Depressione,personalità disturbata?

buon giorno,non so perché scrivo,non mi aspetto soluzioni,ma ho bisogno di sfogarmi.tutta la mia vita è stata infelice,un fallimento.pochi giorni fa mia madre mi ha detto che sono sempre stato cattivo e senza sentimenti perché non mi ha mai sentito chiamarla mamma...è la verità.penso di aver sofferto di depressione e di problemi psicologici sino dall'età di 5 anni.già da quell'età alternavo periodi di normalità a periodi di infelicità ed estrema solitudine e isolamento.non ho mai avuto sentimenti di affetto,confidenza verso i genitori e i fratelli,piuttosto odio e rancore.credo che ci fossero dei segnali che avrebbero potuto far capire il disagio in cui vivevo,ma nessuno lo ha fatto.all'età di 4-5 anni frequentavo un asilo,non facevo scenate,ma trascorrevo tutta la giornata in un angolo,piangendo e rifiutando il cibo tanto che consigliarono di tenermi a casa.sfogavo il rancore verso la famiglia con le forbici,bastava un rimprovero e mi vendicavo tagliando abiti e biancheria.poi la scuola...momenti in cui ero socievole e spigliato e periodi bui,in cui bastava che la maestra si rivolgesse a me e scoppiavo in un pianto disperato,arrivato alla prima media dopo le prime lezioni di educazione fisica ci fu una partita di calcio,sicuramente coi grandi complessi d'inferiorità che ho sempre avuto non mi andava di mettermi in competizione ed arrivò il solito pianto.obbligai i miei genitori ad andare dal medico di famiglia per essere esonerato dall'attività fisica a scuola.cosa che il medico fece tranquillamente,neanche chiedendosi il perché.
nonostante tutto venivo considerato solo un po timido e introverso,non avendo problemi di rendimento scolastico in quanto ritenuto d'intelligenza superiore alla media da tutti gli insegnanti,tanto che consigliavano di proseguire con gli studi,cosa che a causa di gelosie dei fratelli maggiori che lavoravano non mi fu consentita.dai 14 anni ho vissuto nel più completo isolamento,abitavamo in un posto isolato e me ne stavo chiuso in casa,solo tv radio e lettura.evitavo qualsiasi contatto sociale,non rispondevo al telefono,se capitava qualche ospite cercavo di non farmi vedere e di nascondermi.a 16 anni un tentativo di farmi lavorare presso un parente,fallito miseramente in pochi giorni(il solito pianto di disperazione).in ogni caso l'unica cosa che dicevano i miei genitori?era una fortuna che stessi sempre in casa...almeno non chiedevo soldi.a 18 anni la visita di leva,mai uscito da casa non sapevo neanche come fare per prendere un treno.cominciarono le prime visite psichiatriche, un veloce peggioramento:ansia,depressione,disturbo ossessivo compulsivo,fobie varie,disturbo evitante di personalità e anni di psicofarmaci.con gli anni sono riuscito ad ottenere una vita quasi normale,mai avuta una relazione,una ragazza,però.ora che pensavo di riuscirci la scoperta di soffrire d'ipertensione e deficit erettile,la ricaduta nella depressione.perché a me non è permesso vivere decentemente?qual è la mia colpa?
scusate.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
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Utente
Utente
no,nessuna terapia al momento .nel 1995 smisi di farmi seguire da specialisti,ma nel corso degli anni ho continuato periodicamente quando ne sentivo il bisogno a prendere antidepressivi.l'anno scorso su consiglio del medico di base,ho comunque sofferto sempre di ansia anticipatoria che mi provoca diarrea, sono andato da uno psichiatra che mi ha prescritto sertralina.ho continuato per qualche mese la terapia,ma dallo psichiatra non sono più andato.dal 1988 al 1995 sono stato seguito da diversi psichiatri assunto parecchi farmaci:nozinan,orap,sordinol,anafranil,levopraid,prozac,seropram,sereupin,zoloft...ma evidentemente senza risolvere granchè.
non ho più voglia di vivere così
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La sua domanda quale e'?
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Utente
Utente
perché sono così?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Quindi dal 1995 non segue alcuna cura, perché "prendere antidepressivi" (non è chiaro a che dose, per che periodi e sulla base della valutazione di quali sintomi) non è assimilabile a una terapia. Inoltre le sue cure non comprendevano solo antidepressivi.

"ansia anticipatoria che mi provoca diarrea". L'ansia non provoca niente, se mai una parte del suo cervello che si esprime con sintomi ansiosi può anche esprimersi con una forma di disfunzione intestinale.

Sarebbe il caso di riprendere una cura di qualche tipo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
penso si capisca che la mia è una storia complicata.1988 quando finalmente si sono accorti che non ero tanto a posto sono stato portato dal primo psichiatra-psicoterapeuta.secondo lui ero solo bloccato psicologicamente,nessun farmaco prescritto,voleva parlare con tutta la famiglia,tutti si rifiutarono e la cosa finì li.il secondo psichiatra ugualmente,nessun farmaco e non ritenne utile nemmeno rivedermi.consigliò solo una psicoterapia presso il centro d'igiene mentale di empoli,termini che spaventarono mia madre (pazzi,drogati ecc) e non fu fatto niente.con il passare dei mesi la situazione peggiorò molto,umore molto depresso,non mi alzavo più dal letto,continuamente pensieri ossessivi,rimuginavo continuamente sul passato,mi era insopportabile il pensiero che qualcuno potesse aver pensato male di me,aver fatto brutte figure.usavo praticamente litri di alcool che mi cospargevo su tutto il corpo per "disinfettarmi".quindi nuovo psichiatra e primi farmaci,nozinan e orap.presi sospesi subito per gli effetti collaterali che mi portarono a una notte e un giorno di ricovero nel reparto psichiatrico dell'ospedale.il medico sostituì la cura con sordinol,altri effetti collaterali e nessun giovamento.primavera 1989 a pisa,san rossore da un noto professore,terapia anafranil e levopraid,dopo poche settimane notevole miglioramento ma dovetti sospendere per gli effetti collaterali (ritenzione urinaria).nel frattempo fui chiamato dall'ospedale santa chiara di pisa per essere seguito la loro diagnosi :disturbo ossessivo compulsivo,esagerata tendenza al dubbio e alla ruminazione,sviluppato su personalità di base ansiosa,emotiva e schiva.terapia floxyfral-prozac.ho frequentato per circa due anni,molti miglioramenti,ma ugualmente non uscivo di casa e nessun tipo di socializzazione.consigliarono di provare con la psicoterapia e mi rivolsi al centro d'igiene mentale di empoli,inizia la psicoterapia e mi suggerirono di essere seguito dallo psichiatra del centro,quindi nuova cura con seropram,la psicoterapia?nessun risultato dopo 2 anni e fu sospesa dalla psicologa,devo dire che non riuscivo ad aprirmi e praticamente non dicevo niente.ugualmente lo psichiatra decise che non avevo più bisogno di farmaci e inizio la sospensione della cura,dicendo che tutto dipendeva dal mio impegno,che secondo lui non c'era.ora riconosco che per me era più facile dire che non m'interessava avere una vita normale,piuttosto che ammettere che ne avevo paura.secondo il suo parere mi rifiutavo di assumermi responsabilità da persona adulta.dopo alcuni mesi abbastanza tranquilli una ricaduta,tentativo di suicidio con farmaci e ricovero nel reparto psichiatrico per 3 giorni.torno al centro d'igiene mentale,mi viene riprescritto il seropram,ma dopo qualche settimana decido di non voler vedere più psichiatri,tutti i medicinali che ho assunto in seguito l'ho fatto da solo,quando,come in questi giorni,ritornano pensieri funerei,penso ossessivamente al passato,a come avrebbe potuto essere diversa la mia vita se le cose fossero andate diversamente.mandavo qualcuno dal medico di base a farmi prescrivere un antidepressivo.con gli anni lentamente le cose sono un pò migliorate,a 30 anni con il trasferimento in un altra città ho iniziato a lavorare,è stata dura,cercavo di non farmi accorgere sul lavoro quando piangevo,ho resistito e ce l'ho fatta.a 31 ho deciso di prendere la patente,presa in 1 mese,comunque per 2 anni non ho avuto il coraggio di guidare,poi mi sono deciso.a 35 non avevo avuto mai il minimo rapporto sessuale,presente anche una certa confusione sull'orientamento sessuale.una mattina ho preso il giornale e sono andato da una prostituta.in ogni caso non ho mai avuto una ragazza o cose del genere.così è stata la vita che ho vissuto.come è possibile non sentirmi depresso quando penso a che fallimento sono.ho cercato di superare le innumerevoli fobie,era impensabile per me spogliarmi in pubblico,tipo spiaggia.5 anni fa ho deciso che non era normale,sono andato a marina di pisa e con tremenda vergogna sono andato in spiaggia in costume.poi mi sono iscritto in piscina e ho fatto un corso di nuoto.altro problema,mai usato bagni pubblici,proprio non riuscivo anche in caso di necessità.quando ho deciso di superare questo problema ho preso dei diuretici e quando proprio non resistevo più andavo in bagni pubblici,prima in quelli chiusi e poi addirittura in quelli aperti,tutti in fila.ma le ricadute sono sempre li che mi aspettano.basta un niente per tornare a stare male.quando penso di stare bene,invece il crollo.neanche me lo facessi apposta.
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Utente
Utente
ho dimenticato di dire che lo scorso anno sono tornato da un specialista.secondo il suo parere non ero particolarmente ansioso e né depresso,ha parlato di disturbo evitante.e che questo ormai è il mio stile di vita,sconsigliando psicoterapia.penso che il senso sia che devo accettarmi per quello che sono.prescrisse 1 compressa da 100 mg di sertralina al giorno.dopo la prima visita non ci sono più andato,ma ho continuato a prendere la compressa per qualche mese.
grazie,scusate per il disturbo
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Dalla prima parte della storia sembra che le sia stata fatta diagnosi di doc con relativa terapia, dopo di che non sono chiare due cose:

a) se la cura sia stata sempre proseguita (uno o l'altra) o sia stata periodicamente interrotta
b) se le cure successive abbiano funzionato in maniera buona come la prima, da quel che dice si direbbe di no.

C'è un'osservazione da fare sulla cura attuale, e cioè che la prima dose di riferimento per un doc/fobia sociale è sì 100 mg, però se la persona non sta bene si procede ad una revisione di tale cura, o nel senso della dose, o dell'associazione con altro.

Tutte le malattie diventano uno stile di vita, certamente non uno stile che uno si cerca o in cui sta bene, quindi questi modi di dire non hanno senso. Si parte dal malessere della persona, se duri da poco o da molto questo non cambia il concetto. Faccia rivedere da uno specialista la cura in corso, non rimanga con questa cura a questa dose solo per inerzia.
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Utente
Utente
Dottor Pacini,mi scusi,penso di non aver spiegato bene.la diagnosi che ho riportato precedentemente è stata fatta a pisa nel 1989,per un paio d'anni fui seguito a pisa e ho preso prozac.dal 1991 fui seguito in un altra città e la cura fu sostituita con seropram.pensavo che avessero funzionato ma evidentemente no,la fobia sociale non se n'è mai andata,per questo penso che sia a pisa che a empoli gli psichiatri consigliassero una psicoterapia.
dal 1995 all'anno scorso non ho più visto uno specialista,quando periodicamente ne sentivo il bisogno decidevo da solo di prendere il farmaco e quanto prenderne, e anche quale,a dir la verità....lo scorso anno mi sono rivolto a un centro di salute mentale per risolvere il problema della diarrea quando dovevo (e devo) affrontare situazioni che escono dalla routine giornaliera.ma sono andato solo una volta,anche in questo caso ho deciso io,dopo alcuni mesi,considerando che il problema persisteva di sospendere la sertralina,attualmente non faccio nessuna cura,prendo solo il ramipril per l'ipertensione.
ma questo pomeriggio ho preso l'auto pensando di distrarmi facendo un giro,mi sono ritrovato a pensare a come sarebbe andare a sbattere contro un muro.avendo già avuto in passato un tentativo di suicidio,penso di dover rivolgermi a un medico.è una situazione che non sopporto più.
la ringrazio,mi scusi per il disturbo
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Utente
Utente
...sto pensando una cosa.i farmaci quindi miglioravano di molto l'umore,facevano scomparire il disturbo ossessivo compulsivo ma non l'ansia sociale e le fobie...ma perché? perché gli psichiatri che mi avevano in cura di questo non si interessavano?forse perché io non ammettevo di avere paura di avere contatti sociali ma affermavo di non essere interessato?e in tutti questi anni anche quando pensavo di stare bene il fatto di soffrire di forti mal di pancia e diarrea in occasione di cose da fare al di fuori della consuetudine era sintomo di ansia sociale?è triste pensare che in tutti questi anni ho cercato di convivere coi miei problemi ma che non li ho mai risolti.

dott. Pacini,ho dato un'occhiata al suo sito,dove parla di ansia sociale,fobia sociale e disturbo evitante...è il mio ritratto.

devo dire che l'aver scritto qui,il fatto che qualcuno mi abbia "ascoltato" mi è stato di conforto.
mi ha fatto sentire meno solo e abbandonato a me stesso.
grazie.di cuore.
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Utente
Utente
questa mattina il medico di famiglia,dopo che gli ho descritto la situazione,riuscendo a piangere anche davanti a lui, ritiene indispensabile una visita psichiatrica,nell'attesa ha prescritto sereupin 20 mg la sera e lexotan gtt 2,5 mg-ml.solo che non mi ha detto quanto prenderne di lexotan,o non ho capito io...come mi regolo ora?qualche medico può dare un suggerimento?


per la visita psichiatrica mi è stato imposto di recarmi al csm del territorio e non in quello dove ero stato seguito per 4 anni in passato,anche se all'interno della stessa asl.e comunque l'appuntamento è per metà marzo...mi sembra un bel lasso di tempo.

saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

L'indicazione del momento potrà anche essere giusta, se il medico ritiene di seguirla fino a Marzo, tempo entro cui non è detto che si manifestino effetti significativi a quella dose. Sul lexotan non saprei, bisogna che senta lui direttamente.

In genere chi ha l'ansia sociale si riconosce bene e correttamente nella sindrome, però non è escluso che vi siano anche altri aspetti da considerare quando si sceglie la cura.

Vista la storia, i rischi maggiori sono nel fatto di non proseguire le cure sotto controllo e di demoralizzarsi (per effetto della condizione non risolta) prima che le cure possano (per dose o tempo) dimostrare efficacia. Una singola visita con una cura lasciata a sé crea un equivoco di fondo, cioè che debba andar bene subito con la prima dose, e che per il resto possa regolarsi da solo.

E' consigliabile periodicamente farsi seguire soprattutto nelle prime fasi e soprattutto quando vi è una storia di cure andate male o non proseguite in maniera stabile.
[#13]
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Utente
Utente
Dottore,penso che mi abbia inquadrato perfettamente.non è raro che una nuova cura mi entusiasmi e già da subito pensi di stare bene,quando poi al primo malesssere mi demoralizzo.per il lexotan ho visto il foglietto illustrativo...da un minimo di 15 a un massimo di 30 gocce...ne ho prese 25.c'è da considerare che questa cura,prescritta dal medico di base,è probabilmente provvisoria.niente di più facile che lo specialista che vedrò a marzo la cambi.non mi è mai successo che, quando per svariati motivi, ho dovuto lasciare uno psichiatra , il nuovo medico abbia lasciato la terapia prescritta da un altro. ma il lexoton fa effetto dalle prime assunzioni?mi sento la mente un pò intorpidita e assonnata,ma libera da pensieri negativi e abbastanza rilassata. un'ultima cosa, un dubbio che mi è venuto...nel mese di dicembre mi è stato riscontrato fegato un pò ingrossato,gamma gt superiore alla norma e ipertensione,la pressione minima sempre a 100...sicuramente mangiavo e bevevo troppo.per cercare di rimediare ho smesso completamente di usare sale,alcool,addirittura zucchero.praticamente mi ero fissato su questa cosa arrivando in queste settimane a perdere più di 10 kg di peso.questo calo di peso potrebbe aver avuto un peso in questa ricaduta?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il lexotan non è la chiave per la risoluzione di un disturbo d'ansia o di una depressione
L'alcol fa variare alcuni parametri.
Per il resto non vedo il senso di apportare modifiche drastiche e autogestite: il fatto che dia un taglio ad un'abitudine non significa che la cosa le riesca meglio.
Sia il consumo di alcol che l'alimentazione vanno inquadrate sul piano comportamentale, prima di lanciarsi in "spedizioni punitive" contro se stessi e il proprio peso.
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Utente
Utente
Salve,Dottore...
ansia,depressione,si certo.ma se il problema fosse che guardo in faccia la realtà?
come ci si può sentire quando ci si trova a 42 anni,si tirano le somme e ci si chiede che vita è quella che si è vissuta.(vissuta è una parola grossa,diciamo che sono sopravvissuto perché ho mangiato,non ho avuto malattie mortali ecc.).anni pieni di niente,senza uno scopo,un obiettivo.non ci sono state vacanze , amicizie,storie d'amore ...niente di niente.ho qualche motivo per non essere depresso?
spedizioni punitive...una teoria del primo psichiatra che mi visitò nel 1988 fu che probabilmente la mia era una ripicca per punire i genitori,boh,più che altro mi sono "autopunito".il mio mantra?io non posso,io non devo,io non sono capace.
in certi periodi mi sono accorto di bere troppo,ma non è stato un problema darmi una regolata.so anche che invece di pensare al passato dovrei concentrarmi di più sul presente...facile a dirsi.
in ogni caso se il lexotan mi fa stare meglio per il momento è già un buon risultato.
saluti!e grazie...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Un po' di confusione. Lei conosce persone che soffrono di ansia o depressione e che siano in grado di guardare spavaldamente in faccia la realtà ? Con quale testa dovrebbe trovare forza, coraggio e decisione se il cervello è impegnato nei circuiti dell'ansia ? E' come chiedersi, avendo una gamba rotta: "non è che il problema è che non mi esercito abbastanza a correre ?".

La storia personale risente del funzonamento del cervello, inevitabilmente le situazioni che durano nel tempo diventano anche una sorta di stile di vita, anche se la persona non ci vive a suo agio, ma avverte l'interferenza o comunque la non naturalezza di questo stato rispetto ai proprio sogni e aspettative.

Nessuno si autopunisce, questa è una sorta di "giustificazione" che ad un certo punto chi è depresso si dà anche per dare un senso al tutto, come dire che se uno vive male, perlomeno fa quasi piacere pensare che è così perché ci si vuole auto-punire, e quindi si ha in mano la situazione anche se ci si sta dando la zappa sui piedi.

Il lexotan è un buon risultato "solo" per il momento, perché è una medicina pensata come un rimedio di breve durata.

Lei si preoccupa di questioni ad ampio raggio (esistenziali) ma poi ripiega sul rimedio immediato. Questo tipo di apparente incoerenza è indicativa del fatto che non sia una scelta o uno stile di vita. La persona depressa o ansiosa in genere non tende a curarsi subito e come prima scelta, ma ad avere "meno ansia", anche senza cambiare niente di più. Questo è lo scherzo peggiore che fanno questi disturbi, cioè non curarsi subito,
[#17]
dopo
Utente
Utente
dottor Pacini ,grazie per le risposte che mi ha dato...
ma è possibile che solo dopo una settimana di sereupin stia già bene?negli ultimi 2 giorni l'umore è molto migliorato,non ho più pensieri ossessivi e sono tornato a vedere le cose con più serenità.oppure è il lexotan,di cui ho comunque diminuito il dosaggio,(mi dava una forte sonnolenza).manca ancora un mese alla visita psichiatrica,ho pensato di non andare,ma credo sia indispensabile in ogni caso.potrebbe essere utile una nuova diagnosi e non basarsi sempre su quella di 23 anni fa.come obiettivo avrei di superare l'ansia sociale,che più o meno è sempre presente.con i farmaci ci si può riuscire o sarebbe utile una psicoterapia?
un'ipotesi sui miei disturbi e su come rapidamente passano:se ansia e depressione sono dovuti a una sorta di malfunzionamento del mio cervello,può darsi che spontaneamente passino quando riprende a funzionare un pò meglio?
quando poi mi sento meglio mi preoccupo molto meno dei miei problemi esistenziali...
ansia e depressione causano problemi esistenziali o i problemi esistenziali causano ansia e depressione?oppure è un circolo vizioso?un cane che si morde la coda...
comunque mi resta da risolvere il deficit dell'erezione,con questi farmaci che prendo è peggiorato...
grazie,dottore.buona giornata e buon lavoro.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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