico g3 score 6 sec gleason (3+3) 14/11/14

Buongiorno,
A seguito del riscontro di PSA a 6 ng/ml, è stata eseguita una angio-biopsia prostatica su 12 prelievi.

L'esame istologico dei campioni ha portato alle seguenti diagnosi:

1: base di destra: microfocolaio di adenocarcinoma prostatico g3 score 6 sec gleason (3+3), note di prostatite cronica riacutizzata e focale atrofia ghiandolare
2: base di destra: note di prostatite cronica riacutizzata e focale atrofia ghiandolare
3: zona intermedia di destra: microfocolaio marginale di asap, note di prostatite cronica riacutizzata e focale atrofia ghiandolare
4: zona intermedia di destra: pin (probabile, basso grado)
5: apice destro: frustolo prostatico fibroadenomiomatoso
6: apice destro: microfocolaio di asaph
7: base sinistra: prelievo corrispondente a vescicole seminali
8: base di sinistra: microfocolaio di asaph
9: zona intermedia di sinistra: microfocolaio di adenocarcinoma prostatico g3 score 6 sec gleason (3+3), prostatite cronica riacutizzata e focale atrofia ghiandolare
10: zona intermedia di sinistra: note di prostatite cronica riacutizzata
11: apice sinistro: note di prostatite cronica riacutizzata
12: apice sinistro: note di prostatite cronica riacutizzata

A seguito di ciò l'Urologo con il quale mi sono consultato mi ha riferito che è necessario eseguire al più presto (ma senza urgenza) un intervento chirurgico.

Per questo motivo chiedevo a Voi signori Medici Specialisti, quale strada mi consigliereste di seguire.
Quali sono le migliori tecniche chirurgiche attualmente disponibili e quali i centri di eccellenza presenti in Italia per l'esecuzione dell'intervento?

Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che mi fornirete.

Buona giornata
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
le recenti linee di consenso tendono generalmente ad adottare un atteggiamento sempre meno aggressivo nei confronti di codesti micro-focolai. La cosiddetta "vigilanza attiva" viene posta infatti come alternativa un intervento che ha buone probabilità di essere ridondante per una lesione microscopica e verosimilmente a bassissima aggressività (vedi Gleason 6). Ovviamente molto conta anche il temperamento del paziente e la sua disponibilità a sottoporsi ad un controllo abbastanza stretto per i prossimi 10 anni circa, a fronte di un intervento di una certa invasività ed accompagnato da un rischio modesto, ma non azzerato, di possibili complicazioni. Questo anche se eseguito con i più moderni standard della laparoscopia convenzionale o robotica.
In questo caso, noi siamo soliti consigliare di ascoltare almeno un'altra campana, quindi meditare e prendere una decisione in tutta serenità.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Piana,
la ringrazio per la cortese e rapida risposta, e mi scuso per non averle risposto altrettanto tempestivamente.

Lei quindi ritiene che siano maggiori i rischi o comunque gli effetti collaterali legati all'intervento, piuttosto che quelli legati al semplice monitoraggio?

Se quindi decidessi di non sottopormi all'intervento, con quale frequenza sarebbe necessario effettuare un controllo?
Ed in cosa consisterebbe il controllo: valutazione del PSA plasmatico o altro?

Comunque nel frattempo, come consigliato da Lei, ascolterò anche un altro specialista per sentire un altro parere

La ringrazio per l'aiuto
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Un ragionevole protocollo di vigilanza attiva comporta l'esecuzione del PSA ogni 4-6 mesi, la visita urologica annuale ed in ogni caso la ripetizione della biopsia ogni 2-3 anni fino ai 70 anni di età. Non è inverosimile che già entro i prossimi anni si renderanno disponibili marcatori migliori del PSA e tecniche di diagnostica per immagini tanto precise da ridurre la necessità di biopsie o quantomeno ridurne il numero al minimo indispensabile.
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