Astinenza sessuale e problemi di concentrazione
Gentilissimi,
sono una giovane donna a cui piacciono le donne ed ho sempre avuto un desiderio sessuale molto forte.
Ho vissuto, durante la fine della mia adolescenza e inizio dell'età adulta, delle relazioni sentimentali e sessuali in linea con il mio orientamento, sicuramente soddisfacenti soprattutto sul piano fisico, ma che non vedevo pienamente integrate con la mia persona.
Inoltre, la tendenza a innamorarmi di donne che non potessero ricambiare era molto dolorosa.
Così ho intrapreso un lungo percorso di psicoterapia che ha fatto luce su alcuni aspetti della mia personalità.
Ho provato anche a stare con uomini e non ho alcuna repulsione, ma non posso dire di esserne attratta.
Sono una persona con un bel sentimento spiriturale e religioso.
Non ho alcuna forma di omofobia interiorizzata e sono contenta quando i miei amici dello stesso sesso si fidanzano o si sposano.
La mia famiglia non è religiosa, tantomeno ho ricevuto un'educazione rigida.
Per mia fortuna, mi reputano tutti una bella ragazza, ho un bel lavoro, studio molto, faccio tanto volontariato, ho amici fidati e sono una grande sportiva.
Probabilmente, ho deciso di mettere da parte la vita sentimentale soprattutto perché tendevo ad innamorarmi di donne eterosessuali o indisponibili (non potendo scegliere con cura l'oggetto del desiderio), così, se mi piace una persona, cerco di neutralizzare i pensieri erotici semplicemente riconducendoli alla stima e all'affetto, e pensando che probabilmente (o sicuramente) lei non vorrebbe essere l'oggetto delle mie fantasie.
Soprattutto questa ultima questione del "mancarle di rispetto" mi mette in guarda dal proseguire oltre nei pensieri, che come nascono, così muoiono, almeno sul piano cosciente.
In tutti questi otto anni senza sesso, mi sono un po' consolata con la masturbazione, che utilizzavo come valvola di sfogo rispetto ad una urgenza che si faceva sentire.
Negli ultimi tre mesi ho abbandonato questa pratica, perché ho notato come mi facesse perdere tempo (soprattutto in periodi più liberi dal lavoro, anche un paio d'ore al giorno) e come puntualmente, dopo aver avuto l'orgasmo, sentivo un profondo vuoto interiore e una grande tristezza.
In linea anche con i miei principi religiosi, ho deciso di vivere nella castità completa, ma quando sono sola e devo dedicarmi per lavoro ad attività prettamente mentali, mi assale una voglia fortissima, con una sorta di spasmi al basso ventre.
Queste sensazioni di per sé non sono spiacevoli perché mi richiamano ad una bella vitalità del corpo, ma è spiacevole l'effetto che hanno sulla mia produttività.
Sapete consigliarmi qualche strategia per rimanere concentrata e imparare a non ascoltare troppo ciò che accade nel mio corpo, senza negarlo?
sono una giovane donna a cui piacciono le donne ed ho sempre avuto un desiderio sessuale molto forte.
Ho vissuto, durante la fine della mia adolescenza e inizio dell'età adulta, delle relazioni sentimentali e sessuali in linea con il mio orientamento, sicuramente soddisfacenti soprattutto sul piano fisico, ma che non vedevo pienamente integrate con la mia persona.
Inoltre, la tendenza a innamorarmi di donne che non potessero ricambiare era molto dolorosa.
Così ho intrapreso un lungo percorso di psicoterapia che ha fatto luce su alcuni aspetti della mia personalità.
Ho provato anche a stare con uomini e non ho alcuna repulsione, ma non posso dire di esserne attratta.
Sono una persona con un bel sentimento spiriturale e religioso.
Non ho alcuna forma di omofobia interiorizzata e sono contenta quando i miei amici dello stesso sesso si fidanzano o si sposano.
La mia famiglia non è religiosa, tantomeno ho ricevuto un'educazione rigida.
Per mia fortuna, mi reputano tutti una bella ragazza, ho un bel lavoro, studio molto, faccio tanto volontariato, ho amici fidati e sono una grande sportiva.
Probabilmente, ho deciso di mettere da parte la vita sentimentale soprattutto perché tendevo ad innamorarmi di donne eterosessuali o indisponibili (non potendo scegliere con cura l'oggetto del desiderio), così, se mi piace una persona, cerco di neutralizzare i pensieri erotici semplicemente riconducendoli alla stima e all'affetto, e pensando che probabilmente (o sicuramente) lei non vorrebbe essere l'oggetto delle mie fantasie.
Soprattutto questa ultima questione del "mancarle di rispetto" mi mette in guarda dal proseguire oltre nei pensieri, che come nascono, così muoiono, almeno sul piano cosciente.
In tutti questi otto anni senza sesso, mi sono un po' consolata con la masturbazione, che utilizzavo come valvola di sfogo rispetto ad una urgenza che si faceva sentire.
Negli ultimi tre mesi ho abbandonato questa pratica, perché ho notato come mi facesse perdere tempo (soprattutto in periodi più liberi dal lavoro, anche un paio d'ore al giorno) e come puntualmente, dopo aver avuto l'orgasmo, sentivo un profondo vuoto interiore e una grande tristezza.
In linea anche con i miei principi religiosi, ho deciso di vivere nella castità completa, ma quando sono sola e devo dedicarmi per lavoro ad attività prettamente mentali, mi assale una voglia fortissima, con una sorta di spasmi al basso ventre.
Queste sensazioni di per sé non sono spiacevoli perché mi richiamano ad una bella vitalità del corpo, ma è spiacevole l'effetto che hanno sulla mia produttività.
Sapete consigliarmi qualche strategia per rimanere concentrata e imparare a non ascoltare troppo ciò che accade nel mio corpo, senza negarlo?
Gentile utente,
dalle sue parole emerge una persona attenta, riflessiva e con una ricca vita interiore. La descrizione che fa del suo percorso (le relazioni passate, il lavoro psicoterapeutico, le scelte personali e spirituali) mostra come abbia già fatto un cammino di consapevolezza importante.
Quello che racconta sul desiderio sessuale è comprensibile: la pulsione erotica è un aspetto fisiologico e vitale, che non si spegne semplicemente per scelta o per principio. Al contrario, spesso più si cerca di controllarla rigidamente, più può diventare presente e fonte di distrazione. Per questo non si tratta tanto di non ascoltare ciò che accade nel corpo , quanto piuttosto di imparare a riconoscerlo e a conviverci, senza viverlo come minaccia o ostacolo.
Può essere utile allenarsi a tecniche che migliorano la gestione dell’attenzione e della concentrazione, come esercizi di mindfulness o pratiche di respirazione, che aiutano a rimanere centrati sul compito senza negare le sensazioni corporee. Anche lo sport e l’attività fisica, che già fanno parte della sua vita, possono avere un ruolo importante come naturale regolatore dell’energia sessuale.
Un ulteriore passo potrebbe essere riprendere, se lo ritiene, un confronto psicoterapeutico mirato a esplorare il significato che attribuisce a questi vissuti di vuoto e di tristezza dopo la masturbazione, così come la scelta della castità: non in ottica di metterne in discussione la validità, ma per comprendere più a fondo come integrare corpo, affettività e spiritualità in un equilibrio che le appartenga davvero.
Il desiderio sessuale, di per sé, non è un nemico: è un segnale di vitalità e presenza del corpo. Imparare a dargli un posto, anche senza necessariamente agire su di esso, potrebbe aiutarla a viverlo come parte armonica della sua persona, senza che diventi un ostacolo alla concentrazione o alla produttività.
Resto a disposizione,
dalle sue parole emerge una persona attenta, riflessiva e con una ricca vita interiore. La descrizione che fa del suo percorso (le relazioni passate, il lavoro psicoterapeutico, le scelte personali e spirituali) mostra come abbia già fatto un cammino di consapevolezza importante.
Quello che racconta sul desiderio sessuale è comprensibile: la pulsione erotica è un aspetto fisiologico e vitale, che non si spegne semplicemente per scelta o per principio. Al contrario, spesso più si cerca di controllarla rigidamente, più può diventare presente e fonte di distrazione. Per questo non si tratta tanto di non ascoltare ciò che accade nel corpo , quanto piuttosto di imparare a riconoscerlo e a conviverci, senza viverlo come minaccia o ostacolo.
Può essere utile allenarsi a tecniche che migliorano la gestione dell’attenzione e della concentrazione, come esercizi di mindfulness o pratiche di respirazione, che aiutano a rimanere centrati sul compito senza negare le sensazioni corporee. Anche lo sport e l’attività fisica, che già fanno parte della sua vita, possono avere un ruolo importante come naturale regolatore dell’energia sessuale.
Un ulteriore passo potrebbe essere riprendere, se lo ritiene, un confronto psicoterapeutico mirato a esplorare il significato che attribuisce a questi vissuti di vuoto e di tristezza dopo la masturbazione, così come la scelta della castità: non in ottica di metterne in discussione la validità, ma per comprendere più a fondo come integrare corpo, affettività e spiritualità in un equilibrio che le appartenga davvero.
Il desiderio sessuale, di per sé, non è un nemico: è un segnale di vitalità e presenza del corpo. Imparare a dargli un posto, anche senza necessariamente agire su di esso, potrebbe aiutarla a viverlo come parte armonica della sua persona, senza che diventi un ostacolo alla concentrazione o alla produttività.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Elisabetta Carbone
Psicologa sistemico relazionale | Sessuologa clinica |
psicologa@elisabettacarbone.it | 351.777.9483
Utente
La ringrazio per il suo consiglio e anche per la delicatezza con cui mi ha risposto. Proverò con le tecniche di mindfulness per ora. Ha ragione sull'effetto paradossale del controllo rigido, ragione per cui, quando non sono sola e non penso al fatto di non dover agire, certamente non ho delle urgenze ingestibili. Purtroppo, vivere da sola e avere tempo e spazio per "lasciarsi andare" non aiuta. La ringrazio ancora!
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 327 visite dal 18/08/2025.
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