Disturbi paranoidei

Buongiorno, premetto che convivo con i miei genitori e mio fratello.

Mio fratello ha 38 anni e da circa 4 anni fa abuso di alcol, praticamente ogni volta che esce di sera, ritorna sempre a casa in stato di ebbrezza.

Il problema è che da 7 mesi ha atteggiamenti persecutori verso di me, e con frequenza minore verso i miei genitori, in quanto ci vede come coloro che si intromettono nella sua vita privata, accusando soprattutto me di aver sottratto del denaro, quando tutto ciò non è vero.

Durante il giorno che è sobrio sta sempre isolato in una stanza, senza rivolgere la parola a nessuno, se proviamo a parlargli risponde confabulando, senza pronunciare una frase compiuta.

In alcuni casi, soprattutto sotto l'effetto di alcol, in modo particolare verso di me, ha assunto un atteggiamento che non so se definire di paura o rabbia: mi ha guardato fisso con occhi sbarrati, pugni serrati e assumendo un tremore, come se volesse provocare un aggressione, per poi dopo qualche secondo desistere.

Io prima dormivo nella sua stessa stanza, ora per paura che potesse farmi del male ho cambiato stanza chiudendo la porta a chiave, anche perché una mattina, dopo aver trascorso la notte fuori, mi venne a svegliare e me lo ritrovai con l'espressione sopra descritta vicino al mio letto, io mi alzai gli chiesi cosa fosse successo, non mi rispose, indicando con un gesto in modo perentorio di ritornare a letto, per poi mettersi anche lui a letto.

Ora soprattutto la sera quando ritorna in stato di ebbrezza viene sempre a bussare alla porta della mia stanza, tentando anche di aprirla, e una volta dopo aver bussato la porta, chiesi cosa voleva, ma non ricevetti alcuna risposta, tento solo di aprire la porta.

I miei genitori lo convinsero a sottoporsi a visita da un psichiatra, che gli prescrisse un farmaco, che non ha mai assunto, ma lo gettò nei rifiuti, mia madre aveva una confezione di xanax che non erano per lui, ma credendo che erano per lui anche quella gettò tra i rifiuti.

Con questo consulto chiedo come è possibile gestire una persona con queste problematiche?
Può costituire un pericolo per noi della famiglia che conviviamo con lui?
Con i limiti di un consulto a distanza, dagli atteggiamenti descritti si può trattare di disturbi paranoidei?
Grazie a chi mi darà delle delucidazioni, perché sono preoccupato per la nostra incolumità.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Primariamente è un disturbo da abuso di alcol e la pertinenza è del Sert competente per territorio.


Se ritiene di essere preoccupato per la sua incolumità deve segnalare la questione al medico di famiglia.

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Grazie mille per la Sua risposta, Le comunicherò eventuali aggiornamenti.
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Buonasera, a seguito di visita psichiatrica, lo specialista ha riscontrato la seguente diagnosi: "Da circa un anno presenza di disturbi dell'idea ione con tematiche prevalentemente di riferimento e persecutori, potus alcolico, umore fluttuante. Anamnesi fisica generale riferita negativa. Allo stato paziente collaborante, umore tendenzialmente incongruo con ideazione delirante, insight assente. Esame neurologico nella norma. "
Come terapia gli ha prescritto" 1 Cp la sera di Aripiprazolo cp 15 mg" (che si è rifiutato di assumere).
Ha consigliato "esami ematochimici di routine, G - GT TAC cranio" (che si rifiuta di effettuare), nonché la presa in carico presso UOSM locale".
Se gentilmente è possibile avere delucidazioni in merito alla diagnosi, se è riconducibile ad una patologia in particolare, è precisamente a quale? Se è adeguata la terapia prescritta? E se è possibile una presa in carico dell'UOSM anche contro la sua volontà?
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