Ricaduta pesante

Buonasera gentili Dottori.
Era parecchio che non richiedevo un vostro parere. Era parecchio perchè per disturbo da attacchi di panico con tratti ossessivi ho assunto citalopram per 4 anni. (iniziai con 10 gocce poi passai a 20 e per la maggior parte del tempo ne ho prese 8). Da molti mesi ormai ero arrivato a prenderne appena 4 gocce al giorno (sotto prescrizione del mio psichiatra ovviamente). Sono stato davvero bene ma... eccoci alla ricaduta.
Con questo cambio di stagione i sintomi mi son tornati tutti fuori. E devo dire che il mio corpo me li aveva preannunciati perchè ho iniziato a riavere gli attacchi di panico durante il giorno (ma niente di violento, erano più manifestazioni neurovegetative tipo giramenti di testa appena incontravo qualcuno che conoscevo, comunque tutte cose che con 5 gocce di xanax sparivano del tutto).
Lo psichiatra, pensando ad un periodo dovuto al tempo, cambio di stagione mi ha consigliato di prendere lo xanax al bisogno e non ri-aumentare il citalopram.
Ebbene un giorno ho avuto un'attacco molto forte e da quel momento vivo in perenne stato d'ansia.. ho paura di tutto ma nel vero senso della parola, mi prendono degli stata d'angoscia assurdi per nulla e sto molto male. Telefonicamente con lo psichiatra mi ha detto di aumentare a 10 gocce il citalopram e tamponare con xanax.
Eccoci alle domande: Possibile che lo xanax in gocce (confezione aperta da mooolti mesi ma non scaduto) faccia davvero poco effetto? Ne prendo 15 gocce ma fa pochissimo e dura massimo 2 ore.
Il peggioramento della sintomatologia può essere dovuto anche all'aumento del farmaco oltre che alla ricaduta? E dopo quanto si fa sentire di solito il beneficio dell'aumento, considerando che già questo farmaco lo assumevo?
Vi ringrazio, ovviamente chiedo a voi perchè l'appuntamento con lo psichiatra che mi segue è fra 3 settimane. Saluti
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Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
1) Possibile che lo xanax in gocce (confezione aperta da mooolti mesi ma non scaduto) faccia davvero poco effetto? Ne prendo 15 gocce ma fa pochissimo e dura massimo 2 ore.
L'alprazolam é una benzodiazepine a breve emivita quindi è possibile che l'effetto sia breve. Inoltre se lei lo assume regolarmente con continuità può determinare, come tutte le benzodiazepine, fenomeni di tolleranza e conseguentemente dipendenza.

2) Il peggioramento della sintomatologia può essere dovuto anche all'aumento del farmaco oltre che alla ricaduta?
Il peggioramento è legato ad una ricaduta in un periodo dell'anno (cambio di stagione) in cui si possono riacutizzare alcune patologie tra cui il disturbo di panico. L'effetto della terapia dipende anche dal tempo di assunzione (non ha specificato da quanto tempo aveva incrementato il farmaco). Comunque nel caso é il suo psichiatra a valutare se la terapia necessita di cambiamento o aggiustamento.

3) E dopo quanto si fa sentire di solito il beneficio dell'aumento, considerando che già questo farmaco lo assumevo?
Dipende da caso a caso, e deve valutario con il suo curante. Quindi é difficile teorizzare un tempo di miglioramento che dipende sempre dalla risposta alla terapia.

Cordiali saluti.

Dr. Matteo Preve
Specialista in Psichiatria e Psicoterapia Cognitiva

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Grazie Dr. Preve.
Si, non ho specificato è vero.
Da 4 gocce che assumevo sono passato ad 8 per 1 settimana e poi, solo da 2 giorni, ne prendo 10.
Per quando riguarda lo xanax non l'ho mai preso durante questi anni, o meglio lo avrò preso 10 volte in 2 anni. Solo nell'ultima settimana lo sto prendendo praticamente tutti i giorni ma mi limito per paura della dipendenza (anche se il mio psichiatra mi ha detto che essendo un periodo tosto posso prenderlo anche 3 volte al giorno). Ma come le dicevo mi sembra che non funzioni a dovere...
Quindi secondo Lei non è plausibile quella cosa che la boccetta è aperta da molti mesi ed il farmaco abbia perso di efficacia nel tempo?
E' vero ci sono sempre le pasticche ma preferisco le gocce perchè son più facili da scalare eventualmente.
Chiaramente appena vedrò il mio curante me ne farò prescrivere una confezione nuova.
Saluti
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Gentile utente,

sulla confezione del prodotto dovrebbe essere scritto che il farmaco può essere utilizzato al massimo per 20 giorni dopo l'apertura della confezione in gocce, in quanto dopo tale periodo esso si inattiva.

Inoltre, un farmaco conserva le sue proprietà se ben conservato in luogo appropriato.

https://wa.me/3908251881139
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[#4]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
Le benzodiazepine possono essere assunte anche a un dosaggio più alto per un periodo senza alcun problema, anzi risultano utili per ridurre nel caso l' ansia prima che arrivi l'effetto del farmaco che davvero serve (citalopram).
Concordo con il Dr Ruggiero che dopo 20 giorni dall'apertura il farmaco si inattiva.
Cordiali saluti.
[#5]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Grazie ad entrambi!
[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Gentili medici vi scrivo per avere informazioni su quello che mi sta succedendo.
Dal 2 di aprile prendevo 10 gocce di citalopram perchè mi è tornato il disturbo ossessivo del quale soffrivo anni fa (poi ottimamente curato con il citalopram).
Telefonicamente con lo psichiatra mi ha prescritto di passare a 15 gocce.
Io sono arrivato a 13 per 3 giorni e da 2 giorni ne assumo 15.
Stamani mi sono svegliato in preda ai miei pensieri ossessivo, sembravo migliorato negli ultimi 2 giorni, andava meglio ma stamani il crollo, ho un'ansia pazzesca.
Cerco di tamponare con lo xanax (prescrittomi) ma a poco serve.
Possibile che il disturbo si accentui anche durante l'aumento del farmaco (sapevo che si accentuava all'inizio della terapia) ?
Possibile che il citalopram abbia perso il suo effetto?
[#7]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Il peggioramento è un evento possibile durante l'introduzione del farmaco.

I risultati terapeutici si evidenziano dopo 4 settimane di trattamento.
[#8]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
All'inizio della terapia prevalgono gli effetti collaterali sugli effetti terapeutici. Gradualmente inizia l'effetto farmacologico e quindi si riducono gli effetti collaterali e migliora la sintomatologia.
Cordiali saluti.
[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Grazie ad entrambi gentili dottori.
Ma voi parlate di inizio di terapia mentre invece io la terapia non l'ho mai smessa.
Era arrivato a 4 gocce scalando ma a zero non sono mai arrivato.
Se ho capito bene quindi anche la "re-introduzione" del farmaco (non da zero) a livelli più consistenti è soggetta al peggioramento iniziale dei sintomi.
Giusto?
Grazie della pazienza.
[#10]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
se stava facendo già il farmaco l'incremento del farmaco solitamente non da particolari effetti collaterali. Solitamente però la risposta farmacologica e la riduzione dei sintomi ossessivo richiede più tempo rispetto alla risoluzione di ansia e depressione (cioè il farmaco necessita di più tempo per agire anche se lei lo stava già facendo in quanto deve raggiungere il giusto livello terapeutico e quindi poi gradualmente darà un miglioramento sulla sintomatologia ossessiva).
Cordiali saluti.
[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
gentili dottori...
Faccio il punto della situazione:
dal 3 aprile prendo 10 gocce di citalopram
dall'11 aprile ne prendo 13
dal 16 aprile ne prendo 15

Per tutto il mese di marzo ho avuto solo attacchi di panico che ho tamponato con xanax
accidenti a me invece di aumentare il citalopram (ne prendevo 5 gocce di mantenimento, prima stavo bene e il mio psichiatra pensava fosse la primavera)

Io sento che un miglioramento l'ho avuto ma ancora non ci siamo.
Ho ancora attacchi d'ansia durante il giorno ... son momenti, spesso dovuti alle mie
ossessioni sulla realtà. Mi fa paura l'essere "vivo", mi chiedo:
come faccio a vedere? Il percepire di essere vivo mi mette una sorta di angoscia e paura che
di conseguenza mi spinge ad analizzare il mio stato tutto il giorno ed avere paura della realtà, di fare azioni. ecc ecc. Riconosco che sono pensieri stupidi perchè quando stavo bene e pensavo a queste cose mi dicevo che erano domande stupide e senza risposta quindi inutili.
Ieri mattina per esempio stavo benone, sono uscito ed ho incontrato un mio amico.
Appena salutato gli ho detto, vieni ti offro il caffè.
Appena entrati nel bar teeeccccc ... attacco d'ansia. Tensione muscolare, svarioni, paura.
Ho preso il caffè e sono uscito, insomma ho resistito... come sempre.

E' possibile che un disturbo ossessivo esca fuori dopo un periodo di continui attacchi di panico
oppure ha un decorso a se?
Ve lo chiedo perchè nel mio caso questi pensieri sono sempre usciti fuori dopo periodi di attacchi di panico "trascurati".

grazie dottori
[#12]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
gli attacchi di ansia possono svilupparsi prima, durante o dopo un determinato disturbo. Sono spesso un epifenomeno del disturbo alla base. Inoltre il disturbo ossessivo compulsivo si accompagna ad ansia che può raggiungere l'intensità dell'attacco di panico, anche se nella sua situazione sembra che ogni situazione l'attivi come se fosse sempre in allerta (ed è forse questo che genera l'ansia che ha in questo momento, in cui ogni stimolo, anche il più innocuo, diventa fonte di ansia e/o attacchi di panico).
Comunque sempre tutto dipende dal quadro clinico che viene correttamente valutato dal suo specialista.
cordiali saluti.
[#13]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Grazie Dr. Preve, sempre molto rapido nelle risposte.
Lei ritiene quindi plausibile che una "botta" di ansia elevata faccia scattare un periodo
nel quale anche il solo pensare di essere un'entità dentro un corpo metta angoscia e paura?
Io ricordo avevo già avto questi pensieri e ne ero uscito (per ben 2 volte).
Nella mia diagnosi c'è anche il tratto "ossessivo" che si riferisce proprio a questa cosa.
Io però, a quanto ho letto, il disturbo ossessivo è considerato tale quando questi pensieri si presentano
spontaneamente. Nel mio caso sono più io che faccio volontariamente questi pensieri... per vedere come sto...
non so se mi sono spiegato. Ed ovviamente non stando bene mi prende l'angoscia e la paura.
Cioè è come se avessi il livello di ansia troppo alto e qualsiasi pensiero "particolare" mi manda in panico.
Saluti
[#14]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
l'ansia é una emozione che si attiva quando si percepisce una minaccia interna (pensieri) od esterna (situazioni). Inoltre se una persona é in uno stato di ansia patologica, la soglia per percepire l'ansia si abbassa e quindi anche eventi stressanti minimi possono indurre uno stato di forte ansia ed angoscia. Avere un disturbo ossessivo é una cosa, avere dei tratti di personalità ossessiva é un altra.
Cordiali saluti.
[#15]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Dottori ma è possibile che dal 3 aprile prendo 10 gocce di citalopram e dal 16 aprile ne prendo 15 e che io sia migliorato pochissimo?
Durante la giornata ci sono dei momenti in cui sto bene ma mi pare poco sinceramente.
Vivo in uno stato d'ansia continuo e il "muovermi nella realtà" mi crea ansia ed angoscia.
Mi sento estraneo e spaventato da qualsiasi cosa faccio.
Eppure il citalopram su di me aveva sempre funzionato (la prima volta però ne prendevo 20 di gocce).
I tempi sarebbero sufficienti per vedere miglioramenti?
[#16]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
Solitamente la terapia farmacologica presenta prima una azione ansiolitica, poi antidepressiva e successivamente antiossessiva. Pertanto il miglioramento richiede un po' più tempo (2-8 settimane risposta ansiolitica e antidepressiva; 8-16 per la risposta antiossessiva). Non si spaventi per i tempi sono puramente indicativi per darle una idea sulla possibile risoluzione della sintomatologia.
Per il dosaggio è il suo specialista a decidere quello piu utile per la sua situazione.
Cordiali saluti.
[#17]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Gentilissimi Dottori,
da 2 giorni mi sto rendendo conto che qualcosa dentro di me è cambiato.
Penso che sia il citalopram che finalmente sta facendo effetto.
(ne assumo 10 gocce da poco più di un mese e 15 da 20 giorni)
Noto un miglioramento dell'ansia... Diciamo che prima se mi focalizzavo sul pensiero
di essere una mente dentro ad un corpo, che pecepivo il mondo esterno mi faceva paura
e mi scattava il classico brivido molto intenso allo stomaco. Io la chiamo angoascia che
mi aumentava l'ansia e stavo male tutto il giorno.
Adesso mi trovo nella situazione che innanzitutto questi pensieri non li vivo per tutto
il giorno (a differenza di prima 24 ore su 24, mi sembrava tutto terrorizzante è una
sensazione strana). Adesso i momenti in cui ci penso sono un po diminuiti
e anche se ci penso quelle scosse di paura allo stomaco sono notevolmente diminuite di potenza ma
tendo ancora a "testare" come sto... cioè ogni tanto ci penso volontariamente e un po di paura la sento
insomma.
Ho 2 domande per voi gentili dottori:

1: I benefici del citalopram sono progressivi nel senso che ora che sono un po migliorato posso aspettarmi di meglio
con il passare del tempo oppure questo è quanto 15 gocce producono su di me e stop?

2: Il tipo di paura che ho io mi pare davvero particolare... Cioè gli attacchi di panico e l'ansia li conosco bene
e di solito danno sintomi più fisici quali tachicardia, mancanza di respiro ecc.. ecc.. nel mio caso è più una cosa
mentale. Cioè il focalizzarsi sull'essere vivo, cioè io sono Tizio e sono vivo, quindi vedo gli oggetti, l'ambiente che mi sta
intorno... Vedo con gli occhi ma quello che vedo è elaborato dal cervello quindi tutto dipende da li. L'essere parte integrante
della "vita" mi mette ansia e vivo (vivevo dai) tutto il tempo con questo pensiero in testa quindi qualsiasi cosa io facessi
mi dava ansia, come se avessi paura della realtà (ed è tosta perchè uno nella realtà ci deve vivere).
Possibile che il disturbo da attacchi di panico porti un soggetto ad una paura del genere? (alquanto irrazionale
quando ci penso e sto bene).
E' come se mi scattasse una levetta nel cervello: Disturbo ON e Disturbo OFF. Quando non cel'ho mi pare tutto tranquillo e normale,
quando cel'ho mi perde tutto di senso ed ho paura.

Tendo a sottolineare che queste sensazioni (già 2 volte ci sono cascato) mi scattano dopo un periodo di forte ansia e attacchi di panico non curati a dovere.
E' come se il mio cervello andasse in confusione per la troppa ansia subita o come se tendesse a difendersi dagli attacchi di panico mandandomi in questo stato.

Grazie davvero
[#18]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
1) le terapie psicofarmacologica e necessitano di 2-8 settimane (tempo che varia da individuo ad individuo) per dare l'effetto farmacologico ed il miglioramento della sintomatologia.
2) focalizzarsi sul proprio corpo non serve, anzi tende ad essere sempre più attento anche a sensazioni fisiologiche a cui non serve dare attenzione;
3) negli attacchi di panico compaiono non solo sintomi fisici ma anche altri sintomi quali (derealizzazione e depersonalizzazione (sentirsi distaccato dal mondo e da se) e altri sintomi cognitivi (paura di morire, impazzire, perdere il controllo, ecc.,).
Cordiali saluti.
[#19]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Gentili Dottori, mi permetto di aggiornarvi sulla mia situazione attuale.
Ormai sono 50 giorni che prendo il citalopram per una ricaduta di attacchi di panico con tratti ossessivi. Per 2 settimane ho assunto 20 mg e da 34 giorni ne sto prendendo 30 mg.
Gli attacchi di panico veri e propri non ci sono più ma persiste una condizione di paura della realtà. Quando esco (prima anche a casa, adesso a casa va molto meglio) ho come la sensazione di sentirmi estraneo e tutto mi fa paura, analizzo spesso le cose che faccio, come se mi facesse paura il vivere nella realtà. Vivo sul chi va là diciamo.
Credo che questa sia ancora la parte ossessiva resistente, che mi porta a non essere in me stesso al 100%. Cioè, io sono in me però ho questa ansia latente. Alle volte tendo ad interrogarmi quasi volontariamente sulle domande esistenziali che mi sono posto per tutto il mese scorso e che mi creavano attacchi di panico. La definirei "paura di essere vivo", "paura di interagire con il mondo esterno" è assurdo.
Ebbene l'attacco non scatta più ma mi rimane questo stato di "dubbio".. e non vivo tranquillo. Diciamo che preferirei stare a casa.
Il mio psichiatra mi ha detto che possiamo aumentare il citalopram a 40mg.

Secondo voi, è possibile che sia ancora il lato ossessivo che si mantiene presente?
Ha senso l'aumento di dosaggio dopo 50 giorni (15 a 20mg e 34 a 30mg) ?

grazie
[#20]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile Utente,
l'incremento della terapia ha senso in quanto ogni terapia va stabilita in base alla sintomatologia che l'individuo presenta. Siccome continua a presentare dei sintomi ossessivi ed ansiosi, la scelta del suo psichiatra é corretta, comprensibile e condivisibile.
Cordiali saluti.
[#21]
dopo
Attivo dal 2009 al 2021
Ex utente
Aggiornamento ad oggi 28 maggio 2013.
Dopo aver aumentato il citalopram da 15 a 17 gocce da 1 settimana esatta ancora non ci siamo.
Appena aumentato di 2 gocce ho fatto mi pare 2 passi in dietro (forse sarà l'aumento del farmaco). Dovrei arrivare a 20 gocce ma se ogni goccia aumentata mi fa regredire mi sono fermato a 17.
Ormai sono 54 giorni che prendo questo farmaco (prima 10 gocce, poi 15 e ora 17) ma facendomi domande esistenziali senza compulsioni (che non sono fisse ma basta 1 domanda e scatta l'angoscia, quindi basta 1 secondo) vivo in uno stato di
derealizzazione costante che mi crea ansia e paura al solo pensiero di relazionarmi con altre persone o a muovermi nella realtà.
Realizzo di essere un essere vivente in queta realtà e mi sale l'angoscia.
Allora rispetto a quando ho iniziato, dove le sensazioni di forte angoscia erano fortissime e arrivavo al panico, adesso queste si sono abbassate ma le ho comunque.
Starei sempre a casa dove adesso a differenza di prima sto meglio.
2 quesiti:

1) Ha senso evitare di uscire visto che fuori sto male?
Nel senso se è solo questione di tempo (azione farmaco?) è indifferente che io esca oppure no, che io mi esponga a situazioni dove sto male.

2) Io ci sono già passato 2 volte con questa fase di terrore e per 2 volte ne sono uscito (l'ultima con citalopram). Ricordo che c'è voluto del tempo ma non ricordo quanto. 54 giorni sono un periodo sufficiente per avere NETTI miglioramenti? Io miglioramenti netti non ne ho avuto, solo parziali.

saluti e buon lavoro
[#22]
Dr. Matteo Preve Psichiatra, Medico delle dipendenze, Psicoterapeuta, Farmacologo 410 11 13
Gentile utente,
1) l'evitamento non é mai una buona strategia per migliorare lo stato di ansia. Inoltre se lo stato di derealizzazione che descrive é costante, non avrebbe senso non uscire visto che lo stato lo presenta in casa e fuori.
2) ogni situazione é a se stante e va attentamente valutata e la terapia a sua volta, sulla base della sintomatologia che lei presenta (la storia clinica ha una sua utilitá per comprendere meglio quale strategia terapeutica puó essere migliore nel suo caso specifico).
Cordiali saluti.
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