Parlare di erezione debole con il proprio compagno
Gentilissimi,
in seguito a diabete e ischemia coronarica il mio compagno ha difficoltà ad avere erezioni.
Dice che mi desidera, che non devo smettere di propormi sessualmente e che insomma sembra che il problema non dipenda da me ma per me il sesso è diventato più una tortura che un piacere perchè veramente faccio proprio fatica fisica per tentare di farli mantenere una erezione decente.
Ora finalmente dopo 2 anni siamo riusciti ad affrontare la questione in maniera dialogica, complice l'estate e momenti di relax per 'preparare il dialogo';
ma anche perchè ho smesso di saltargli addosso come facevo prima e la cosa lo ha turbato, cioè lo ho 'costretto' ad affrontare il problema negandomi sessualmente,
cosa che credo in 5 anni sia accaduta solo quando avevo 40 di febbre.
Ha ammesso che 'c'è un problema e che non sei te il problema' ma se gli propongo una visita accampa scuse come 'costa troppo' anche se potrei pagarla io con la assicurazione di lavoro o 'ora faccio un po' di pesi e mi rimetto in forma' (premetto nonostante il diabete è in forma anche se segue una alimentazione fai da te che gli ha permesso di diminuire glicata e glicemia ma mangia male obiettivamente, non equilibrato, ha una sorta di ortoressia, andrebbe fatta anche una chiacchierata con un nutrizionista).
La mia domanda ed è per questo che scrivo in sezione psicologia, è come trovare le parole adatte per convincerlo senza scadere in crisi di pianto o in trovare scuse per evitare il sesso e magari farlo con altre persone?
Vorrei essere l'adulta nella stanza come si suol dire, trovare modi e parole adatti che non lo facciano sentire 'malato' visto che già ci si sente da quando ha avuto i vari problemi di salute; lo valorizzo costantemente perchè ha sempre bisogno di rassicurazioni, di sentirsi dire che lo amo etc, però vorrei spronarlo ad affrontare il problema senza ricatti.
Grazie, Giulia
in seguito a diabete e ischemia coronarica il mio compagno ha difficoltà ad avere erezioni.
Dice che mi desidera, che non devo smettere di propormi sessualmente e che insomma sembra che il problema non dipenda da me ma per me il sesso è diventato più una tortura che un piacere perchè veramente faccio proprio fatica fisica per tentare di farli mantenere una erezione decente.
Ora finalmente dopo 2 anni siamo riusciti ad affrontare la questione in maniera dialogica, complice l'estate e momenti di relax per 'preparare il dialogo';
ma anche perchè ho smesso di saltargli addosso come facevo prima e la cosa lo ha turbato, cioè lo ho 'costretto' ad affrontare il problema negandomi sessualmente,
cosa che credo in 5 anni sia accaduta solo quando avevo 40 di febbre.
Ha ammesso che 'c'è un problema e che non sei te il problema' ma se gli propongo una visita accampa scuse come 'costa troppo' anche se potrei pagarla io con la assicurazione di lavoro o 'ora faccio un po' di pesi e mi rimetto in forma' (premetto nonostante il diabete è in forma anche se segue una alimentazione fai da te che gli ha permesso di diminuire glicata e glicemia ma mangia male obiettivamente, non equilibrato, ha una sorta di ortoressia, andrebbe fatta anche una chiacchierata con un nutrizionista).
La mia domanda ed è per questo che scrivo in sezione psicologia, è come trovare le parole adatte per convincerlo senza scadere in crisi di pianto o in trovare scuse per evitare il sesso e magari farlo con altre persone?
Vorrei essere l'adulta nella stanza come si suol dire, trovare modi e parole adatti che non lo facciano sentire 'malato' visto che già ci si sente da quando ha avuto i vari problemi di salute; lo valorizzo costantemente perchè ha sempre bisogno di rassicurazioni, di sentirsi dire che lo amo etc, però vorrei spronarlo ad affrontare il problema senza ricatti.
Grazie, Giulia
Gentili utenze,
"I disturbi o disfunzione sessuali sono come tutti gli altri, e dunque quando si ha la tosse si va dal medico, quando si ha la carie si va dal dentista, quando la erezione è debole si va in prima battuta dall'urologo andrologo.
Il fattore diabete è importante per il microcircolo e dunque va segnalato in primis battuta allo specialista..
Se poi il curante riterrà opportuno consigliare una delle varie pastigliette blu (inibitori della fosfodiesterasi-5) ci si comporterà come per tutte le altre cure con farmaci prescritte dal medico. La sessualità è importante per la coppia, ne'più né meno come lo sono il dialogo, la complicità, il ridere insieme,.. E quindi affronteremo insieme la situazione.*
Questo direi, in modo tranquillo e calmo, credendo profondamente in quanto si dice.
Se poi questo problema avesse minato la complicità della vostra Coppia, allora occorre un passaggio ulteriore, preventivo o successivo, presso un* psicoterapeuta specializzat* in dinamiche sessuali (sessuologo clinico), perché l'atteggiamento e comportamento di Partner è fondamentale nel riuscire a risolvere -o al contrario a mantenere- il disturbo erettile.
Auspico di essere stata chiara,
si sente libera di replicare qui nel caso le occorresse qualche altra informazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"I disturbi o disfunzione sessuali sono come tutti gli altri, e dunque quando si ha la tosse si va dal medico, quando si ha la carie si va dal dentista, quando la erezione è debole si va in prima battuta dall'urologo andrologo.
Il fattore diabete è importante per il microcircolo e dunque va segnalato in primis battuta allo specialista..
Se poi il curante riterrà opportuno consigliare una delle varie pastigliette blu (inibitori della fosfodiesterasi-5) ci si comporterà come per tutte le altre cure con farmaci prescritte dal medico. La sessualità è importante per la coppia, ne'più né meno come lo sono il dialogo, la complicità, il ridere insieme,.. E quindi affronteremo insieme la situazione.*
Questo direi, in modo tranquillo e calmo, credendo profondamente in quanto si dice.
Se poi questo problema avesse minato la complicità della vostra Coppia, allora occorre un passaggio ulteriore, preventivo o successivo, presso un* psicoterapeuta specializzat* in dinamiche sessuali (sessuologo clinico), perché l'atteggiamento e comportamento di Partner è fondamentale nel riuscire a risolvere -o al contrario a mantenere- il disturbo erettile.
Auspico di essere stata chiara,
si sente libera di replicare qui nel caso le occorresse qualche altra informazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Gentile Giulia,
il problema che la opprime -addirittura da due anni- è senza dubbio doloroso.
Prima di valutarne gli aspetti generali a vantaggio anche di tutti gli altri che ci leggono, però, le suggerisco di rivolgere la domanda: "come trovare le parole adatte per convincerlo" direttamente ad un sessuologo consultato di persona.
Nella sua città ce ne sono tanti, in particolare ci sono due centri clinici con ottimi professionisti attraverso i quali può trovare una soluzione realmente ritagliata su di lei e sulla vostra situazione di coppia.
Infatti qualche parola generica può aiutarla ad uscire dal buio della confusione dolorosa, ma non è idonea a risolvere il problema, nell'assenza di precise informazioni sul suo caso specifico.
Lei ci parla di un partner presumibilmente sui quarant'anni, forse sessualmente attivo prima dell'insorgere di due patologie che hanno messo a rischio la sua salute e forse lo hanno fatto cadere in un'ansia depressiva: l'ortoressia potrebbe essere indice di questo, e la difficoltà nell'erezione potrebbe venir accresciuta anche da questo stato mentale.
Lei non nomina le note sostanze farmacologiche che hanno risolto tanti problemi di disfunzione erettile. Le può prescrivere anche il medico di base: le avete usate? E se sì, con quali risultati?
Ci parla di una situazione in cui l'attività sessuale (non ci dice quanto frequente) è diventata "più una tortura che un piacere perchè veramente faccio proprio fatica fisica per tentare di farli mantenere una erezione decente".
Ora vede, cara Giulia, non sapendo nemmeno da quanto tempo dura la vostra relazione e quanta sia la confidenza reciproca, come possiamo sapere se il suo partner non preferisca l'attuale situazione, e ci si adagi, per motivi che possono essere i più vari?
Dal suo scritto sembra che lei apprezzi e rimpianga il sesso "tradizionale", con penetrazione; e se invece il suo compagno preferisse altre modalità di rapporto, che ha scoperto o si è concesso proprio in virtù della malattia?
Non bisogna mai dimenticare che non solo i tempi e l'intensità della libido, ma le modalità del rapporto possono essere differenti per i due membri della coppia, e per ciascuno dei due mutano nel tempo.
Infatti il suo partner parla di costi eccessivi di una vista andrologica, il che non è vero. In ogni caso, questo costo gli appare maggiore della propria soddisfazione sessuale... Ma ha parlato prima di tutto col medico di famiglia e soprattutto col cardiologo e col diabetologo che lo seguono?
Perché se non ha fatto nessuno di questi passi, le ipotesi sulla mancata soluzione del problema diventano troppo variegate per risolverle da qui.
Le sono vicina e le auguro di chiarire di persona il suo problema al più presto, aiutando così anche lui.
Buone cose.
il problema che la opprime -addirittura da due anni- è senza dubbio doloroso.
Prima di valutarne gli aspetti generali a vantaggio anche di tutti gli altri che ci leggono, però, le suggerisco di rivolgere la domanda: "come trovare le parole adatte per convincerlo" direttamente ad un sessuologo consultato di persona.
Nella sua città ce ne sono tanti, in particolare ci sono due centri clinici con ottimi professionisti attraverso i quali può trovare una soluzione realmente ritagliata su di lei e sulla vostra situazione di coppia.
Infatti qualche parola generica può aiutarla ad uscire dal buio della confusione dolorosa, ma non è idonea a risolvere il problema, nell'assenza di precise informazioni sul suo caso specifico.
Lei ci parla di un partner presumibilmente sui quarant'anni, forse sessualmente attivo prima dell'insorgere di due patologie che hanno messo a rischio la sua salute e forse lo hanno fatto cadere in un'ansia depressiva: l'ortoressia potrebbe essere indice di questo, e la difficoltà nell'erezione potrebbe venir accresciuta anche da questo stato mentale.
Lei non nomina le note sostanze farmacologiche che hanno risolto tanti problemi di disfunzione erettile. Le può prescrivere anche il medico di base: le avete usate? E se sì, con quali risultati?
Ci parla di una situazione in cui l'attività sessuale (non ci dice quanto frequente) è diventata "più una tortura che un piacere perchè veramente faccio proprio fatica fisica per tentare di farli mantenere una erezione decente".
Ora vede, cara Giulia, non sapendo nemmeno da quanto tempo dura la vostra relazione e quanta sia la confidenza reciproca, come possiamo sapere se il suo partner non preferisca l'attuale situazione, e ci si adagi, per motivi che possono essere i più vari?
Dal suo scritto sembra che lei apprezzi e rimpianga il sesso "tradizionale", con penetrazione; e se invece il suo compagno preferisse altre modalità di rapporto, che ha scoperto o si è concesso proprio in virtù della malattia?
Non bisogna mai dimenticare che non solo i tempi e l'intensità della libido, ma le modalità del rapporto possono essere differenti per i due membri della coppia, e per ciascuno dei due mutano nel tempo.
Infatti il suo partner parla di costi eccessivi di una vista andrologica, il che non è vero. In ogni caso, questo costo gli appare maggiore della propria soddisfazione sessuale... Ma ha parlato prima di tutto col medico di famiglia e soprattutto col cardiologo e col diabetologo che lo seguono?
Perché se non ha fatto nessuno di questi passi, le ipotesi sulla mancata soluzione del problema diventano troppo variegate per risolverle da qui.
Le sono vicina e le auguro di chiarire di persona il suo problema al più presto, aiutando così anche lui.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
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Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 545 visite dal 05/09/2025.
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