Sensazione di vuoto allo stomaco

Gentile Dottore,

sono un ragazzo di 26 anni, peso 180 Kg, alto 190Cm, ho avuto l'Helicobacter debellato con il protocollo Ipp+ antibiotico e antibatterico circa 5 anni fa. Soffro abitualmente di reflusso gastroesofageo che il Gastroenterologo ha imputato alla chiusura errata del Cardias in merito al peso eccessivo. Il bruciore lo controllo con 20mg di Pantoprazolo la mattina, a digiuno o meno è lo stesso. Quando cerco di ridurre le porzioni di cibo mi succede che, dopo il pasto, ho dolori allo stomaco come sensazioe di vuoto, crampi allo stomaco, il classico buco "voragine". Ciò mi succede sia a digiuno, che dopo aver mangiato poco, oppure nell'eventualità che abbia mangiato solo pasta (anche in grande quantita) ma scondita. La mia domanda è la seguente: può essere un sintomo della gastrite? Il pantecta mi copre solo il bruciore gastroesofageo? Aggiungo che le sensazioni di vuoto e crampi mi passa e si attenua in 5/10 minuti senza assumere cibo o acqua. Dovrei prendere qualche altro farmaco associato al gastroprotettore? Io ho buona volontà nel ridurre le dosi di cibo, ma gli "attacchi" sono parecchio fastidiosi. Ho sofferto in passato di DAP, sono insulino-resistente, ho familiarità di ulcera (mio padre). Il pane non lo sto mangiando e come pasta e riso scelgo prodotti integrali, mangio cereali, crusca, farro, legumi, poca carne. Nonostante questi accorgimenti ho il sintomo che le ho innanzi descritto. Cosa mi consiglia? Potrebbe essere invece una sindroma d'astinenza da cibo?
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Non ha citato la gastroscopia, è stata eseguita?
Anche fenomeni ipoglicemici possono essere responsabili del <<buco>> allo stomaco.

Cordiali Saluti

Responsabile U.O. di Endoscopia Digestiva Osp. MIULLI
www.enterologia.it
www.transnasale.it

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dopo
Utente
Utente
No, la gastroscopia, nè il Gastroenterologo, nè il medico di base hanno ritenuto di doverla eseguire.
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Penso che una patologia (reflusso, in questo caso),
dopo essere stata sospettata,
vada dimostrata e quantificata (nella sua entità).
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