Ansia da prestazione lavorativa: come gestirla?

Buongiorno a tutti, sono una persona tendenzialmente ansiosa e in cura farmacologica da depressione ormai da due anni.
La vita in questo momento è piuttosto stabile, ho un fidanzato, un cane, un lavoro che mi piace e riesco a gestire i miei episodi depressivi perché ho imparato ad ascoltarmi e rendermi conto quando sono a rischio di ricaduta.
Il problema che mi assilla però è quando, in ambito lavorativo, devo affrontare una "novità", lavoro nella ricerca e mi capita ad esempio di avere meeting di lavoro o una presentazione da fare davanti a una platea di persone.
In questi momenti, anche il solo pensiero di dovermi preparare alla riunone o alla presentazione mi fa salire un'angoscia indescrivibile.
Inizio a temporeggiare, non dormo, mi viene la nausea, ho giramenti di testa, insomma ho tutti i chiari sintomi di un'ansia (da prestazione?) che a volte è così forte che finisco per reagire in modo sbagliato, ad esempio mi è capitato di non presentarmi ad una riunione, senza neanche avvisare, e questo non solo va ad inficiare eventuali opinioni che datore e colleghi hanno su di me, rischiando addirittura di essere licenziata, ma anche di me stessa, perché poi mi sento tremendamente in colpa nel fare consapevolmente qualcosa di sbagliato.
Come posso affrontare questa situazione?
Come rendere l'ansia che provo in queste circostanze quantomeno gestibile?

Grazie in anticipo
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
se è in cura con psicofarmaci già da due anni, come mai non ha risolto ancora i problemi d'ansia?
Ma soprattutto, perché chiede a noi quelle strategie che sono gli strumenti fondamentali della psicoterapia per la sindrome ansioso-depressiva?
Ci aiuti a capire meglio.

Prof.ssa Anna Potenza
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Non lo so. Prendo psicofarmaci e faccio psicoterapia, ma quando finisco in queste situazioni sembra che tutti gli sforzi fatti siano stati vani.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Gentile utente,
per i casi come il suo la terapia d'elezione è la cognitivo-comportamentale nelle sue varie articolazioni (o "generazioni").
Se ben condotta questa terapia aiuta il cliente a ristrutturare profondamente le idee che generano l'ansia -nel suo caso anche le ricadute depressive- e che accompagnano e sostengono questi stati d'animo.
In poche parole, questa terapia viene a costituire una seconda "filosofia di vita" che si sostituisce alla visione della realtà disfunzionale formatasi precocemente e non più idonea a gestire i problemi dell'adulto.
Molto meno indicate, in qualche caso addirittura controproducenti, sono le terapie che vanno incessantemente alla ricerca delle "cause" senza mai fornire soluzioni sul qui e ora.
Ottimi invece gli esercizi di rilassamento, da memorizzare e praticare prima di arrivare ai momenti di stress acuto.
In pratica il suo problema è risolvibile purché lei acquisisca una serie di abitudini, nella sfera cognitiva e in quella operativa, che le confermino giorno per giorno che non deve inseguire un'inesistente perfezione, ma una realistica realizzazione, e che ce la può fare.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza
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La ringrazio tanto!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 5k 204
Prego, gentile utente. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza
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