Ipertrofia prostatica

Buongiorno, qualche mese fa, a seguito di "cistoscopia transuretrale" mi è stata diagnosticata un ipertrofia prostatica con terzo lobo aggettante in vescica.
L'urolgo consiglia " intervento turp per ipertrofia prostatica benigna, terzo lobo in vescica" attraverso l'uretra.
Premetto che soffro di "vescica neurologica" e pratico autocateterismo giornaliero.
Non sono dell'idea di intervenire subito ma resto in attesa tenendo sotto controllo la situazione.
L'urologo mi ha dato un farmaco " Dutasteride" (Produxen 0, 5 mg Capsule molli) e ho già fatto tre mesi di cura.
Gli effetti negativi di questo farmaco sono: 1) altera l'esame del sangue PSA 2) può sviluppare insufficienza cardiaca, ecc.
Ma la parte più allarmante del bugiardino è la seguente:... "In uno studio clinico condotto su uomini a rischio aumentato di cancro alla prostata, gli uomini trattati con la Dutasteride hanno sviluppato una forma grave di cancro alla prostata più spesso degli uomini non trattati con PRODUXEN.
L'effetto di PRODUXEN su questa grave forma di cancro alla prostata non è chiaro..."

In famiglia ho avuto un caso di cancro al colon (padre) ogni quattro anni eseguo Colonscopia.
Potrei rientrare in quella casistica di "uomini a rischio aumentato di cancro alla prostata"?
Quindi questo farmaco, oltre ad essere poco efficace, può contribuire ad aumentare il rischio di cancro alla prostata?
Il secondo urologo non si è sbilanciato più di tanto, confermando la cura e monitorare la situazione in attesa di nuove valutazioni.
Potrei avere un Vs cortese parere?
Grazie
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Da come lei li descrive, gli effetti collaterali della dutasteride paiono molto ingigantiti rispetto alla realtà. Questo farmaco è in effetti molto diffuso poiché a tutt'oggi (con il suo precursore finasteride) è l'unico in grado di agire in modo diretto sui meccanismi che reggono l'ingrossamento prostatico dell'età matura. Come per tutti i farmaci, la sua efficacia non è assoluta e vi sono degli effetti collaterali noti e prevedibili. L'induzione di tumori è tuttora molto dibattuta, ma certamente riguarda solo un tipo di pazienti molto piccolo e selezionato, cui lei certmente non appartiene, almeno in base a quanto ci scrive. L'effetto collaterale più lamentato dai pazienti è una generica depressione dll'attività della sfera sessuale, in tutte le sue espressioni. Questa è sotto un certo punto di vista una riprova dell'efficacia per interferenza con gli ormoni maschili. L'effetto è comunque reversibile dopo l'eventuale sospensione.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Dopo aver consultato, ancora, due urologi sul tema Dutasteride, uno mi risponde che dopo 90 gg. si può interrompere; l'altro urologo mi consiglia di continuare ( ma non si sa fino a quando)
Potrei avere un Vs parere?

Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
La terapia con dutasteride o finasteride, una volta ragionevolmente definite le indicazioni, è da considerare come cronica. Dal nostro punto di vista, se non vi sono problemi intercorrenti, non vi è ragionevole motivo per sospenderla. Certo è che il paziente deve comunque rimanere sotto controllo specialistico, almeno una volta l'anno.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
Intervento endoscopico disostruttivo

L'urolgo consiglia " intervento turp per ipertrofia prostatica benigna, terzo lobo aggettante in vescica" attraverso l'uretra.
Premetto che soffro di "vescica neurologica" e pratico autocateterismo giornaliero. Con Produxen ( dutasteride) cercherei di procrastinare il più possibile questo intervento anche se mi è stato detto che è l'unica cosa da fare. L'intervento endoscopico transuretrale, sebbene probabilmente risolutivo, mi lascia perplesso sul " dopo". L'uretra, dove attraverso la quale si passerà diverse volte per espellere parti frantumate di prostata (terzo lobo) verrà "massacrata", stressata e logorata da queste operazioni. Il punto esatto dove il terzo lobo verrà asportato, sarà vulnerabile e, come una ferita aperta, dovrà subire l'impatto della punta del catetere 4/5 volte al giorno che andrebbe a toccare il punto esatto appena operato. Nonchè il passaggio del catetere nell'uretra, 4/5 volte al giorno, potrebbe essere un dolore acuto e intenso da sopportare. Il tutto mi fa pensare a sofferenze importanti e a lunga durata.
Potrei avere un Vs cortese parere nel merito?
Grazie
[#5]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
.. L'uretra, dove attraverso la quale si passerà diverse volte per espellere parti frantumate di prostata (terzo lobo) verrà "massacrata", stressata e logorata da queste operazioni ...

Ma dove lo ha visto questo film? Se si trattase di una cosa così terribile, pensa che questo intervento sarebbe stato per decenni il gold standard di trattamento dell'ingrossamento prostatico sintomatico? Cerchi di rassenerarsi e vedere le cose con sano realismo e non solo attraverso quanto si legge su internet.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Le risulta in questi decenni interventi su soggetti con vescica neurologica? Io dipendo totalmente dal catetere e il passaggio quotidiano (almeno 5 volte quando bevo tanto diventano anche 7/8) nell'uretra non e' mai un piacere. Risento ancora di un cistoscopia fatta due mesi fa. Più di trent'anni di autocateterismo quotidiano non sono uno scherzo. La mia uretra non credo risulti in uno stato ottimale. Giustificata, quindi, la mia paura di soffrire il "dopo" intervento.
Credo che per capire il medico dovrebbe provare sulla propria pelle il disturbo di cui parlo con tutte le varie infezioni collegate. Si fa i n fretta a fare gli eroi sulla pelle degli altri.
In saluto
T
[#7]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Certo. L'intervento disostruttivo (eseguito con qualsiasi tecnica) in soggetti con vescica neurologica il più delle volte si esegue proprio per rendere più agevole il cateterismo. Sono situazioni rare, comunque vengono gestite allo stesso modo e con gli stessi risultati di tutti gli altri casi. Unica variante è che il catetere viene lasciato a dimora per un tempo ragionevolmente più lungo, diremmo una decina di giorni.

Qui nessuno vuol fare l'eroe o minimizzare i timori dei pazienti, ma il nostro lavoro ci impone di essere sempre e comunque aggrappati alla realtà.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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