Rinunciare ad un amore importante per via del suo passato

Buongiorno,
ho 38 anni e da circa 2 convivo con un uomo di 53, sposato in precedenza più di 20 anni e con 3 figli (2 gemelli di 18 e un ragazzo di 17).

Un paio di mesi dopo l’inizio della nostra relazione lui decise di lasciare la moglie e di trasferirsi nella città dove viviamo oggi insieme.
Il nostro rapporto inizialmente è stato caratterizzato da difficoltà legate alla separazione con la moglie, da bugie da parte sua, durate mesi, ogni volta che andava a trovare i suoi figli a 700 km di distanza; nascondeva le dinamiche di quelle visite che per, premura nei confronti dei figli, includevano anche la moglie.

Sono certa del suo amore così come sono certa del mio anche se le dinamiche passate hanno comunque avuto un peso nel nostro rapporto visto che ancora oggi, pur capendo le sue difficoltà, torno a rinfacciargli i suoi comportamenti passati e la mancanza di chiarezza avuta.
In questo momento sento su di me la difficoltà grande di accettare il suo passato.

Sento, nonostante l’amore che provo per lui, di volere altro, di non volere confrontarmi costantemente negli anni a venire con i suoi figli che percepisco come estranei alla mia vita.

Per la prima volta mi sono ritrovata a pensare di poter costruire una famiglia con un uomo ma il suo passato ora mi blocca.

Ne abbiamo parlato, gli ho parlato delle mie difficoltà abbiamo progetti assieme di vita e lavoro condivisi ma ogni volta, basta poco, perché mi si presenti davanti il suo passato che giustamente c’è e ha un enorme valore per lui.


Mi chiedo se sia giusto per me continuare così, vivere questo ciclico alternarsi di momenti in cui mi dico che l’amore per lui merita di essere vissuto e momenti in cui ritengo invece di mettere fine alle difficoltà che vedo davanti a noi, davanti a me.
E’ il peso del suo passato che mi spaventa, un peso che ritengo enorme (22 anni e 3 figli).
Dr.ssa Elisabetta Carbone Psicologo, Sessuologo 251 10
Buongiorno,

Quello che racconta è un nodo relazionale molto complesso, che tocca in profondità temi come la fiducia, l’identità, l’appartenenza, il confronto tra passato e futuro.

Una relazione d’amore, per quanto sincera, non è mai un incontro tra due persone nuove : è un intreccio tra storie, vissuti, bagagli. Lei si trova oggi a fare i conti con un passato che sente non solo ingombrante, ma potenzialmente inconciliabile con il futuro che desidera costruire.

Il fatto che lui abbia scelto di chiudere un matrimonio e trasferirsi per costruire qualcosa con lei dimostra, probabilmente, un sentimento profondo. Ma le modalità con cui ha gestito quella transizione (le bugie, la mancata trasparenza, la presenza costante (e forse ambivalente) dell’ex moglie) hanno lasciato segni. Segni che non sono gelosie irrazionali , ma ferite ancora aperte nel patto di fiducia.

In più, lei parla di un conflitto interno molto chiaro: da un lato, il desiderio autentico di costruire, anche di creare una famiglia; dall’altro, la sensazione di essere bloccata da un’eredità che non le appartiene, ma che inevitabilmente condizionerà il futuro.
E la presenza dei figli (che non sono e non saranno mai un problema in senso assoluto, ma che sente come estranei ) rappresenta il cuore di questa fatica emotiva: come fare spazio a se stessi in una vita che è già stata abitata così intensamente da altri?

La sua domanda è legittima e profondamente umana: è giusto per me continuare così?
Io le restituisco un’altra domanda, forse utile in un percorso: può l’amore bastare, se non riesce a farsi progetto condiviso, equilibrio, sicurezza reciproca? E ancora: quanto deve pesare il passato dell’altro, e quanto può compromettere il suo senso di sé e del proprio futuro?

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a fare ordine tra queste emozioni contraddittorie, a distinguere tra ciò che è ferita e ciò che è incompatibilità reale, tra la paura e la lucidità.

Resto a disposizione,

Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483

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