Effetti indesiderati scalaggio quetapina
Ho scalato a 75, poi a 50 ed ora a 25 mg
Ai primi scalaggi tutto ok tranne difficoltà a dormire i primi giorni
Ora con 25 mg, i primi giorni sono stati molto duri a causa di continui risvegli e irrequietezza, dopo sono tornata a dormire discretamente, poi a distanza di 10 giorni ho avuto un episodio di grande iperattività verso tardo pomeriggio/sera (che ho già avuto spesso in passato, quando non ero in terapia farmacologica e psicoterapia), seguito da tremori e agitazione
Vorrei capire se ci potrebbe essere un errore nella diagnosi, da cosa potrebbe essere stato causato
Grazie mille
La diagnosi andrebbe definita in modo più appropriato, non menziona terapie di prima linea che possono essere state utilizzate precedentemente.
E' utile una nuova valutazione specialistica.
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I continui risvegli e l’irrequietezza che descrive potrebbero essere legati alla riduzione della quetiapina, che può causare sintomi di rimbalzo o astinenza, soprattutto se rapida, considerando che la Quetiapina a bassi dosaggi (come quelli da lei assunti) ha un effetto principalmente sedativo.
Considerando l'azione principalmente sedativa della Quetiapina da 100 mg e al di sotto, è una terapia potenzialmente adatta per l'insonnia, ma non nel disturbo depressivo e post traumatico da stress che riporta in anamnesi.
L’iperattività serale, già presente in passato senza terapia, potrebbe suggerire una componente ciclica del disturbo dell’umore, come un potenziale disturbo bipolare.
Sulla base di tale possibilità solo una visita diretta con uno specialista può dirimere ogni dubbio sulla diagnosi, e di conseguenza anche rivalutare la terapia, considerando anche con la Quetiapina a 100 mg o meno agisce solo sulla componente dell'insonnia, ma non in un eventuale disturbo dell'umore, che sia di tipo depressivo o di tipo bipolare.
Resto a disposizione per eventuali necessità, un caro saluto
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Prima di ciò non ho mai assunto psicofarmaci, tranne una profilassi per l’emicrania con il Lymbitril
Purtroppo è il mio primo consulto e non pensavo neanche di ricevere risposta, quindi sbrigativamente ho menzionato solo le condizioni che credevo fossero correlate, sbagliandomi, alla Quetiapina
Omettendo ho anche un disturbo del sonno, che mi causa ripetuti incubi e pavor notturni (questi i termini che mi ha dato la psichiatra), con anche manifestazioni verbali come forti urli di paura, difficoltà a rientrare nello stato di veglia
Questo mi ha causato vera e propria paura di addormentarmi
Soffro anche di pensieri negativi e catastrofici sulla morte (non mia ma delle persone che ho intorno), che hanno contribuito a causare insonnia.
Mi ha aggiunto in passato un altro farmaco (Bromazepam) ma mi faceva stare male il giorno dopo (fortissima sonnolenza) quindi me lo ha tolto
Allora la diagnosi che ho riportato è solo una delle diverse potenziali diagnosi che mi ha riportato la specialista, perché in realtà non me l’ha mai consegnata ritenendo che non mi sia utile, ha detto che in cartella ha inserito un generico disturbo dell’adattamento , ma spesso mi attribuisce il disturbo depressivo e il post traumatico, quindi è tutto molto sfumato
Non le ho mai riportato i miei dubbi sulla diagnosi (seppur vaga), per paura di sembrare presuntuosa o diffidente nei suoi confronti
Lei mi consiglia di farlo?
Credo che in un rapporto medico-paziente la comunicazione chiara sia fondamentale, ed un efficace comunicazione non può prescindere da una diagnosi ben definita.
Il "non consegnare la diagnosi perché si ritiene che non sia utile" non può essere condivisibile, perché fa parte della valutazione specialistica formulare una diagnosi, mettere a punto un piano di trattamento (se necessario), esprimersi su una possibile prognosi.
Questo è un iter comune a tutte le discipline mediche, della quale la Psichiatria fa parte.
La non comunicazione chiara conduce poi inevitabilmente, come lei stesso riporta, ad un quadro "tutto molto sfumato" che alimenta dubbi, fa insorgere incertezze, con il risultato di essere scarsamente terapeutico.
La comunicazione chiara medico-paziente è il primo cardine, fondamentale e imprescindibile, del processo terapeutico.
Il mio consiglio è dunque di chiedere chiarezza su questo punto, perché da questa chiarezza dipende anche la strategia terapeutica e l'eventuale esito favorevole della stessa.
Le rinnovo cari saluti, restando a disposizione
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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Alla mia psicoterapeuta ho espresso la paura di un disturbo più grave come appunto borderline o bipolare, ma ha sempre scongiurato questa ipotesi dicendomi che ho una personalità molto ben strutturata e insight.
Però con la psichiatra ho sempre temuto che esprimere i miei dubbi potesse portare ad un fraintendimento: tentativo di veicolare la diagnosi e la terapia
Tutto ciò credo sia influenzato dai miei studi in psicologia e psicopatologia (che però non ho completato) e la mia esperienza lavorativa a stretto contatto con persone aventi psicopatologie molto gravi, in età molto giovane, forse troppo.
Io non so se tutto ciò che sto scrivendo sia anonimo essendo nuova qui! Lo spero!
In ogni caso grazie mille
Innanzitutto la rassicuro sul fatto che scrivendo qui su Medicitalia è tutto anonimo.
Il fatto di "avere una personalità ben strutturata e insight" potrebbe escludere un disturbo borderline di personalità ma non un eventuale disturbo bipolare.
Nelle forme lievi-moderate di disturbo bipolare, senza la presenza di vere e proprie fasi maniacali, è frequente avere sia insight che "una personalità ben strutturata" (in quanto il disturbo bipolare è un disturbo dell'umore con un'origine organica, non è un' alterazione della personalità dell'individuo, che è un concetto differente).
Essendo il disturbo bipolare una patologia organica e medica a tutti gli effetti, non essendo necessariamente collegato ad un disagio di tipo psicologico, è sempre opportuno il parere di uno psichiatra che possa valutare eventuali alterazioni umorali di natura medica.
In tal senso le consiglio di chiedere chiarezza al suo psichiatra, anche considerando la possibilità di chiedere eventualmente un secondo parere.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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È possibile che un disturbo bipolare in forma lieve e moderata possa passare così bene inosservato? Intendo dire non avendo avuto manifestazioni eclatanti come tentativi di suicidio, autolesionismo, abuso di sostanze ecc ecc?
Con tutte le narrazioni e le storie romanzate che ormai ci circondano questo termine fa un certo spavento.
Ha letto le risposte che ho dato all’altro specialista? Non so se sono pubbliche o le può leggere solo la persona alla quale ho risposto?
Si, posso leggere le risposte date a tutti i colleghi perché sono pubbliche, seppur sempre anonime.
Le rispondo in modo chiaro: è certamente possibile che un disturbo bipolare si presenti in modo non eclatante, ed anzi, le manifestazioni da lei menzionate (come tentativi di suicidio) sono generalmente rappresentative di forme gravi di disturbo dell'umore, che ne rappresentano la minoranza.
È dunque opportuno che tutto il quadro venga valutato accuratamente, non solo per escludere il disturbo bipolare, ma anche per rivalutare nella sua completezza la sintomatologia da lei presentata ai fini di una diagnosi accurata.
Se è interessata a saperne di più sul disturbo bipolare, qualche mese fa, insieme allo Staff di Medicitalia, abbiamo pubblicato qui sul sito un contenuto divulgativo su cosa sia il disturbo bipolare, lo può trovare a questo link se vuole saperne di più:
https://www.medicitalia.it/video/54-disturbo-bipolare-caratteristiche-e-falsi-miti.html
Cari saluti
dott. Tortorelli Fabio M.P.
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La saluto e complimenti per la sua professionalità e disponibilità
Cari saluti e buon lavoro
Le preoccupazioni di malattia, nonostante una terapia, e la ricerca di rassicurazioni in merito, indicano che il suo disturbo non è completamente in compenso.
La dubbiosità e il ritrovare altre diagnosi sono esse stesse un sintomo che in questo momento appare in secondo piano ai suoi curanti.
L’Insonnia può ricevere trattamento anche con altre tipologie di prodotti meno impattanti sul peso e dal punto di vista recettoriale.
Il dosaggio di antidepressivo può non essere sufficiente per la sintomatologia che lamenta e potrebbe anche essere il caso di valutare una variazione con un prodotto più incisivo su questo residuo di sintomi che appaiono evidenti.
La questione va rivista in modo più appropriato.
Eviterei di cercare auto convincimenti per escludere o affermare quadri di patologia che restano nei suoi dubbi e che i suoi curanti cercano di escludere riportando delle motivazioni.
Cari saluti
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L’antidepressivo l’ho tollerato bene e mi ha aiutato a diminuire di moltissimo gli episodi depressivi che mi causavano impotenza e difficoltà nella vita quotidiana, ora mi succede molto raramente (due volte al mese circa)
Conduco una vita totalmente diversa dopo aver iniziato l’antidepressivo.
Inoltre credo di non essermi spiegata bene, i sintomi che descrivo nella risposta numero #3 (disturbo del sonno, pensieri ecc) non sono quelli attuali, ma bensì quelli che hanno portato la curante a scegliere quel tipo di terapia. Proprio perché ho voluto velocemente raccontare cosa mi ha portato a chiedere aiuto e cosa ha spinto le curanti a scegliere quel tipo di terapia.
Ora si sono significativamente placati, non ho più quegli episodi notturni e quei pensieri si sono attenuati moltissimo, questo grazie anche alla psicoterapia che seguo da due anni.
Non ho mai avuto grandi dubbi e preoccupazione sulla terapia affidandomi sempre molto alla psichiatra , fino all’episodio di cui parlo all’apertura del consulto, quello di iperattività.
In quel momento sono sorte in me delle preoccupazioni anche dovute alla difficoltà e allo spavento avuto in quel momento.
Ripeto che la mia non è insonnia, o meglio non è mai stata definita tale da chi mi ha in cura.
E inoltre ho provato diversi altri prodotti (però naturali) in passato, come la melatonina ad alto dosaggio, ma nulla ha mai aiutato a diminuire gli incubi e gli episodi di paura durante la notte seguite da quegli eventi spiacevoli che ho descritto nel mio primo messaggio.
E si, la Quetiapina mi ha fatto prendere 15 kg da quando l’ho iniziata! :(
Specifico poi che la psichiatra mi ha detto che non vuole sovraccaricarmi di farmaci per via del fatto che soffro di alcune apnee notturne, extrasistole, ed uno shunt nel cuore (non so se si chiama così, spero di essermi spiegata)
La saluto cordialmente e rinnovo la mia gratitudine per i consigli che mi sta dando
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