Perché penso ancora al mio ex nonostante la terapia e la consapevolezza della relazione tossica?

Salve, vi scrivo perché da un po’ di tempo mi infastidisce il fatto che, dopo più di un anno dalla fine della mia relazione, penso ancora spesso al mio ex fidanzato.


La nostra relazione è durata tre anni (attualmente ho 22 anni) ed è stata la mia prima vera relazione.
Non voglio denigrare completamente ogni momento di quei tre anni, ma non è stata affatto una relazione positiva.
Anzi, è stata molto difficile: lui è una persona instabile e io ero molto ingenuo.
Mi sono fatto manipolare completamente, al punto da allontanarmi dalle persone che mi circondavano.
Se guardo al passato, a volte mi viene quasi da piangere per come mi sono comportato; non mi riconosco nelle mie azioni, perché tutto quello che facevo lo facevo per lui e in funzione di lui, nonostante sia stato tradito diverse volte, e ne ero consapevole.


Non so perché fossi così accecato durante la relazione, ma fortunatamente tutto questo l’ho superato e ho imparato a perdonarmi, grazie all’aiuto di una vostra collega.
Finita la terapia, sono andato avanti con la mia vita, ho un piano per il mio futuro e sono abbastanza soddisfatto di come stiano andando le cose.


Nonostante ciò, capitano ancora spesso sere e giorni in cui il mio umore è condizionato da lui, cosa che mi demoralizza, soprattutto guardando persone della mia età che riescono ad andare avanti più rapidamente da relazioni simili.
Attualmente lui è insieme a un altro ragazzo, con il quale si è fidanzato appena tre mesi dopo la nostra rottura, e ha persino parlato della sua relazione con la sua famiglia, cosa che non aveva mai fatto con me.
Questo mi ha ferito profondamente, forse più di quando mi ha detto che non aveva provato amore per me e che ero stato solo un abbaglio.


Non riesco a capire perché, nonostante la consapevolezza della sua tossicità e instabilità e il percorso terapeutico fatto, continuo a pensare a lui, al punto da scrivere qui.


Vorrei capire perché, nonostante il tempo e il percorso terapeutico, continuo a essere così influenzato da questa relazione, e come poter gestire al meglio questi sentimenti senza che interferiscano con la mia vita quotidiana e il mio benessere emotivo.


Vi ringrazio in anticipo per il tempo e l’attenzione che vorrete dedicarmi.
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 510
Gentile Utente,

per prima cosa bisogna dire che di solito ci rimangono in testa le persone che hanno quel tipo di patologia (es un manipolatore), però mi pare di capire che ci sia in Lei una sorta di ruminazione alimentata dalla rabbia, sulla qule Lei indugia e che non Le permette di andare oltre.

Come mai la terapia è terminata? Lei non aveva mai affrontato questo tema con la terapeuta?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
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Gentile Dottoressa,
la ringrazio per la tempestiva risposta.

La rabbia che provo attualmente nasce da episodi avvenuti dopo la fine della terapia, che lui ha messo in atto sapendo bene quanto potessero ferirmi. Credevo di aver raggiunto una stabilità sufficiente per non lasciarmi più toccare da certi atteggiamenti, invece mi sono reso conto che alcune ferite non erano ancora completamente chiuse.

È venuto più volte sul mio posto di lavoro insieme al suo attuale compagno, e mi ha scritto solo per farmi sapere quanto la sua vita stesse andando bene, pur sapendo che non desideravo alcun contatto. Dopo questi episodi ho deciso di bloccarlo ovunque, ma vivendo nello stesso paese capita di incrociarlo quasi ogni settimana. Questo ha riacceso in me una rabbia e un turbamento che fatico a comprendere: da un lato sono consapevole della sua tossicità e del fatto che la nostra relazione sia ormai parte del passato, dall’altro continuo a sentire dentro di me una forma di attaccamento emotivo che non riesco a spiegarmi del tutto.

A volte mi sembra di oscillare tra il bisogno di voltare pagina e la sensazione di essere ancora condizionato da ciò che ho vissuto con lui. È come se una parte di me fosse ancora bloccata in quella storia, nonostante la mente sappia perfettamente che non c’è più nulla da salvare.

Avevo pensato di ricominciare la terapia con la mia precedente terapeuta, ma prima di farlo ho voluto confrontarmi qui, per avere un punto di vista esterno e capire meglio come gestire questi sentimenti contrastanti.

La ringrazio ancora per la disponibilità e l’attenzione.
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