Falsa accettazione omosessualità del proprio figlio
oggi ho quasi 40 anni, ho una mia vita indipendente, da molto e sono felice.
Il problema è la mia famiglia: 20 anni fa feci coming out con mia madre, mio padre no, perché non viveva con noi.
Mia mamma mi ha fatto sempre fare una vita in subordine, spiego, qui di seguito: ho un fratello gemello, ma lui è etero, lui poteva andare con la fidanzata a casa, io no, lui poteva andare al mare con lei, io no... Questo atteggiamento continua oggi... Di conseguenza, anche se amo mia madre, provo rabbia e mi rattristo.
Con scuse, diniega ogni mia richiesta quando si tratta di avere a che fare con il mio compagno (stiamo insieme da 20 anni).
Non ne posso più... Sto male
Tre mesi fa, ho riallacciato i rapporti con mio papà, che nonostante tutto (è stato un padre pessimo e assente) ha accettato la cosa, sin da subito, mostrandosi aperto e concretamente inclusivo.
Questa è la mia situazione: mio fratello è il divo eterosessuale con figli, io il figlio degenere, perché amo un uomo.
Ho avuto recentissimamente forti problemi urologici e bene, cos'ha ribattuto mia madre quando l'ha saputo?: " ma non è che hai conosciuto qualche altro uomo? (facendo, velatamente, riferimento alla presunta e pregiudizievole promiscuità degli omosessuali).
"
L'altro giorno, proprio per questa caratteristica problematica le ho detto: " non ho prenotato nulla quest'anno e mi piacerebbe venire al mare a X, visto che abbiamo la casa... Risposta di mia madre: " ma tu non devi proprio andare al mare, al massimo se proprio devi vieni con me...
Non ne posso più di questo atteggiamento falso e ipocrita: a parole tutto bene, nei fatti no, se può non include il mio compagno.
Aggiungo un' altra caratteristica: mio padre se può mi incontra sempre con il mio compagno e vuole organizzare con lui.
Mia madre no.
Se può scredita e fugge, tranne a Natale dove è obbligata...
Abito a 150km perché me ne sono fuggito da quello schifo, e bene, in 9 anni che abito qui mia madre è venuta 4 volte...
Questa situazione mi sta facendo molto male.
Chiedo aiuto, perché non vorrei soffrire vorrei capire questo bipolarismo.
Un'altra cosa: il mio compagno non si rende conto di questi atteggiamenti e minimizza tutto e se ne infischia... Per lui, mia madre è brava, perché ci ha parlato in passato, quella decina di volte.
Chiedo scusa per il testo poco coerente, ma ho buttato fuori la mia rabbia e il dolore che provo
proviamo a partire da qui: "Chiedo aiuto, perché non vorrei soffrire vorrei capire questo bipolarismo"
Se il "bipolarismo" di cui parla è che sua madre fa finta che lei non abbia un compagno per non dover affrontare la fatica dei propri pregiudizi, c'è poco da capire.
Sul "non voler soffrire", invece, direi che c'è un buon margine di lavoro, ma lo deve portare in una stanza di terapia, dove verrà affiancato nel suo viaggio di scoperta ed elaborazione di rabbia, dolore, umiliazione, frustrazione... e poi rinascita.
C'è veramente tanto materiale, in ciò che ha raccontato in poche righe: una madre presente ma svalutante; un padre assente ma comprensivo; un fratello (gemello!) idealizzato dalla mamma (ma chissà che significato ha questo per lui e per il vostro rapporto fraterno; la sua lunga vita indipendente, soddisfacente, ma con un vuoto... per dirne qualcuna.
Buon lavoro!
Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it
un fratello (gemello!) idealizzato dalla mamma (ma chissà che significato ha questo per lui e per il vostro rapporto fraterno;
PER ANNI MIO FRATELLO NON HA FATTO ALTRO CHE SMINUIRE TUTTO CIÒ CHE MI RIGUARDASSE., OLTRE A VERGOGNARSI DI ME. QUESTO MI HA PORTATO A NON FARE COMING OUT CON ALTRI, PER PAURA DI DANNEGGIARLO, ESSENDO IDENTICI.
DA 4-5 ANNI, A questa parte la paternità lo ha reso più obiettivo e ha accettato la mia relazione e si comporta in maniera molto affabile, da Jeckyll è diventato Hyde. Non ho problemi infatti con lui.
Mia madre, invece, a parole è apertissima, poi fa cosa vuole e attua la sua logica di apartheid.
In ogni caso il punto è che sì, sua madre fa cosa vuole. Sbaglia, nel suo ruolo di madre? Probabilmente sì. Ma ormai lei è adulto e anche lei fa cosa vuole (altrimenti non avrebbe un compagno). Ora sta a lei smarcarsi dalla dipendenza dal giudizio di sua madre, che tanto non cambierà (o magari anche sì, ma chi lo sa?)
Torniamo alla sua domanda: "Chiedo aiuto, perché non vorrei soffrire vorrei capire questo bipolarismo" Se pensa che capire quello che pensa/prova sua madre le permetterà di non soffrire più, le faccio uno spoiler: non è così.
Per non soffrire più le serve trovare il modo affinché quello che pensa/dice/fa sua madre non la laceri più.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it
intervengo solo per una domanda, non volendo sovrappormi all'ottimo intervento della dottoressa Cattelan.
Ecco la domanda: è sicuro di essere gemello monozigote di suo fratello?
Inoltre è nato per primo o per secondo?
Grazie se vorrà rispondermi.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com
Grazie, per i vostri consulti.
Rispondo alla Dr.ssa Potenza.
Siamo nati prematuri, con parto cesareo, con il quale sono stato io il primo a venire alla luce. Sono sicurissimo, siamo identici e omozigoti dello stesso sacco.
7-8 anni fa era ancora in vita la mia cara nonna, una mamma per me, con cui io ero solito passare moltissimo tempo. Purtroppo, giunse il giorno della sua demenza senile, parimenti per la sua cognata, zia di mia mamma. E bene... Chi si è occupato di loro, oltre mia madre? IO. Noto, qui di, che quando mi è stato chiesto di assumere un ruolo di aiutante, andavo benissimo. Avviene e avveniva la stessa cosa quando mia madre ha bisogno di aiuto e sostegno concreto in attività che mio fratello aborra mettere in atto (cura delle persone, visite in ospedale e disbrigo pratiche).
nel ringraziarla delle sue informazioni, mi permetto un'altra interferenza di cui mi scuso con la collega Cattelan.
Lei delinea molto bene i motivi della sua amarezza. Come qualunque figlio, specie se meritevole per una serie di doti (autonomia, aiuti profusi alla famiglia, etc.) vorrebbe essere riconosciuto e rispettato, meglio ancora amato dalla propria madre.
Cova in sé un crescente rancore perché questo non si è verificato, al punto che si ripromette di non aiutare più sua madre, quando ne avrà bisogno.
Temo che non ne sarà capace, e temo anche che questa "vendetta" sarebbe inutile e dolorosa solo per lei stesso, in quanto sua madre potrebbe non coglierne la causa.
A me sembra che un discorso chiaro e aperto con sua madre possa essere molto più utile. Immagino che le troppe stilettate che ha ricevuto la rendano poco idoneo a questo discorso. Si faccia aiutare da un professionista; in questo modo darà un senso alle sue decisioni future, uscirà dall'amarezza, e illuminerà il confuso pensiero di sua madre, che sembra ritenerla "colpevole" delle sue inclinazioni.
Le auguro ogni bene.
Prof.ssa Anna Potenza
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Mi può togliere una curiosità? Perché mi ha chiesto se fosse realmente il mio gemello?
Comunque, grazie, sono lieto di ricevere le sue accortezza, peraltro con l'occhio dello psicologo.
Io sono sempre stato poco uniforme rispetto a mio fratello e gli altri in generale: sono nato e ho sempre avuto attrazione per gli animali e il creato, in generale, ho sempre avuto una spiccata prosocialità. Sicuramente, mia madre mi ama, ma è ignorante, miope e non accetta di avermi messo al mondo da omosessuale - peraltro io la ringrazio, perché io mi piaccio molto così come sono.
le ulteriori precisazioni su sé stesso fanno parte della risposta alla mia domanda sulla natura monozigote della sua condizione di gemello.
Come certo sa, i gemelli monozigoti sono frutto di un solo ovulo fecondato da un solo spermatozoo. Avere poi un solo sacco amniotico e una sola placenta deriva dall'essersi "divisi" tardi come individui, ossia oltre il dodicesimo giorno, quindi aver condiviso il materiale genetico originario e aver subito un relativamente lungo processo di meiosi comune, quella suddivisione cellulare che genera la variabilità tra gli individui e tra i loro discendenti.
Nei maschi il processo della meiosi pare duri 24 giorni, nelle femmine addirittura anni.
Lei stesso si sarà chiesto perché il suo gemello identico è eterosessuale e lei omosessuale.
Forse il processo che ha determinato questa differenza nei vostri orientamenti sta in una pluralità di caratteri recessivi determinati dalla meiosi individuale dopo la vostra divisione come individui, ma questi caratteri genetici sono influenzati anche da fattori ambientali, sia durante la vita endouterina che in seguito.
Ad oggi non si è venuti a capo delle cause delle molteplici variazioni dalla norma statistica, in questo come in tanti altri campi.
Tornando al suo problema, continuo a pensare che sua madre vada informata dell’inutile sofferenza che le provoca nel considerare le sue preferenze di genere come una sorta di vizio; tale infatti a me appare la resistenza ad accogliere il suo partner e in generale le sue scelte di vita.
Se invece, come lei scrive, sua madre le avverte come una propria colpa, perché non alleviarne il peso chiarendo che lei è perfettamente felice della sua omosessualità, come lo è delle altre caratteristiche che la differenziano dal suo gemello?
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza
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Le aggiungo un particolare, riguardante il gemello: non solo abbiamo orientamento diverso, ma io sono destro e lui e sinistro, io sono molto estroverso, lui introverso, io sono portato per le materie discorsive, sono creativo, socievole e parlo correntemente 3 lingue straniere - mio fratello tutto l'opposto. Tant'è che, spesso, abbiamo la percezione di essere una persona dola, quando siamo insieme.
L'Istituto Mendel di Roma è stato creato proprio per studiare la genetica con particolare riguardo alla gemellologia.
Fa riflettere il fatto che Lei e il suo gemello non vi riteniate due persone diverse, ma due metà di un insieme, come il Visconte dimezzato del romanzo di Italo Calvino.
Prof.ssa Anna Potenza
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