Punto di non ritorno

Sono in cura da 11 anni per episodi di depressione maggiore e disturbo bipolare. Attualmente con questa terapia:

-lamictal 50 mg x 2
-noritren 25 mg x 3
-eutimil 20 mg x 2

E' circa un anno che seguo queste dosi ma non ho riscontrato alcun miglioramento nel mio umore e soprattutto in questa tristezza cosmica...
E' banale ripetere quelli che sono i classici segnali della depressione. Ma tuttora (11 anni di cura non sono serviti a migliorare la qualità della mia vita) mi sento triste, senza entusiasmo, spento, mi sento vittima e colpevole del mio stato d'animo.
Il mio psichiatra è in ferie tutto il mese di agosto.... ma ogni qual volta ci vediamo si ricomincia con una nuova terapia o con un nuovo dosaggio...
Ho timore di cambiare psichiatra. Di ricominciare daccapo....
Ma qui non se ne viene a capo. Mentre scrivo ho la testa poggiata sul tavolo e a malapena riesco a vedere quello che scrivo... Ho chiesto spesso al mio psichiatra se riteneva opportuno che provassi con la stimolazione transcranica o con l'elettrochoc ma ad entrambe le soluzioni si è sempre dichiarato assolutamente contrario...
Questo è tutto.
Non c'è una domanda a questo quesito.
Vorrei solo lasciarvi, come memoria per i vostri studi, uno dei tanti casi di pazienti resistenti alla terapia farmacologica...uno dei tanti che non vengono riconosciuti tali da chi li segue.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non è possibile confermarLe o meno che rientri nella categoria della resistenza, perché non cita le cure, comunque resistente è semplicemente una categoria dopo cui vi sono altre opzioni di cura. Molte delle persone che negli anni 70 erano resistenti hanno risposto nel decennio successivo a nuove cure, come sempre accade.
Molte persone che riferiscono di aver provato molte cure accade che però non ne abbiano provate alcune fondamentali, non so se sia il suo caso ma è opportuno ricordarlo.

Lei riferisce disturbo bipolare e depressione maggiore, ma la depressione non è una diagnosi a parte, il disturbo bipolare la comprende e non è una malattia però di tipo depressivo. Lei assume al momento una cura con uno stabilizzatore dell'umore, coerente con una diagnosi di disturbo bipolare, associata con antidepressivi.

Esistono categorie di antidepressivi e di farmaci di altro tipo utilizzati nella depressione nel contesto di un disturbo bipolare. Lo shock è utile in alcuni sottotipi di depressione, e in generale si prende in considerazione nelle forme resistenti.

Durante una depressione si pensa secondo questo filtro, per cui anche la visione della propria condizione, le idee di incurabilità o di "destino" depressivo sono appiattite sul filtro della depressione stessa. Se è un disturbo bipolare, più facilmente la depressione assume connotati totalizzanti e quindi "giganti" e pesanti, oltre che agitati.

Se adesso sta male si rivolga pure in assenza del suo psichiatra ad un servizio psichiatrico pubblico di guardia o pronto soccorso, che valuterà se e quali misure richiede adesso.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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