Sono rimasto traumatizzato dagli attacchi di panico?

Buongiorno, a settembre dell’anno scorso ho avuto dei brutti attacchi di panico, a conseguenza di anni di ansia ed emetofobia causati da una gastroenterite del 2012.
Ora da 10 mesi sono in cura con escitalopram 10mg e Amisulpride 50mg, ma nonostante ora io possa uscire di casa più facilmente e non sperimento più attacchi di panico seri; sono come rimasto traumatizzato dagli episodi di settembre: anche quando sto bene rimango in attesa di un attacco di panico, non riesco a godermi i bei momenti perché li vivo con la paura dell’ arrivo del panico.
Per varie ore della giornata sperimento un senso di stretta alla gola che non mi fa respirare bene e aumenta la mia ansia, occasionalmente ho pure senso di vomito, che per la mia emetofobia è terribile.
Mi sento un po’ senza speranza, perché io vorrei cercare lavoro e avere la mia indipendenza nonché un futuro stabile, ma in queste condizioni, con questa mente che non è serena, mi sembra tutto difficile.
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
La storia clinica che riferisce è molto antecedente agli attacchi di panico, se i disturbi fobici e di evitamento risalgono al 2012. Le consiglierei di associare alla terapia farmacologica una psicoterapia cognitivo comportamentale, per imparare a gestire i pensieri ansiosi attraverso un lavoro che coinvolga mentre e corpo.

Franca Scapellato

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Dr. Fabio Maria Pasquale Tortorelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Farmacologo 1.3k 99
Gentilissimo,

il fatto che lei scriva: "per varie ore della giornata sperimento un senso di stretta alla gola che non mi fa respirare bene e aumenta la mia ansia, occasionalmente ho pure senso di vomito, che per la mia emetofobia è terribile", lascia ipotizzare che la sintomatologia ansiosa di base non sia del tutto risolta.

E' difatti comune e tipico dell'ansia somatizzata sperimentare il caratteristico "nodo alla gola".

La terapia la sta aiutando a star meglio, seppur sembra essere un miglioramento parziale; in tal senso, il consiglio è quello di effettuare una visita psichiatrica di controllo per valutare se sia possibile ottimizzare la terapia farmacologica, per ottenere una remissione dei sintomi da lei riportati.

Condivido con la collega la possibilità di valutare, sempre previa consulenza specialistica, se possa giovare in questo momento di una terapia cognitivo-comportamentale che potrebbe aiutarla nella risoluzione dei sintomi residui.

Resto a disposizione per eventuali necessità, un caro saluto

dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
WhatsApp 3406693506

https://www.instagram.com/docfabiotortorelli?

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Utente
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Buongiorno, ringrazio entrambi i dottori che hanno risposto, apprezzo le vostre parole. Volevo avvisarvi che ho appena prenotato una seduta dal mio psichiatra e ho appena sentito una psicoterapeuta per fare una seduta di prova. Intanto, posso chiedervi se avete qualche consiglio per gestire la sensazione di stretta in gola? Normalmente 10 gocce di Lexotan lo risolvono e il mio psichiatra mi ha detto di non farmi problema a usarlo se serve, ma vorrei usarlo il meno possibile per paura di sviluppare assuefazione.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.2k 209
Bene per la prenotazione della psicoterapia. Nel frattempo un uso occasionale del Lexotan non è un problema, come le ha detto il suo psichiatra. Intanto quando avverte la sensazione di stretta alla gola può, invece di affannarsi a mandarla via, iniziare a studiarla: annotare quando inizia, quanto dura, quanto è intensa, se c' è qualcosa che la peggiora o qualcosa che la riduce. Può farlo anche se assume il Lexotan. L' attenzione si sposta, non è probabile che la sensazione sparisca, ma si avverte un maggiore controllo e poi quei dati possono dare informazioni anche ai terapeuti.

Franca Scapellato

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Dr. Fabio Maria Pasquale Tortorelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Farmacologo 1.3k 99
Gentile utente,

Condivido con quanto scritto dalla collega, ovvero il non "dare peso" alla sensazione cercando di mandarla via: non si può scacciare un pensiero attraverso un pensiero.

Sembra una cosa ovvia, ma purtroppo il pensarci in modo ansioso è proprio il meccanismo che impedisce al pensiero di andare via.

Nel frattempo, effettui la visita dal suo psichiatra per valutare se possa beneficiare di una rivalutazione farmacologica di tutto il quadro clinico.

Rinnovo cari saluti

dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
WhatsApp 3406693506

https://www.instagram.com/docfabiotortorelli?

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