Sono al limite

Salve,
non sono qui per chiedere aiuto, né per trovare una soluzione, solo per chiedere un consiglio.
Sono una ragazza di quasi 20 anni, da ormai 3 settimane lavoro in un bar, e studio lingue straniere all'università.
Come penso ormai tutti, non ho avuto una vita facile.
All'età di 13 anni ho scoperto cos'era l'autolesionismo e sin da molto piccola ho sofferto di bullismo.
intorno ai 14 anni ho provato a togliermi la vita, ma non ci sono riuscita.
Ho promesso ai miei di andare avanti e di guarire da sola.
Mi ci è voluto tempo, ma ci sono riuscita.
Sono pulita da quasi 2 anni, ho avuto una ricaduta a giugno 2020.
Mi sono fatta degli amici, ho finto di non credere agli insulti che mi dicevano da bambina, ho finto di amarmi.
Ho perso kg e li ho ripresi, seguendo questa strada per 4 anni.
Durante la pandemia ho preso tanto peso e successivamente l'ho perso, diventando quasi normopeso.
Adesso, a 20 anni, ho ripreso 25 kg, e più ne prendo meno riesco a fermarmi.
Mangio continuamente, i sensi di colpa poi si fanno sentire quando metto i vestiti che amo e vedo di non potermeli più permettere.
Mi dispiaccio, quindi mangio.
Ho provato con la scrittura, con lo studio, con la lettura, il lavoro, ma nulla mi soddisfa e mi uccide come il cibo.

Ad oggi, sono estremamente sovrappeso nonostante il mio fisico non sia tanto brutto come si possa pensare.
Sono grassa, ma armoniosa e comunque formosa già a prescindere dal peso.

Sono fidanzata da 2 anni, lui mi ha aiutata tanto anche con l'autolesionismo e fa di tutto per aiutarmi ad accettarmi, amarmi e migliorarmi, e io invece nn faccio altro che pensare che lui non mi ama, e che vuole allontanarsi da me.
Ho una mente incontrollabile, piena di pensieri nocivi sia a me e sia a chi ho intorno.
Ero una ragazzina estremamente solare, verso i 15 anni avevo pensato di aver ripreso in mano la mia vita, mentre adesso mi ritrovo di nuovo inginocchiata a piangere su una sedia sperando di riuscire ad andare avanti.
Ho sempre l'ansia, ho una sensazione che mi stringe sul petto, un mare di responsabilità sulle spalle che non dovrei crearmi neanche con il pensiero, e mi odio profondamente.
Mi ritengo sbagliata, un caso irrecuperabile, e non riesco più ad andare avanti.
Sono diventata timida, introversa, mi maledico se parlo un po' in più, sono sempre assonnata, e non vi nego che mi sento un peso per tutti, e spesso penso che forse senza di me starebbero meglio.

Ho necessità urgente di andare in terapia, ma con il mio ""stipendio"" non riesco a sostenerla, e non vorrei parlarne con i miei, ma a questo punto sono obbligata.
Il fatto è che non voglio deluderli o vederli piangere per colpa mia, quindi vi chiedo per favore se potete consigliarmi come parlargli della situazione senza farli sentire sbagliati o in colpa... Non mi fanno mancare nulla, sono io il mio problema.

Grazie per il vostro tempo.
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Salve,

Dice ad un certo punto che è "pulita" da 2 anni, ma mi è sfuggito in riferimento a cosa. Rispetto al problema alimentare, ha seguito quali terapie in passato ? O anche rispetto ad altri tipi di problemi, ha fatto terapie di qualche tipo e ricevuto diagnosi formali ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve,
Sino pulita è in riferimento all’autolesionismo e no, non ho mai seguito una terapia, né ricevuto diagnosi, se non una mia professoressa (era anche psichiatra) delle medie che mi disse che da un tema che avevo svolto aveva visto in me una persona depressa, ma oltre a questo nulla.
E non ho il coraggio di chiederlo ai miei, perché quando hanno scoperto che mi tagliavo, o quando dico che non sto bene, si sentono in colpa e io non voglio perché loro non ne hanno.
[#3]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
E' comprensibile che un genitore si chieda se è colpa sua, ma magari se qualcuno glielo spiega possono anche farsi un'idea diversa.
Io direi che una visita psichiatrica è il passaggio iniziale, dopo le saranno proposte le opzioni a seconda della diagnosi, che al momento del resto è indefinita.

Dr.Matteo Pacini
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