Ansia e forte rumore intestinale

Salve,
Sono una ragazza di 23 anni e soffro di ansia da ormai 5 anni.
Non ho mai capito il motivo della mia ansia nonostante abbia seguito una psicologa (anche se per un tempo breve) proprio per questo ho deciso di interrompere il percorso e di assumere farmaci quando diventava intollerabile.

Anche durante l'università era sempre presente e mi portava ad andare in bagno continuamente prima di ogni esame o lezione (cosa che mi metteva davvero a disagio) ma nonostante tutto sono riuscita a concludere questo percorso.
Attualmente lavoro e speravo che questo mi portasse a stare meglio invece no... sono 2 mesi che ho un ansia fortissima che mi porta ad avere rumori alla pancia molto forti, diarrea, nausea, delucidazioni e questo mi mette davvero a disagio... i rumori della pancia sono davvero insopportabile sembra che qualcosa mi stringa lo stomaco e le budella talmente forte da fare male...ho consultato il mio medico e mi ha prescritto un farmaco ansiolitico (ansiolev) sembrava funzionasse, ma per pochissimo tempo e di conseguenza sono costretta ad aumentare la dose durante la giornata.
Questa situazione sta diventando davvero insopportabile... qualcuno che si trova o si è trovato nella stessa situazione?
È possibile uscirne?

Non so davvero più come fare perché tutto ciò mi sta distanziando dalle persone e non mi permette di vivere a pieno la mia vita.
Grazie a chi potrà rispondere
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
intanto non si capisce come i dolori e i rumori intestinali le forniscano anche delle "delucidazioni", come scrive. Può farci capire meglio?
Altro elemento dubbio emerge dalle parole: "Non ho mai capito il motivo della mia ansia nonostante abbia seguito una psicologa (anche se per un tempo breve) proprio per questo ho deciso di interrompere il percorso".
Mi scusi, ma l'ansia è un disturbo mentale da curare, non qualcosa di cui capire il motivo. Quando lei ha l'influenza ne cerca ansiosamente il motivo, o si fa curare?
Chiaramente molte definizioni delle malattie mentali sono tratte dal linguaggio comune e questo crea equivoci: così di parla di "depressione" quando si tratta invece di avvilimento e tristezza, di "ansia" quando si parla di preoccupazioni, di "paranoia" quando si parla di attività frenetica e così via.
Questo è comprensibile da parte dei pazienti, ma solo finché non si recano da uno specialista. Certamente la sua psicologa non si è messa ad indagare sul motivo della sua ansia, senza nel frattempo curarla, e la cura non richiede certo poco tempo.
Del resto, se lei ha deciso "di interrompere il percorso e di assumere farmaci quando diventava intollerabile" si è ben resa conto che l'ansia è una malattia; o pensava forse di "capire il motivo" di essa per mezzo dei farmaci?
Al momento le suggerirei di consultare un gastroenterologo e di seguire la cura che le prescriverà, ma anche di tornare in terapia psicologica e di affrontarla con impegno.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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