Mi sento inutile e in colpa

Salve, mi chiamo Mattia, ho 22 anni e sono diplomato dal 2019, era arrivata l'ora dunque di scegliere una facoltà universitaria, così ho tentato il test d'ingresso alle professioni sanitarie, che purtroppo andò male.
L'unica cosa da fare nel mentre che decidevo decidevo la facoltà da intraprendere era cercare un lavoro cercare un lavoro.
Purtroppo però però, non sono riuscito a trovarlo perché ogni qualvolta che mi si presentava un'offerta lavorativa entravo nel panico più totale, chiedendomi perché mi succedesse ciò, senza riuscire a darmi una minima risposta.
L'anno successivo Ho tentato nuovamente il test d'ingresso alle professioni sanitarie che purtroppo è andato male nuovamente, ritrovandomi così nello stesso copione dell'anno precedente, non avendo ancora capito cosa mi potesse piacere studiare in alternativa alle professioni sanitarie.
Ho scoperto però, Circa un anno fa di soffrire di ergofobia, un macigno che mi ha notevolmente rallentato e limitato.
Ciò nonostante però ho continuato a fare colloqui di lavoro, portare curriculum a varie attività, fare domande di lavoro e una volta ho anche fatto un giorno di prova in un fast food proprio perché volevo forzarmi di superare questa mia paura.
Sono spesso entrato nel panico vedendo un futuro nero, senza speranze, destinato a fare cose che non mi sarebbero piaciute a causa di questa mia indecisione nello studio.
Fortunatamente però quest'anno sono riuscito a superare il test d'ingresso sempre per le professioni sanitarie, per la precisione tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia.
Qualche mese fa qualche mese fa ho detto ai miei di aver portato un curriculum presso una nuova attività, ma loro mi hanno detto di pensare solo a studiare, che ci avrebbero pensato loro.
Io però ho detto loro che avrei voluto aiutarli economicamente ma mi hanno detto di non preoccuparmi.
Poi però l'altro giorno mio padre mi ha proposto di provare a fare l'assistente scolastico, il panico è tornato a tormentarmi.
Io credo che il mio inconscio mi stia dicendo in questo modo, che devo affrontare al più presto questa paura, Penso però che lo farò con il tirocinio così cercherò di fare tutto con una volta concentrandomi sia sul mio percorso di studi con il superamento di questa paura.
È tutto ciò mi fa sentire oltre che in colpa nei confronti dei miei genitori per averli fatti soffrire così tanto, specie per il mio malessere dovuto a questa fobia, mi fa sentire terribilmente inutile, perché loro lavorano e si danno da fare ed io per due anni non ho prodotto assolutamente niente punto questo mi distrugge terribilmente... Volevo perciò chiedere a voi dottori, esiste qualche tecnica che possa aiutarmi a superare una paura?
Mentre la sto affrontando Come posso comportarmi per renderla più lieve e magari ha sbarazzarmene una volta per tutte non trovando la mai più?
Come potrei far capire ai miei genitori che sono pentito?
Spero possiate darmi qualche spunto.
Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Dovrebbe innanzitutto definire meglio l'oggetto della paura. In che situazioni diventa pauroso ? Ha paura di lavorare sotto gli occhi degli altri ? Ha paura del giudizio ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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dopo
Utente
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Salve dottore, la paura sale durante un colloquio di lavoro, dopo aver ricevuto un offerta, quando porto o invio curriculum e quando mi capita di fare dei giorni di prova. Credo sia dovuto al fatto che mi sia abbiano raccontato vari episodi di problemi con colleghi e soprattutto superiori, alla paura di sbagliare a causa dell'ansia da prestazione, bassa autostima e chi più ne ha più ne metta, quindi sì anche lavorare sotto gli occhi di altri. Ricordo anche un episodio di quando facevo il tirocinio in un hotel, in cui ci sono stati 3-4 episodi in cui sono stato ripreso per aver sbagliato delle cose, come se sbagliare non fosse umano...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Potrebbe trattarsi di un problema di ansia sociale, che nel caso è curabile.

Dr.Matteo Pacini
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