Siamo in attesa di mutuo. ho rivisto la donna con cui stavo prima di lei, e ho capito che non l'amo

Salve

Ho 36 anni.
Ottima posizione lavorativa, diverse amicizie di cui fidarsi e una famiglia molto perbene e unita.

Sono fidanzato con una ragazza coetanea da 5 anni.

6 mesi fa abbiamo iniziato a parlare di comprare casa.
Io ero eccitato, anzi, ho spinto io la cosa.
Dopo due mesi di ricerca un colpo di fulmine con quella che abbiamo poi scelto.
Sono passati circa 3 mesi dalla richiesta di mutuo, e siamo ancora in attesa di risposta.
Abbiamo ansie e paure entrambi che le cose non vadano come devono con la concessione del mutuo, ma stiamo insieme come sempre.
La vita sessuale è più che buona, c'è intesa.


Due settimane fa, per puro caso, incontro la donna con la quale sono stato prima di lei.
Fu lei a lasciarmi sei mesi prima che io incontrassi l'attuale fidanzata.

Questa ragazza di qualche anno più giovane di me, ha alle spalle una storia triste con i due ex compagni, dai quali ha avuto due figlie (una ciascuno).

Allora eravamo molto persi, ma poco prima della pandemia, decise dopo un anno di relazione che non potevamo più stare insieme, poiché non vedeva un complice per la sua situazione complicata.
Ci sono stato molto male per mesi, anche durante la prima fase di frequentazione con l'attuale fidanzata.

Passano gli anni, la penso spesso anche se non la cerco mai.
Nonostante io stia felicemente con la mia attuale fidanzata.

Poi l'incontro di cui sopra.
Un colpo di fulmine a ciel sereno.
Dalle battute allo scambio numeri.
Dalla chat (intensa, continua, dove si parlava soprattutto di rimpianto) all'incontro fatale.
Siamo stati "insieme" dopo nemmeno sei giorni di chiacchiere.

La cosa va avanti da tre incontri e circa un mese.
Non facciamo altro che analizzare la mia situazione.
Io non faccio altro che pensare a voler annullare tutto con l'attuale fidanzata, pur facendomi carico di tutte le spese (perdita di caparra e spese bancarie).
Insomma, sono in pochissimo tempo arrivato al punto di pensare che pur di essere felice con l'altra (che si sta aprendo come non ha fatto 5 anni fa, e si sta affezionando molto di più a vista d'occhio), sono disposto a diventare molto più povero.


Il punto è che temo fortemente per la salute della mia attuale fidanzata.
E' una persona con poche conoscenze e nessun amico vicino (geograficamente parlando).

Soffre di ansia ed è anche in cura.

Io non me la sento di rovinarle la vita, perché so che lo farei se le dicessi tutto.
Eppure, le sto mancando di rispetto e sono sicuro di amare un'altra.
Oltretutto il tempo per annullare l'acquisto della casa e perdere pochi soldi rispetto alla stipula, stringe.
Dopo tre mesi e due solleciti alla banca, credo che siamo agli sgoccioli.


Non so cosa fare.
Sono letteralmente disperato.


Grazie in anticipo per l'attenzione
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
partiamo dalla frase: "Io non me la sento di rovinarle la vita, perché so che lo farei se le dicessi tutto".
In verità le rovinerebbe la vita ben più gravemente se restasse assieme a lei con questo macigno: lei non ama la sua fidanzata, anzi ama un'altra con la quale la tradisce.
Per mettere in stand-by il progetto di casa e la relazione stessa può bastare la prima considerazione. Ognuno merita un rapporto in cui è amato, non uno in cui viene compatito, supportato nelle proprie debolezze, ma ingannato e tradito.
Due problemi, a quanto scrive, fanno da ostacolo alla decisione di lasciare o comunque avvertire la sua fidanzata: una casa quasi comprata (a nome di entrambi?) e la personalità fragile della ragazza, già in cura per ansia.
Sulla casa non ho competenza, ma mi sembra che lei abbia già trovato una soluzione. Può valutarne altre facendo alla sua ragazza un discorso chiaro. Potreste anche decidere di prenderla lo stesso, ma a nome di uno solo di voi. Questo però richiede chiarezza, dentro di lei prima di tutto, poi nella definizione del rapporto con la fidanzata.
Venendo a questo, da qui posso soltanto fare alcune considerazioni generali, sperando che possano esserle utili.
Tenga conto per prima cosa che molte coppie si accorgono di non essere davvero interessate a una vita insieme, proprio quando stanno per concretizzare un progetto portato avanti per abitudine: in questi casi la convivenza, l'acquisto della casa, l'ipotesi o la presenza di una gravidanza, la nascita di un figlio si rivelano mine vaganti che fanno esplodere la coppia.
A volte però la concretizzazione dei progetti suscita la paura del cambiamento e dell'ingresso nella realtà adulta, anche se la coppia è armoniosa e stabile.
Valuti lei quale delle due situazioni è realmente la sua.
Dice di aver incontrato la sua ex "per caso". E' davvero sicuro di non averla cercata nei luoghi dove sapeva di trovarla, o di non essere stato cercato da lei?
Venendo a questa donna che adesso è sicuro di amare, gli elementi che ci fornisce lasciano perplessi: giovane, ma già con due figli da due relazioni fallite, ha lasciato lei dopo un anno perché non la vedeva "un complice per la sua situazione complicata".
Forse lei era troppo giovane, forse invece abbastanza riflessivo da valutare di questa donna carattere e attitudine alla costanza, oltre ad una situazione globalmente instabile e "troppo affollata", in definitiva scomoda.
Dice che eravate "molto presi", e tuttavia la ragazza l'ha lasciato. A parte che forse questa donna è solita procedere a colpi di testa, portata più a disfare che a costruire, quando qualcuno scrive "ci amiamo tanto", "sono sicuro che ci tiene a me" e simili, noi specialisti facciamo sempre l'ovvia considerazione che ciascuno può parlare per sé, ma non per l'altro.
Ma ecco la cosa che come psicologa mi fa drizzare le antenne: "Fu lei a lasciarmi sei mesi prima che io incontrassi l'attuale fidanzata"; e di seguito: "Ci sono stato molto male per mesi, anche durante la prima fase di frequentazione con l'attuale fidanzata"; infine: "Passano gli anni, la penso spesso anche se non la cerco mai. Nonostante io stia felicemente con la mia attuale fidanzata".
Lei forse prende tutto questo come segni di un amore mai tramontato; io li considero invece i sintomi di una situazione non conclusa, di quelle che pesano sulla nuova relazione fino a soffocarla, soprattutto se si fa l'errore di iniziare questa nuova relazione troppo presto, più per curare una ferita che per cominciare su nuove basi, su un'esperienza che ci abbia maturato ma da cui siamo fuori.
Lei ha iniziato la nuova relazione quando il suo cuore e la sua mente non erano liberi. In questi casi ci sono remore, aspettative non realistiche, desiderio di rivalsa, gravi carenze nella scelta del partner e nello stato emotivo con cui si va incontro a lui/lei.
Questa specie di ipoteca, di credito non riscosso dalla vita, lei può essersi portato dietro nel corso della nuova relazione. Legga l'articolo della dr.ssa Sciubba al link https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2664-le-storie-sentimentali-non-chiuse.html
Diciamo poi che lei sceglie delle partner in qualche modo da soccorrere: anche la seconda, infatti, la descrive così: "E' una persona con poche conoscenze e nessun amico vicino (geograficamente parlando). Soffre di ansia ed è anche in cura".
Capitano tutte a lei le donne problematiche? Si è chiesto come mai? Quelle realizzate, sicure di sé, non le danno la soddisfazione di sentirsi un salvatore?
Inoltre nel caso dell'ansia della sua fidanzata e del permanere del suo isolamento dopo sei anni della vostra relazione, si potrebbe anche ipotizzare che la ragazza abbia avvertito qualcosa di perennemente instabile in lei, nella vostra storia.
Quanto a lei che ci scrive, si ha l'impressione che tenda a dirigere con grande energia la sua vita, spesso in maniera vincente, ma spesso anticipando i tempi giusti, come quando ha iniziato la storia con la fidanzata senza elaborare il lutto della storia precedente, o quando ha forzato per prendere una casa e specificamente quella, o quando in tre mesi ha sollecitato il mutuo due volte.
Forse questo "dirigismo" la rende un po' cieco su quello che ha intorno e che potrebbe contrastare i suoi progetti: per esempio quando scrive che l'altra ragazza: "si sta aprendo come non ha fatto 5 anni fa, e si sta affezionando molto di più a vista d'occhio" sembra non considerare che la ragazza sta vivendo il momento della conquista, quindi che altro si aspetta?
Provi a chiederle se in qualche sua storia passata questa ragazza ha già portato via a un'altra il fidanzato, il marito... Esiste una precisa sindrome, lo sa?
Al momento posso comprendere che si senta lacerato, tuttavia provi a valutare gli elementi al suo attivo: è giovane, sano, benestante, non ha figli (in quel caso gli addii sono davvero laceranti), ha due donne che forse la amano e la possibilità di lasciarle entrambe, forse migliorando la vita e la consapevolezza di tutti e tre.
In ogni caso, se temesse di non poterne uscire da solo, cerchi il colloquio con una persona del cui buon senso si fida, o con uno specialista.
Le faccio molti auguri e la invito a tenerci al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza
Riceve in presenza e online
Primo consulto gratuito inviando documento d'identità a: gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
L'ho ringraziata valutando l'intervento e ribadisco.
Non ho paura del giudizio diretto, anzi, credo sia l'unico valido da dare quando qualcuno è in difficoltà per colpa sua.
Però, ci sono alcune precisazioni da fare:
1) Io mi sentivo sicuro così come la mia fidanzata, già dopo poco tempo dall'inizio della nostra relazione.
Tuttavia di tanto in tanto un pensiero è stato rivolto altrove. Nulla che non sia durato più di un minuto al mese.

Abbiamo costruito tanto insieme. Anche per questo sto molto male, e penso che dovrei semplicemente troncare l'altra relazione e parlarne con la mia partner per andare avanti e trovare un nuovo spunto.

Altra cosa: avrà pure poche relazioni amicali, ma la mia Fidanzata è nella mia stessa prospettiva di vita. Non abbiamo alcun tipo di motivo di pensare di non essere realizzati e i suoi problemi, vengono da una brutta esperienza passata di quando era molto più giovane, non di certo perché la soffochi o la costringa a fare cose. Ognuno ha i suoi spazi e ognuno può sempre contare sull'altro quando ha problemi.

2) Nessuno ha cercato nessuno.
L'altra semplicemente, da circa 3 mesi lavora nello stesso c.c. dove in passato ho lavorato io , ma in altra attività commerciale, ed io ero totalmente all'oscuro della cosa poiché non passavo per un saluto agli ex colleghi, da un anno.

3) Lei scrive che scegliendo la solitudine, probabilmente, migliorerei la vita di tutti e tre.
Non pensavo di essere così dannoso.

4) L'altra non ha mai tolto nulla a nessuno. La prima relazione? UN errore di gioventù. La seconda? Finita perché ha subìto un compagno rivelatosi violento dopo la nascita della secondogenita.
Non credo che ne abbia colpe, anche perché tutto sommato consideri che il primo è una bravissima persona, di mezzo non ha mai avuto relazioni lunghe o comunque impegnative, poche del resto.
E mi creda, non è per niente la persona che si lascia impressionare dalla "conquista".

Sono ben consapevole che bastava non scambiarsi i numeri e almeno quel lato di questa storia probabilmente sarebbe finito li.

Ho qualche giorno di solitudine, causa viaggio di lavoro, davanti a me. A malincuore, utilizzerò tempo e risorse mentali per cercare di "uscirne da solo"


Saluti e grazie ancora per la professionalità e la schiettezza
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Grazie per la sua valutazione e per la risposta, gentile utente.
Qualche precisazione anche da parte mia.
Al punto 1 scrive: "Io mi sentivo sicuro così come la mia fidanzata".
Sicuro non vuol dire innamorato. In ogni caso qualcosa si è incrinato, e sarebbe bene capire cosa; altrimenti come spiega l'attuale situazione?
Punto 3: "Lei scrive che scegliendo la solitudine, probabilmente, migliorerei la vita di tutti e tre. Non pensavo di essere così dannoso".
Infatti non ho scritto questo, ma solo che lei ha ancora "la possibilità di lasciarle entrambe, forse migliorando la vita e la consapevolezza di tutti e tre".
Al momento tutti e tre siete in una situazione equivoca, che provoca sofferenza, ma non ci sono legami irrevocabili come può essere un figlio. Uscirne con la conoscenza dei fatti, dei sentimenti, della reale capacità e volontà di impegno di ciascuno, potrebbe migliorare la vostra vita e senz'altro la vostra consapevolezza, non perché lei sia dannoso, ma perché è dannoso vivere nell'inganno e nell'ignoranza di sé e degli altri.
Per capire cosa intendo, provi a immaginare uno scenario in cui la sua fidanzata, in segreto, coltiva una relazione parallela. Scoprendolo, lei come si sentirebbe? Come valuterebbe, guardandosi indietro, i gesti, le parole, gli abbracci?
Se risponde che la sua fidanzata non farebbe mai nulla di simile, pensi che la stessa frase, nell'inconsaevolezza, direbbe la sua fidanzata parlando di lei.
Punto 4: "L'altra non ha mai tolto nulla a nessuno".
Le ha chiesto esplicitamente se è mai stata, prima d'ora, con un uomo impegnato con un'altra? Si sente di provare a farlo?
Il tentativo di sminuire la responsabilità delle due maternità da relazioni fallite lo valuti lei stesso. Dice: "Non credo che ne abbia colpe, anche perché tutto sommato consideri che il primo è una bravissima persona".
Perché dunque la sua ex lo ha lasciato? E perché questa bravissima persona non è rimasta accanto alla madre di sua figlia? Come mai questa madre si è buttata a capofitto in un'altra relazione peggiore della prima, e ha avuto un'altra figlia? Dalla prima esperienza non aveva acquisito la consapevolezza di cui parlavo sopra, neppure tanto da avvalersi di una buona contraccezione?
Sono lieta che possa avere dei giorni per riflettere. Si guardi dentro lasciando scorrere il flusso delle emozioni, che a volte sono più significative della ragione per dirci che cosa vogliamo e anche che cosa temiamo davvero. A questo fine provi a fare l'esercizio di Scrittura Espressiva che si chiama "Tempesta di parole".
Un augurio di cuore.

Prof.ssa Anna Potenza
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