Tumore vescicale infiltrante

Gentili dottori,
avrei alcune domande da porre sulla situazione di mia madre (67 anni appena compiuti). Riassumo brevemente la storia della malattia:
a maggio 2015 viene sottoposta a turb e l’istologico è carcinoma vescicale infiltrante diffusamente la tonaca muscolare (pt2 G3). Dopo due mesi (luglio 2015) viene sottoposta a cistectomia radicale con derivazione bricker, l’istologico definitivo sui pezzi operatori è: pT3a, N1 (un linfonodo positivo su 14) Mx. Utero, vagina e ovaie esenti da neoplasia. Viene proposto un follow-up trimestrale per monitorare la situazione e gli oncologi decisero di non effettuare chemioterapia dopo l’intervento (anche perché molto pesante e quindi necessitava di alcuni mesi per riprendersi bene). A fine ottobre 2015 le varie tac con mdc segnalano tutto ok. Stessa cosa anche a fine gennaio 2016, tuttavia mia madre ha iniziato ad accusare un forte dolore alla gamba sinistra. Ritorniamo dagli oncologi che prescrivono un angiotac che segnala all’aorta addominale “esteso ispessimento parietale associato a tumefazioni linfonodali con estensione fino alle arterie iliache come da fibrosi retroperitoneale”. Ci dicono che occorre fare un’altra tac e una PET total body. Ecco i risultati: Iperaccumulo di tracciante a livello della regione retroclaveare sinistra (5.1), del VII-VIII (7.2) del VII (4.0) e del VI (4.6) segmento epatico, della regione celiaco pancreatica (8.1) della loggia surrenalica sinistra (13.4) della regione lomboartica ed intercavoparaortica (11.9) mesenterica (17.4) del III medio del muscolo psoas sinistro (16.7) della regione iliaca comune, della regione iliaco otturatoria sinistra, della loggia rettale/pararettale (8.1) nel contesto dei muscoli otturatori di sinistra e di alcuni distretti scheletrici (sterno, alcuni metameri del rachide cervico-dorso-lombare, alcune coste di entrambi gli emitoraci, sterno bacino e femore destro). In queste zone quindi si segnala patologia ad elevato metabolismo di glucosio. Non si segnala nulla negli altri distretti corporei.
L’oncologo che ci ha seguito fino ad ora dice che da questa situazione non si esce più, possono solo “tentare di curare”. Mia madre ora non sta bene ha la gamba gonfia e prende tutta una serie di antidolorifici prescritti, si alimenta poco e non mi sembra nelle condizioni di affrontare chemioterapie o altro.
Le mie domande sono:
1) Abbiamo/hanno fatto le cose giuste oppure abbiamo sbagliato tutto?
2) Perchè la tac con mdc il 28 gennaio 2016 non segnalava nulla e dopo un mese la PET è disastrosa?
3) Come è possibile passare nel giro di 4 settimane dal tutto ok al “non c’è più niente da fare”? questa è la cosa che mi sembra più assurda.
4) Quali strategie terapeutiche si possono attuare per accompagnare mia madre nel modo migliore verso la fine?
Grazie infinite a tutti quelli che mi risponderanno
[#1]
Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
Gentile utente,
il percorso di cura che ha fatto sua madre è corretto. In casi di malattia linfonodale (N1), la chemioterapia può essere proposta ma, se sua madre non era in grado di sopportarla, evidentemente è stato deciso di non fare niente. E probabilmente non avrebbe cambiato il decorso della malattia. Per una corretta valutazione delle TC, è difficile valutare senza vedere le immagini e confrontarle. A volte la situazione può cambiare repentinamente, senza contare che la PET ci mostra cose che non vediamo con la semplice TC.
I medici urologi e oncologi valuteranno come seguire sua madre magari consultandosi con i colleghi della terapia del dolore e attuando tutte quelle cure necessarie per sua madre. Spero di averla aiutata. Cordiali saluti

Dr. Andrea Bottai
Dirigente medico presso Unità di Urologia
Ospedale Maggiore di Lodi

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dottore,
grazie della tempestiva risposta. Naturalmente dalla sua postazione e in questa sede non è possibile fare diagnosi o previsioni ma volevo sapere un ultima cosa: "tentando di curare" mia madre (chemioterapia, ecc...) posso sperare di averla ancora con me a Natale prossimo?
Mi scuso per la domanda se le sembra troppo "fuori luogo".

Ancora grazie
[#3]
Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
Gentile utente,
questa è una domanda la cui risposta deve essere data da un oncologo. E' evidente che, se la malattia è in uno stato avanzato, perchè sottoporsi delle cure di non certo beneficio e che ridurrebbero la qualita di vita restante? Sempre che queste siano fattibili, tollerabili e indicate nel caso di sua madre. Certe volte il nostro compito è non solo curare ma anche accompagnare il paziente a vivere la vita restante nel miglior modo possibile. Mi faccia sapere. Cordiali saluti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore.
Effettivamente non è importante vivere altri 5,6, ...12 mesi ma è come li si vive, sono d'accordo.
Negli ultimi giorni ho pensato che avevamo sbagliato tutto dall'inizio (quando si è preoccupati e un po' confusi si ha sempre paura di fare scelte sbagliate), non le nascondo che ho anche pensato che forse era meglio che non si sottoponesse affatto all'intervento di cistectomia, è stato un intervento molto pesante con quasi 20 giorni di degenza ospedaliera e ora pensare che è servito a ben poco (anzi a nulla!) mi lascia molta amarezza e delusione.

Le farò sapere.
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Dr. Andrea Bottai Urologo, Andrologo 2.7k 131
Il percorso è stato corretto ed avete fatto bene. La cistectomia era d'obbligo per sua madre perché è la vera cosa necessaria nel tumore vescicale infiltrante. Non ci devono essere né rimpianti né rimorsi nel vostro caso dato che non è possibile prevedere l'evoluzione e della malattia. Cordiali saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille
il pensiero di non avere fatto errori (almeno dalla scoperta della malattia in poi) un po' mi rincuora. Forse si poteva fare di più per scoprire più precocemente il tumore; pensi che la prima ecografia mia madre l'ha fatta ben sei mesi dopo aver avuto le prime perdite di sangue dalle urine (macroematuria la chiamo' l'urologo). Ci disse anche che spesso i medici di famiglia sottovalutano alcuni sintomi che sono legati a malattie ben più gravi della semplice infiammazione, cistite ecc....). Forse, ma questo ormai non lo saprò più, gli eventi avrebbero preso un'altra piega se lo scoprivamo qualche mese prima; anche se a dire il vero ci dissero che il tumore di mia madre era G3 ed era nato G3, quindi molto aggressivo.

Cordiali saluti e grazie delle risposte avute
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