Problemi digestivi e stanchezza

gentili dottori, mi rivolgo a voi per aver una qualche delucidazione riguardo dei problemi riconducibili -a mio inesperto parere- alla digestione che mi stan ormai accompagnando da un paio d'anni, andando ad influire negativamente sul normale trascorrere delle giornate. premetto che non fumo, non faccio uso di droghe e ho diminuito moltissimo gli alcolici, arrivandone a consumare giusto in particolari occasioni. a tavola, causa anche la quasi costante mancanza di appetito, non son solito fare grandi abbuffate ma nonostante ciò, spesso subito dopo i pasti riscontro una forte confusione mentale-sonnolenza..simile ad un dopo sbornia. questo è però solo uno dei vari sintomi che ho riscontrato: di notte mi capita non di rado di svegliarmi (ho provato anche 4-5 volte) a causa di dolori più o meno forti nella zona lombare i quali spariscono solo una volta alzato. inoltre quando vado in bagno tendo a soffrire o di stitichezza o a fare feci molli, spesso accompagnate da fitte al basso ventre. oltre all'aspetto della stanchezza mentale subito dopo i pasti, ho notato che i miei tempi di recupero dopo sforzi fisici (in passato ero piuttosto attivo ed ora, nonostante da parecchio ho perso quella voglia di muovermi e saltare, frequento ancora la palestra 3 volte a settimana) sono aumentati notevolmente e nei periodi quando sto peggio, avverto stanchezza e dolori ai muscoli pur prendendomi magari 1 o 2 settimane di stop dalla palestra. altri problemi riscontrati son una forte flatulenza a volte protratta per più giorni (che però mi par di aver annullato togliendo dalla dieta i fiocchi d'avena), fatica a digerire frutta non sbucciata e dolori addominali che vanno e vengono. ad oggi che vi scrivo, è una settimana che pur dormendo anche 10 ore o più al giorno, quando mi sveglio non mi sento affatto ristorato e mangio senza un minimo di appetito, per poi trovarmi "ingolfato" subito dopo e con meno forze rispetto quando sono a digiuno. mi è inoltre capitato per 3 giorni di soffrire di una sorta di cecità notturna (mai successo) e spesso misurando la temperatura ascellare, risulta 36,9°C. tali sintomi però, come il forte calo di libido che spesso m'accompagna, non sò se possano essere direttamente riconducibili al mio problema. detto ciò, ho consultato già vari medici, da quello di famiglia fino ad un neurologo passando da farmaci come omeprazolo, pentoprazolo, riopan, gaviscon e peridon ad altri come sulamid, ludiomil ed entact. infatti, essendo i miei esami del sangue a detta loro perfetti (solo i trigliceridi son sotto la norma) han pensato bene di ricondurre il tutto ad una causa psicologica: purtroppo dopo 4 mesi che seguo la cura, nulla è cambiato. oltre alle moltitudini di esami del sangue fatti, mi sono anche sottoposto ad una gastroscopia che ha rilevato solo un'ernia iatale da scivolamento e a dei test allergologici dai quali son risultato allergico maggiormente ad acari, carote e nocciole.
in attesa di un vostro parere
distinti salut
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Gentile utente,
lei dice "tendo a soffrire o di stitichezza o a fare feci molli, spesso accompagnate da fitte al basso ventre" ed il pensiero corre alla solita sindrome del colon irritabile.
Inoltre afferma "pur dormendo anche 10 ore o più al giorno, quando mi sveglio non mi sento affatto ristorato e mangio senza un minimo di appetito...forte calo di libido...essendo i miei esami del sangue a detta loro perfetti" e tutto questo lascia trasparire forti caratterizzazioni emotive.

Credo di doverle consigliare un duplice consulto:
sicuramente gastroenterologico, infatti lei riferisce oltretutto diagnosi di ernia iatale,
ma anche un adeguato consulto introspettivo che faccia luce sulle sue tensioni.

Saluti.

Responsabile U.O. di Endoscopia Digestiva Osp. MIULLI
www.enterologia.it
www.transnasale.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
dicendo che a detta dei medici i miei esami son perfetti, intendevo dire che io non sarei ad ogni modo qualificato a dire se c'è o non c'è qualcosa che non va. se così mi han detto, così deve essere. inoltre, nonostante ricercando su internet un po' di notizie mi son imbattuto in malattie di tutti i tipi, sono io il primo ad escludere malattie più o meno improbabili. certo spesso mi viene da pensare a una qualche possibile intolleranza tra fruttosio, lattosio (latte, yogurt e formaggi mi provocano spesso la nausea oltre a movimenti intestinali) o glutine..ma anche qui non ne sò abbastanza anzi, direi quasi nulla. di mio posso solo dire che quando ho provato a mangiar solo carne e verdura, mi è parso di digerire molto meglio e di rimaner più attivo rispetto a quando aggiungo al pasto anche un primo piatto di pasta, orzo, farro e in minor grado riso.
riguardo al fattore stress, ovvio che c'è: certi giorni di più, certi giorni meno..ma sempre e solo se prima accuso qualcosa a livello fisico. d'altronde prima ero solito star sempre bene, aver sempre voglia di fare. se stavo male è perchè me "le cercavo" alzando troppo il gomito durante qualche sera con gli amici. poi due anni fa, di punto in bianco senza far niente se non divertirmi in vacanza (e allora gli alcolici li avevo già calati parecchio, quasi tolti in quanto avevo notato una "minor resistenza") son stato malissimo, ho vomitato più volte in un giorno, con forti rigurgiti di bile penso (una sostanza verde scuro e oleosa, molto amara).
in una settimana persi 4kg e da lì iniziò il mio calvario. le prime due settimane ero parecchio nauseato a mangiare cibi troppo grassi e carni. decisi così di "ascoltare" il mio corpo e lasciargli il suo tempo per riprendersi: l'appetito non tornò più per parecchi mesi arrivando a pesare 45kg..ora son tornato a pesarne 63 però!
il "bello" di tutta la faccenda è che durante l'intero dimagrimento ho sempre dichiarato di star bene, perchè così son sempre stato abituato a fare con le malattie: non star lì troppo a guardare, finchè il problema non scompariva da solo. anche la scelta di mangiar meno era un modo per "tamponar" la mia situazione: mangiando solo un primo a pranzo e un secondo a cena, riuscivo a rimaner abbastanza attivo così da poter far durante la giornata quello che avevo sempre fatto (uscire in bici, muovermi a piedi per parecchie ore e darmi al giardinaggio); se invece facevo pasti "più abbondanti", non riuscivo più a fare nulla (mi diventavano, e ancora oggi succede se esagero, mani e piedi freddi e l'unica cosa che riuscivo a fare era dormire)..insomma, mangiando meno feci una scelta si sbagliata, ma solo per cercar di reggere una situazione che a me era sempre piaciuta e che a causa di un determinato stato fisico non riuscivo più a reggere (giusto per informazione, anche allora i miei esami del sangue eran perfetti). pur ignorando il problema questa volta non scomparve anzi, presto mi ritrovai senza più forze e così oltre a non riuscire più a correre, caddi in uno stato di completa apatia senza manco più riuscire a frequentare i miei amici per parecchi mesi. racconto ciò, oltre per poterle far capire meglio la mia situazione, anche per ammettere che se provo dello stress lo reputo normale. e penso che fintanto che i problemi fisici restano, lo stress resterà. ma da qui a dire, come ho sentito da molti, che è stato il fattore emotivo a crearmi il tutto, bè ne passa di acqua sotto i ponti. anche perchè in passato tra lutti, bocciature e delusioni amorose (giusto per mettere anche cause più frivole) di stress ne ho provato già a subire parecchio, ma mai ho sofferto di problemi gastrointestinali simili, perso ore di sonno nè tanto meno avuto cali di libido..penso invece che tali cali così come la stanchezza diurna, possano essere normali se durante la notte non si ha un buon sonno (mi viene da pensare quando facevo le ore piccole andando in discoteca, o quando esageravo un po' con lalcool..il giorno dopo la situazione era più o meno questa..con gli alcolici, birra in primis, c'era anche il mal di pancia). mi scuso per essermi dilungato, per lo più raccontando di me anzi che approfondendo la tematica "malattie possibili", ma come già detto non essendo un dottore poco ne so (se no non mi troverei qui, e magari autodiagnosticandomi il problema, avrei risolto tutto sul nascere!). spero di aver fatto un po' chiaro sulla situazione di tensioni che potrebbero affliggere la mia psiche.
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Gentile utente,
lei, credo, era stato efficace già nel suo primo post.
Aveva descritto con chiarezza le turbe fisiche ed emotive che la affliggono.
Io riprenderei una sua prima frase ("ho consultato già vari medici, da quello di famiglia fino ad un neurologo passando da farmaci come...") per ribadirle, per il suo bene, di approfondire le tematiche emotive in ambito psicologico (più indicato che non l'ambito neurologico) ed in ambito gastroenterologico e, non avendolo però specificato, se già l'avesse fatto (magari con scarsa soddisfazione, di ricercare un centro di sicuro affidamento dalle sue parti: lo troverà.

Saluti.
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dopo
Utente
Utente
grazie ancora per le risposte. per il consulto psicologico, già mi sottoposi circa un anno fa, quando decisi per la prima volta di rivolgermi a dei medici riguardo la mia perdita di peso. infatti, nonostante non mi sia mai considerato anoressico (nel senso che dietro al mio dimagrimento non ho mai celato nè ossessioni per il cibo nè estetiche), data la mia eccessiva magrezza (a guardarmi allo specchio mi facevo paura già da parecchio tempo e visto che le forze mi mancavano già da un bel po', non ero più disposto a sopportare quella situazione) decisi di rivolgermi ad un centro per disturbi alimentari in un ospedale vicino a dove abito. ad ogni modo se così mi consiglia, vedrò di tornare a parlar anche con uno psicologo. ammetto comunque di non esser mai stato per questo genere di terapia, non perchè non la ritengo efficache, quanto più perchè ho un rapporto molto aperto con i miei parenti (genitori e nonni) e se c'è qualcosa che mi turba spesso lo tiro subito fuori.
quest'oggi vedrò anche di chiamare così da prendere un appuntamento gastroenterologico così da approfondire anche in quel campo.

per finire già che son qui vorrei chiederle un parere riguardo un problema che ha già provato ad affliggermi più volte in passato, ben prima dell'inizio di tutti i problemi scritti sopra. premetto che in passato persi l'abitudine (che ho invece reintrodotto da un annetto e mezzo circa) di far colazione già alle medie causa poco appetito appena alzato, mangiando poi (molto di gusto devo dire) tutto ciò che mi capitava a tiro a mezzogiorno. e fin qui tutto ok. si dà il caso che nonostante ciò, riacquistavo tale abitudine una o due settimane all'anno, in concomitanza con le vacanze estive (quando ancora andavo in hotel e mi ritrovavo con tutta la pappa pronta!), in quanto a quei tempi di fronte a un buffet (dolce poi!) non sapevo dire di no. diciamo che più o meno ovunque andassi l'usanza era quella di consumare una tazza di caffè-latte, un panino con burro e marmellata ed una brioches. si da il caso che con mio grosso dispiacere, una volta fatto ciò e arrivato in spiaggia, non riuscivo mai ad essere attivo come gli altri ragazzi ma cadevo inesorabilmente in un sonno profondo fino all'ora di pranzo. tale problema, che si verificava solo in quelle occasioni vacanziere e mai nel resto dell'anno quando passavo la mattinata a digiuno, è tornato a farsi sentire a volte più a volte meno intensamente da quando ho reintrodotto la colazione (forse più genuina rispetto ad allora).
mi scusi se le menziono solo ora questo aneddoto, ma è una cosa che mi ha fatto notare mia madre giusto stamattina vedendomi mezzo appisolato dopo aver mangiato un paio di uova e una fetta di pane burro e marmellata. le sarei grato se mi sapesse dare una spiegazione sulle cause di tipo metabolico che possono stare dietro a una reazione simile.
grazie ancora



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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Riprendo una sua precedente frase :"a detta dei medici i miei esami son perfetti".

Questo suo parlare, anche leggendo il suo ultimo post, benchè io non sia uno psicologo, mi lascia intravedere quantomeno demoralizzazione e sfiducia verso gli altri, in questo caso dei professionisti (medici) che non credo possano mentirle o minimizzare per faciloneria.

Sono, per questo, ancora più convinto della doppia via che le ho consigliato: gastroenterologo + psicologo.

Mi faccia sapere.
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dopo
Utente
Utente
grazie dottore, comunque non era quello che le avevo chiesto o meglio, non l'unica cosa.
riguardo al consultare un gastroenterologo, c'ero già arrivato io ed insieme a me il mio medico. riguardo al consulto psicologico me l'ha ripetuto per tre messaggi nonostante gli abbia subito detto che ne prendo atto e mi mobiliterò come già feci in passato.
se passavo di qui era per sentire ipotesi, casi simili già diagnosticati o quali esami avrebbe prescritto lei se un paziente si presentasse in determinate condizioni.
poi a fare ogni volta il gioco delle citazioni, per farmi capire quanto son depresso o sfiduciato bè, non ce n'è proprio bisogno: son stato io il primo ad ammettere la presenza di stress causato dal malessere (e non il contrario, poi lo psicologo potrebbe anche smentirmi) e la poca efficacia a mio dire di certi metodi di cura. poi sarà sottoponendomi nuovamente ad essi che potrò solo ricredermi o confermare le mie idee. riguardo ai medici, come dice lei non credo proprio che siano lì per mentirmi; minimizzare per faciloneria invece, bè non parto mai con questo presupposto ma credo che qualche volta sia anche successo. detto ciò non intendo però fare di tutta l'erba (in tal caso i medici) un fascio, anche perchè altrimenti non sarei qui a chiedere delucidazioni! dico solo che non è una laurea appesa al muro a far di una persona un vero professionista e talvolta, in qualunque settore lavorativo, ci si imbatte in personaggi che son giusto lì a scaldare la sedia. giusto per farle un esempio mia nonna si è portata avanti per due anni una bronchite senza che il suo medico, specializzato in malattie dell'apparato respiratorio se ne accorgesse. solo successivamente il pronto soccorso ci disse che aveva una polmonite e visti sintomi antecedenti, che la stava "covando" da tempo. se non fu faciloneria quella del medico a dir a mia nonna che i problemi che aveva erano soltanto dovuti all'eta, mi dica lei cos'è.
tornando a noi, avevo menzionato specifici episodi ed avrei preferito delle risposte (anche solo supposizioni) più precise su possibili cause o su come agirebbe lei da gastroenterologo. se poi non ne ha voglia; non si vuole sbilanciare tramite una diagnosi "campata per aria" via internet dato che preferirebbe avermi di fronte in carne ed ossa; pensa che il mio problema sia esclusivamente psicologico e quindi non è abilitato a darmi un parere a riguardo, basta dirlo.
ad ogni modo, avrei preferito mi avesse risposto direttamente alle domande che ho fatto, anzichè continuar a cercar di tirar fuori miei presunti stati d'umore da quello che scrivo..siamo su un sito internet, non ci conosciamo e scrivo come anonimo: se provassi qualche stato d'animo anomalo o particolarmente opprimente non si preoccupi che gliel'avrei subito detto!

per concludere, probabilmente da questo mio ultimo scritto sarà trasparita un po' d'impulsività nel rispondere, ma ciò non significa che sia agitato od altro: tengo solo a porre chiarezza sul mio punto di vista in maniera schietta e quanto più precisa. ovviamente, lei sarà poi libero di trarne le conclusioni che preferirà.
se pensa che abbia potuto mancarle di rispetto non era mia intenzione.

domani dovrei avere l'appuntamento gastroenterlogico, se ha piacere sarò ben felice di farle sapere com'è andata.

distinti saluti







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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Prendo atto del suo sfogo, credo di riuscire , anche a distanza a comprendere il suo stato d'animo, (di "stanchezza mentale" ha parlato proprio lei).

Io penso di averle risposto ponderatamente e seriamente, anche se lei le legge quasi come "non risposte".

Lei, torno a ripetere, ha citato sintomi in parte assimilabili ad una colopatia funzionale ed in buona parte a disagi emozionali (tenga conto che ho l'umiltà di dire che i miei pareri non sono un dogma, una verità assoluta, sono solo i miei pareri).

Comunque non provo nessuna avversità per la sua "impulsività" (come dice lei).

Se ne avrà voglia mi faccia pure sapere, resto a sua disposizione.

Saluti.
[#8]
dopo
Utente
Utente
venerdì ho avuto appuntamento col gastroenterologo. dopo una bella conversazione di quasi un'ora, ha avanzato tre ipotesi: problema dovuto alla pressione, tenendo in considerazione che finiti i pasti, oltre a soffrire di eccessiva sonnolenza e cali d'attenzione, spesso mi si raffreddano mani e piedi;celiachia, per la quale m'ha prescritto i relativi esami da fare; o sindrome da stanchezza cronica. per quest ultima il discorso si fa un po' più complicato, quindi la terrò come ultima ipotesi anche se non la considero meno plausibile rispetto le altre.
avrei una domanda: sò che la sindrome da stanchezza cronica è un problema causato prima di tutto dalla mente, anche se poi i sintomi sono piuttosto fisici. quello che mi chiedo è, se dovessi davvero soffrirne è normale che questa si presenti solo durante-dopo i pasti? non dovrebbe invece presentarsi più o meno sempre, a discapito della situazione in cui mi trovo? infine, quali sono i metodi di cura ed in cosa consistono? consentono di curarla definitivamente o son più dei paliativi che consentono di conviverci meglio?
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Faccia pure le indagini per la celiachia.

Le ripeto, lei dice "tendo a soffrire o di stitichezza o a fare feci molli, spesso accompagnate da fitte al basso ventre" ed il pensiero corre, per quanto mi riguarda, alla solita sindrome del colon irritabile.

Le vorrei poi riassumere che la "Sindrome da Fatica Cronica" si presenta più comunemente in giovani e donne intorno ai 35 - 40 anni e non esiste, ad oggi, un farmaco specifico per questa patologia che, tra l'altro, prevede un approccio multidisciplinare tanto che l'Istituto Superiore della Sanità ha identificato dei centri di riferimento che per valutare questa sindrome.

Saluti

L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.

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