Coronavirus e problematiche oncologiche

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

COVID-19 e pazienti con problematiche oncologiche e emato-oncologiche.

Queste sono le raccomandazioni fortemente volute dalle Associazioni di pazienti del progetto La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” ed ora fatte proprie dal Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile, nell’ambito della situazione di emergenza acuta legata alla diffusione del COVID-19.

 

Il documento ora redatto sostiene che, nonostante i dati, al momento disponibili, siano estremamente limitati, i pazienti con problematiche oncologiche o onco-ematologiche sembrerebbero da un lato esposti ad un maggior rischio di contrarre l’infezione, e dall’altro, se questa presente, di andare incontro a un andamento della viremia più severo.

 

 

Il documento parte dividendo i pazienti oncologici in due gruppi:

a) I pazienti che hanno completato il percorso terapeutico (cosiddetti pazienti off-therapy);

b) I pazienti ancora in trattamento che a loro volta vengono suddivisi in due sottogruppi:

b1) soggetti in trattamento citostatico e radiante che sono considerati a maggior rischio di complicanze infettive e, come i pazienti sottoposti ad interventi chirurgici maggiori, possono essere esposti a un rischio aumentato di contrarre il COVID-19;

b2) pazienti in trattamento immunoterapico.

 

 

Per tutti i pazienti oncologici, non essendo disponibili al momento vaccini o farmaci antivirali specifici per l’infezione da COVID-19, si raccomandano le seguenti norme igieniche:

  1. evitare, ove possibile, luoghi affollati;
  2. indossare la mascherina (di comune uso, quali quelle chirurgiche) fuori dal domicilio, in particolare quando si rendano necessarie controlli in ospedale per visite, esami e/o trattamenti;
  3. eseguire un’accurata e frequente igiene delle mani (si vedano anche le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sul lavaggio delle mani);
  4. evitare le visite al proprio domicilio da parte di familiari o amici con sintomi respiratori o provenienti da aree a rischio;
  5. al fine poi di evitare contagi in ambito lavorativo si suggerisce di mantenere una distanza di almeno un metro (meglio anche due) dai colleghi che presentino sintomi respiratori, invitandoli ad indossare pure loro una mascherina.

 

In particolare per i pazienti (b1) e (b2) viene raccomandato alle Autorità Sanitarie Locali di identificare e applicare quanto più rapidamente possibile le modalità necessarie a garantire i trattamenti oncologici necessari ai pazienti residenti nelle “aree rosse”, al fine di assicurare il principio di intensità di dose, in modo che non venga negativamente influenzata la prognosi della patologia in trattamento.

 

Si raccomanda alle strutture sanitarie presenti nel Paese di identificare e istituire percorsi e spazi (es. sale di attesa) dedicati ai pazienti oncologici.

In questo gruppo di pazienti, in particolare quelli in trattamento con checkpoint-inhibitors, andrà fatta una diagnosi differenziale tra le complicanze da viremia COVID-19 e quelle tipiche legate proprio al trattamento (polmonite, miocardite).

 

A tutto il personale sanitario si raccomanda di indossare gli appositi dispositivi di protezione individuale (DPI) (es. mascherine chirurgiche).

Si raccomanda, infine, di studiare specifiche strategie per garantire il percorso diagnostico-terapeutico già avviato per i pazienti in caso di potenziale esposizione di un paziente oncologico a soggetti già contagiati da COVID-19.

Per i pazienti del gruppo (a), cioè quelli che hanno completato il percorso terapeutico, si raccomanda di posticipare, laddove possibile, e in accordo con gli specialisti del settore che hanno in carico il paziente, i controlli di follow-up, in modo da limitare al massimo la frequentazione delle strutture sanitarie (sia per ridurre il rischio di esposizione al Coronavirus, sia per non aggravare la mole di lavoro di strutture già in parte sovraccariche.

 

Infine, particolare attenzione andrà posta ai pazienti sottoposti a trattamento chirurgico per tumori a localizzazione polmonare, con un trattamento che abbia comportato un sacrificio parziale o totale di parenchima polmonare.

 

Fonte:

https://www.salutebenedadifendere.it/wp-content/uploads/2020/03/Raccomandazioni-COVID-19.pdf

http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus?gclid=EAIaIQobChMIxdG3qLqm6AIVC8KyCh1VxgDrEAAYASAAEgI9UvD_BwE

Altre informazioni:

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/8433-adolescenti-e-coronavirus.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/8440-procreazione-medicalmente-assistita-e-coronavirus.html

https://www.medicitalia.it/news/andrologia/8429-coronavirus-e-fertilita-maschile.html

 

Data pubblicazione: 19 marzo 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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