Candidiasi recidivante resistente

Salve,
da 7 mesi ho iniziato a soffrire di candidiasi vaginale.
In questi 7 mesi ho avuto 4 episodi (uno presente attualmente).
I primi 3 episodi sono stati trattati empiricamente con fenticonazolo che è risultato efficace.
Il quarto episodio è comparso circa 10 giorni fa e il mio ginecologo mi ha consigliato di effettuare un tampone vaginale con ricerca di miceti e antimicogramma.
Il tampone è risultato positivo per candida albicans, la quale purtroppo è resistente agli azoli comunemente utilizzati per il trattamento orale della candidiasi recidivante (fluconazolo, itraconazolo e voriconazolo).
Ho iniziato quindi una terapia topica con clotrimazolo (l'unico azolo ad uso locale testato nel mio antimicogramma, al quale è risultato sensibile) per 7 giorni.
Dopo 4 giorni di terapia i sintomi erano completamente spariti, poi, al sesto giorni ho dovuto interrompere a causa del ciclo mestruale e questa interruzione mi è costata la ricomparsa dei sintomi, che non sono più spariti neanche dopo aver effettuato l'ultima applicazione di clotrimazolo dopo la fine delle mestruazioni.

Ho realizzato un altro tampone per testare altri antimicotici per uso locale in modo da seguire una nuova terapia, seppur topica, ma più mirata.
Purtroppo nessuno dei laboratori di mia conoscenza testa antimicotici diversi da quelli già testati.

Il ginecologo quindi mi ha proposto di iniziare di nuovo una terapia con clotrimazolo, da realizzare in modo più intenso e prolungato (3 applicazioni di crema all'interno al giorno x 8 giorni) e poi mi ha consigliato di iniziare una terapia orale con itraconazolo, poichè ritiene che la resistenza in vitro non sia una cosa alla quale affidarsi al 100% e che in vivo le cose possono sempre andare diversamente quindi vale la pena provare.
Per cui mi ha detto di iniziare una terapia con itraconazolo 2 compresse al giorno x 3 giorni e poi 1 compressa al giorno per 6 giorni.


Mi piacerebbe avere un parere riguardo questo nuovo schema terapeutico.

Ringrazio in anticipo tutti coloro che mi risponderanno.
[#1]
Dr. Nicola Blasi Ginecologo 43.3k 1.4k 190
Le vulvo-vaginiti da Candida complicate comprendono:
- le forme episodiche con sintomi rilevanti
-le forme RICORRENTI con più di 4 episodi in un anno
- le infezioni dovute a specie NON ALBICANS (terreno di coltura con antimicogramma)
- le infezioni che si verificano in concomitanza a particolari condizioni della donna ( diabete, assunzioni di cortisonici per LES o artrite reumatoide, gravidanza, stati di immuno -compromissione)
E' importante escludere che non si tratti di una VULVITE di varia origine (dermatosi vulvare , vulvite irritativa da contatto ,ect...) perchè in questi casi si spiegherebbe l'inutilità della terapia VAGINALE e sistemica ( Itraconazolo , Fluconazolo ) . Non darei conferma di questa terapia senza un approfondimento diagnostico.
SALUTI

dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.

BARI

[#2]
dopo
Utente
Utente
Io ho già fatto diverse analisi per escludere possibili condizioni patologiche scatenanti (diabete, hiv, etc).

Il tampone vaginale (realizzato 10 giorni fa) è positivo per candida ALBICANS, ma il problema è che l'antimicogramma ha mostrato resistenza per fluconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo e sensibilità al clotrimazolo (che io ho usato per 7 giorni di terapia)

Possibile che il clotrimazolo sia stato efficace nel trattamento della candida e che i fastidi che persistono (lievi e saltuari pruriti e bruciori) siano causati, come dice lei, da una concomitante vulvite?

La ringrazio in anticipo per la risposta.
[#3]
Dr. Nicola Blasi Ginecologo 43.3k 1.4k 190
Si dovrebbe escludere allora una vulvite

dott.Nicola Blasi
specialista in Ginecologia e Ostetricia. Patologia Cervico-vaginale e vulvare.

BARI

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