Dubbio sulla sessualità del patner
Salve,
sono una donna di quasi 47 sposata con un mio coetaneo da 20 anni, dopo 9 anni di fidanzamento.
Da matrimonio non abbiamo avuto figli a causa della azoospermia di mio marito.
Nel mese di gennaio, ho cominciato a sospettare che mio marito si concedesse delle distrazioni extraconiugali.
Nascondeva sempre il cellulare in tasca, usciva con una scusa e mancava ore.
Ho controllato il portafoglio e ho trovato una doppia sim e soldi nascosti e poi quando ho controllato il cellulare ho scoperto che guardava sia film porno omosessuali e frequentava alcune chat tra cui alcune per omosessuali e bisessuali.
Inizialmente ho cercato di mantenere la calma in attesa di capire cosa realmente stesse accadendo, ma quando si accorto che stavo indagando ha confessato dicendo che era entrato in quelle chat perchè sospettava che il fratello fosse gay e cercava di scovarlo in qualche sito di incontri e che la seconda sim serviva, una volta trovato, per farsi dare il numero dal fratello e scambiarsi dei messaggi a sfondo sessuale e metterlo cosi di fronte alla realtà e in qualche modo guarirlo da questa " Malattia".
A comprova della sua versione, mi diceva che suo fratello nei giorni successivi mentiva di dove fosse e che lo pedivava e si vedeva con qualcuno nei parcheggi nella zona. Non ho mai creduto a quella versione e ho sempre indagato per scoprire la verità.
Quando si è visto braccato ha "confessato" di aver mentito sul fratello e di aver chattato per mesi con una signora, che non si è mai visto nemmeno in webcam e mai sentito la voce di questa donna, ma di aver dato dei dettagli sulla sua posizione lavorativa e di essere stato rintracciato entrando il possesso del numero di cell privato.
Da lì ha scoperto che la persona con cui chattava da mesi in realtà era un uomo che ha chiesto del denaro, con la minaccia di mandare un email sul posto lavoro dicendo che lui era gay.
Inoltre questo signore, oltre alla minacia di mandare la mail, dice che lo pressava per avere foto intime sue e che lui sulle chat e sui siti porno ci è andato per fotografare le parti intime degli altri per non inviare le sue foto. Naturalmente io sul cellulare di mio marito ho trovato e sue foto intime e non quelle dei siti porno.
Sono ormai passati 3 mesi dai fatti salienti e il matrimonio ha subito una crepa profonda che mano a mano va spezzando tutto. Io non ho più nessuna certezza su cui ricostruire. Mio marito in pochi mesi ha demolito un rapporto probabilmente spento ma molto solido.
Oltre al dubbio lecito sulla natura sessuale, ci sono le menzogne ripetute e una mancanza totale di assumersi le proprie responsabilità tirando in ballo persone estranei ai fatti.
Vorrei andare via da casa ma quando accenno a farlo, partono dei pianti disperati quasi da bambino ferito e minacce di suicidio (io ho un fratello suicida dopo la sua separazione) e mi sento incastrata.
Mi chiama anche da lavoro dicendo di avere dei crolli e di non farcela senza il mio sostegno. Mi sento ricattata moralmente e incapace di voltare pagina.
Inoltre comincio a essere stanca, distratta e demotivata con nessuna più voglia di vivere. Soffro di insonnia. Penso di impazzire.
Che posso fare?
Da dove posso ricominciare?
Grazie.
sono una donna di quasi 47 sposata con un mio coetaneo da 20 anni, dopo 9 anni di fidanzamento.
Da matrimonio non abbiamo avuto figli a causa della azoospermia di mio marito.
Nel mese di gennaio, ho cominciato a sospettare che mio marito si concedesse delle distrazioni extraconiugali.
Nascondeva sempre il cellulare in tasca, usciva con una scusa e mancava ore.
Ho controllato il portafoglio e ho trovato una doppia sim e soldi nascosti e poi quando ho controllato il cellulare ho scoperto che guardava sia film porno omosessuali e frequentava alcune chat tra cui alcune per omosessuali e bisessuali.
Inizialmente ho cercato di mantenere la calma in attesa di capire cosa realmente stesse accadendo, ma quando si accorto che stavo indagando ha confessato dicendo che era entrato in quelle chat perchè sospettava che il fratello fosse gay e cercava di scovarlo in qualche sito di incontri e che la seconda sim serviva, una volta trovato, per farsi dare il numero dal fratello e scambiarsi dei messaggi a sfondo sessuale e metterlo cosi di fronte alla realtà e in qualche modo guarirlo da questa " Malattia".
A comprova della sua versione, mi diceva che suo fratello nei giorni successivi mentiva di dove fosse e che lo pedivava e si vedeva con qualcuno nei parcheggi nella zona. Non ho mai creduto a quella versione e ho sempre indagato per scoprire la verità.
Quando si è visto braccato ha "confessato" di aver mentito sul fratello e di aver chattato per mesi con una signora, che non si è mai visto nemmeno in webcam e mai sentito la voce di questa donna, ma di aver dato dei dettagli sulla sua posizione lavorativa e di essere stato rintracciato entrando il possesso del numero di cell privato.
Da lì ha scoperto che la persona con cui chattava da mesi in realtà era un uomo che ha chiesto del denaro, con la minaccia di mandare un email sul posto lavoro dicendo che lui era gay.
Inoltre questo signore, oltre alla minacia di mandare la mail, dice che lo pressava per avere foto intime sue e che lui sulle chat e sui siti porno ci è andato per fotografare le parti intime degli altri per non inviare le sue foto. Naturalmente io sul cellulare di mio marito ho trovato e sue foto intime e non quelle dei siti porno.
Sono ormai passati 3 mesi dai fatti salienti e il matrimonio ha subito una crepa profonda che mano a mano va spezzando tutto. Io non ho più nessuna certezza su cui ricostruire. Mio marito in pochi mesi ha demolito un rapporto probabilmente spento ma molto solido.
Oltre al dubbio lecito sulla natura sessuale, ci sono le menzogne ripetute e una mancanza totale di assumersi le proprie responsabilità tirando in ballo persone estranei ai fatti.
Vorrei andare via da casa ma quando accenno a farlo, partono dei pianti disperati quasi da bambino ferito e minacce di suicidio (io ho un fratello suicida dopo la sua separazione) e mi sento incastrata.
Mi chiama anche da lavoro dicendo di avere dei crolli e di non farcela senza il mio sostegno. Mi sento ricattata moralmente e incapace di voltare pagina.
Inoltre comincio a essere stanca, distratta e demotivata con nessuna più voglia di vivere. Soffro di insonnia. Penso di impazzire.
Che posso fare?
Da dove posso ricominciare?
Grazie.
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso una storia così complessa, dolorosa e confusa. Il suo racconto è denso di sofferenza ma anche di lucidità, e chi legge non può che sentire l’urgenza di una parola chiara, di un punto fermo, di un luogo sicuro da cui ripartire. Proverò a offrirglielo con il massimo rispetto, sia per il suo dolore che per la sua intelligenza emotiva.
Lei si trova oggi in un nodo emotivo ed esistenziale potentissimo: è stata tradita nella fiducia più profonda; ha ricevuto versioni contraddittorie dei fatti, in un crescendo di menzogne che la disorientano; si sente responsabile della stabilità psichica di suo marito, a scapito della propria;
sta sperimentando segni di esaurimento emotivo (insonnia, stanchezza, apatia, perdita di senso).
Ricatti emotivi, lacrime, minacce di suicidio, non sono gesti d’amore, sono dinamiche disfunzionali di controllo. Suo marito ha il diritto di essere fragile, ma non il diritto di affidare a lei la responsabilità della propria sopravvivenza. Il fatto che lei abbia già perso un fratello per suicidio rende tutto ancora più crudele e devastante: chi la ama davvero non dovrebbe mai attivare quelle ferite per impedire la sua libertà.
Lei lo dice con grande lucidità: qualcosa si era già spento da tempo. La mancanza di figli, la lunga durata della relazione, la convivenza possono aver costruito un legame più simile a un'alleanza affettiva che a una relazione viva, nutrita, reciproca. E ora, con questa frattura, tutte le fondamenta vacillano.
Un percorso individuale potrebbe aiutarla a recuperare energia e senso di sé; elaborare il trauma di questo collasso coniugale; uscire dal ruolo di salvatrice ; prendere decisioni fondate sui suoi bisogni, non sulla paura o sul senso di colpa.
Resto a disposizione,
Grazie per aver condiviso una storia così complessa, dolorosa e confusa. Il suo racconto è denso di sofferenza ma anche di lucidità, e chi legge non può che sentire l’urgenza di una parola chiara, di un punto fermo, di un luogo sicuro da cui ripartire. Proverò a offrirglielo con il massimo rispetto, sia per il suo dolore che per la sua intelligenza emotiva.
Lei si trova oggi in un nodo emotivo ed esistenziale potentissimo: è stata tradita nella fiducia più profonda; ha ricevuto versioni contraddittorie dei fatti, in un crescendo di menzogne che la disorientano; si sente responsabile della stabilità psichica di suo marito, a scapito della propria;
sta sperimentando segni di esaurimento emotivo (insonnia, stanchezza, apatia, perdita di senso).
Ricatti emotivi, lacrime, minacce di suicidio, non sono gesti d’amore, sono dinamiche disfunzionali di controllo. Suo marito ha il diritto di essere fragile, ma non il diritto di affidare a lei la responsabilità della propria sopravvivenza. Il fatto che lei abbia già perso un fratello per suicidio rende tutto ancora più crudele e devastante: chi la ama davvero non dovrebbe mai attivare quelle ferite per impedire la sua libertà.
Lei lo dice con grande lucidità: qualcosa si era già spento da tempo. La mancanza di figli, la lunga durata della relazione, la convivenza possono aver costruito un legame più simile a un'alleanza affettiva che a una relazione viva, nutrita, reciproca. E ora, con questa frattura, tutte le fondamenta vacillano.
Un percorso individuale potrebbe aiutarla a recuperare energia e senso di sé; elaborare il trauma di questo collasso coniugale; uscire dal ruolo di salvatrice ; prendere decisioni fondate sui suoi bisogni, non sulla paura o sul senso di colpa.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
Gentile Dottoressa..grazie per la sua disponibilità. Mi sono presa del tempo e ho ho letto e riletto le sue parole che in questi giorni mi sono state di conforto. Decido di intraprendere un percorso individuale per "risolvere" i miei problemi, per far decadere dentro di me questo senso di "dovere" nei confronti degli altri ma anche per scrollarmi di dosso questo senso di colpa che mi porto negli anni dopo la morte di mio fratello che mi rende oggi incapace di prendere decisioni rivolte a me stessa. Nonostante queste premesse, le chiedo consiglio sul comportamento da tenere nei confronti di mio marito. La scorsa settimana durante una lite ha dato un pugno nell'armadio con conseguente frattura della mano. Questo comportamento è un ennesimo tentativo di ricatto nei miei confronti o sono segnali di una persona che può essere violenta per se e per gli altri. Inoltre, il comportamento che ha avuto, le continue menzogne, le versioni contraddittorie per giustificare la sua presenza nelle chat gay e la visione di porno gay, possono indicare un dubbio sulla sua natura sessuale?
La ringrazio per le sue parole e per aver condiviso una riflessione tanto personale e delicata. Il fatto che abbia deciso di intraprendere un percorso individuale è un passo prezioso, e lo è ancora di più alla luce di quanto ha vissuto e continua a vivere. Liberarsi dal senso di colpa e dal peso del dover essere rappresenta spesso un processo graduale, ma proprio per questo potrà diventare, nel tempo, profondamente trasformativo!
Rispetto alla domanda che mi pone ora, il tema tocca più livelli e ognuno merita attenzione. Il comportamento di suo marito durante la lite, arrivare a procurarsi una frattura colpendo un oggetto, è un segnale importante. Indipendentemente dall’intenzione, una reazione così intensa può generare inquietudine, paura o confusione, ed è comprensibile che lei si chieda se possa rappresentare un rischio per sé o per gli altri. Non è possibile trarre conclusioni definitive da un singolo episodio, ma è importante che la sua sicurezza emotiva e fisica venga messa al primo posto. Un gesto così estremo, seppur autodiretto, ha un peso e non andrebbe mai normalizzato o sminuito.
Quanto invece ai suoi comportamenti online e alle contraddizioni che ha notato, è naturale che sorgano domande su chi sia davvero la persona che ha accanto. La ricerca di conferme attraverso canali che sembrano incoerenti con quanto viene dichiarato può indicare un conflitto interno da parte sua, un'esplorazione, oppure un bisogno che non riesce o non vuole esplicitare. Non possiamo ovviamente stabilire a distanza la natura della sua sessualità, ma ciò che conta, in questo momento, è il suo vissuto in questa relazione: come si sente, quanto si fida, che spazio sente di avere per esistere e per essere se stessa.
L’inizio del suo percorso personale potrà aiutarla proprio a fare chiarezza anche su questo, a mettere ordine, a distinguere ciò che è suo da ciò che ha sempre sentito di dover portare per gli altri. Da lì, potrà anche prendere decisioni più serene e libere nei confronti della sua vita di coppia, senza farsi guidare (solo) dalla paura, dal dubbio o dal senso del dovere.
Resto a disposizione,
Rispetto alla domanda che mi pone ora, il tema tocca più livelli e ognuno merita attenzione. Il comportamento di suo marito durante la lite, arrivare a procurarsi una frattura colpendo un oggetto, è un segnale importante. Indipendentemente dall’intenzione, una reazione così intensa può generare inquietudine, paura o confusione, ed è comprensibile che lei si chieda se possa rappresentare un rischio per sé o per gli altri. Non è possibile trarre conclusioni definitive da un singolo episodio, ma è importante che la sua sicurezza emotiva e fisica venga messa al primo posto. Un gesto così estremo, seppur autodiretto, ha un peso e non andrebbe mai normalizzato o sminuito.
Quanto invece ai suoi comportamenti online e alle contraddizioni che ha notato, è naturale che sorgano domande su chi sia davvero la persona che ha accanto. La ricerca di conferme attraverso canali che sembrano incoerenti con quanto viene dichiarato può indicare un conflitto interno da parte sua, un'esplorazione, oppure un bisogno che non riesce o non vuole esplicitare. Non possiamo ovviamente stabilire a distanza la natura della sua sessualità, ma ciò che conta, in questo momento, è il suo vissuto in questa relazione: come si sente, quanto si fida, che spazio sente di avere per esistere e per essere se stessa.
L’inizio del suo percorso personale potrà aiutarla proprio a fare chiarezza anche su questo, a mettere ordine, a distinguere ciò che è suo da ciò che ha sempre sentito di dover portare per gli altri. Da lì, potrà anche prendere decisioni più serene e libere nei confronti della sua vita di coppia, senza farsi guidare (solo) dalla paura, dal dubbio o dal senso del dovere.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 560 visite dal 23/07/2025.
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