Dipendenza spirituale

Salve a tutti,
vi ho scritto già un paio di mesi fà,ma rieccomi di nuovo qui.
Da due anni or sono,da quando sono uscita dalla grandiosita narcisistica,ho avuto una dissociazione causata da pensieri ossessivi molto forti e intensi,spaventosi direi, che mi hanno portanta in stati alterati di coscienza e a ritrovarmi senza spazio e senza tempo!Questi pensieri ossessivi sono stati causati venendo a conoscenza di tecniche meditative...Il mondo della meditazione mi ha spaeventata tantissimo,mi sembra qualcosa di disumano gia la sola idea che possa esistere una possibilita mentale diversa attraverso la quale gestire le proprie emozioni. La realta mi iniziò a sembrare un 'illusione, le emozioni il frutto di qualcosa di illusorio e addirittura controllabile a proprio piacimento,proprio perche posso scegliere di dissociarle ogni volta che voglio..Sono stata risucchiata da queste tecniche e non so piu come liberarmene.Ho perduto il senso della mia storia,me stessa,perche con la dissociazione ho annullato il mio passato,che sarebbe un qualcosa di inesistente,illusorio, e con esso anche la storia personale.Ho indagato la causa di tutto ciò con lo psicologo e so che mi deriva da mia madre.Mia madre sembra vivere in un distacco totale della realta',e questii pensieri ossessivi mi si sono presentati nel momento in cui stavo passando dall mia infanzia all'adolescenza,quindi mentre il mio inconscio si stava dirigendo al "nocciolo del problema" ,mia madre e l'identificazione con lei!Tutto cio si incrocia con la mia demotivazione e sfiducia nell'andare avanti nella terapia.Mi sento bene,addirittura a volte sto benissimo,ma sotto questo benessere a volte percepisco un sorta di inesistenza di tutto,forse è la depresione latente.Come si puo uscire da tutto ciò?Non riesco a dare un senso terapeutico alla mia storia personale ,il dolore mi spaventa,provo rabbia,tanta rabbia...ma anche sfiducia nella vita...Invece di canalizzare la rabbia verso i miei genitori,la canalizzo verso me stessa ,la vita o la terapia .IL mio passato mi sembra migliore del mio futuro,prima avevo me stessa,le mia battaglie con la mia famiglia,ora piu nulla.E' davvero strano,io dovrei essere felice di poter guarire ,di andare avnti,invece mi sembra di avere nostalgia del passato e di quelle mie battaglie e di non riuscire a immiginarm felice in un futuro con una ruolo diverso.Vivo nel'assurdità.Ho anche pensato di rivolgermi all'ipnotista,non perhce mi piaccia l'ipnosi,anzi ne ho anche un pò paura,ma mi sembra l'ultima spiaggia da seguire.Voi cosa mi consilgiate?Cosa pensate di tutto cio'?
Vi ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Carissima,

ben tornata.

Le domande che ci pone sono molto specifiche e non possono ottenere risposta da chi, come noi, non conosce di persona lei nè la sua storia nel dettaglio.

Da quanto mi sembra di capire sta continuando la terapia: è così?
Sta assumendo farmaci?

Come mai ha iniziato a fare meditazione?
Le è stato consigliato da qualcuno?

In che senso vorrebbe rivolgersi ad un ipnotista come "ultima spiaggia da seguire"?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Si sto continuando a fare terapia. Specifico anche che la mia non e' stata una vera meditazione.In realta' ne fui incuriosita leggendo un libro sul narcisismo e si consigliava la meditazione come tecnica per gestire l'emotivita'.Ne sono stata all'inizio incuriosita ,poi,quando iniziai a capire di cosa si trattava,ne sono stata spaventata.All'inizo non mi rendevo conto di cosa fosse.
Dovrei fare io qualcosa per me stessa,ma mi sento in una situazione piu grande i me.Putroppo non ho molto dimestichezza con l'emotività,e la solitudine riesco solo ad evitarla,cosa che mi riesce benissimo.
Penso all'ipnosi,perche' non so piu a cosa aggrapparmi e solo con la terapia non riesco ad andare avanti.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ne ha parlato con il suo psicoterapeuta?
Senza conoscerla è impossibile dire se il suo malessere è legato al discorso che si faceva nel precedente consulto, e quindi al pensiero di affrontare una vita nuova e diversa e di dover riconoscere dei meriti a chi la sta aiutando, o se questa specifica terapia è giunta al capolinea perchè non ha effettivamente più nulla da darle.

Al momento sta assumendo dei farmaci?
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Assumo un antidepressivo da un anno prescritto dal mio psichiatra.
Ho accennato questa cosa dell'ipnotista al mio psicologo un anno fa',poi abbandonai l'idea perche' iniziai a capire da cosa mi provenivano quei pensierie quindi intravidi uno spiraglio di luce,ma anche perchè l'ipnosi mi spaventa e non la sento affine a me come metodo.La penso come soluzione disperata!E' come se volessi qualcosa di magico che mi tira fuori di qui!
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
In che senso questa terapia specifica potrebbe non avere piu nulla da darmi?
A volte vorrei sentirmi piu sostenuta e aiutata,ho avuto anche dei forti transfert col mio teraputa,l'ho messo indubbio.Ma per me e' difficile capire e iterpretare questa mia situazione.So che ho delle forti resistenze la cambiamento e alla guarione,ma non so dire in che misura sia imputabile al tipo di terapia che sto seguendo,a chi mi segue o a me stessa... Non so piu nulla.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Ci può dire cosa pensa il suo psicoterapeuta di quello che ci sta riferendo?

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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Lui pensa che ripsetto al mio problema posso muovermi attraverso dei piccoli passettini ,che ogni tanto faccio,pensa che quella che ho vissuto con lui sia dovuto ad un transfert.
Mi vivo la strana sensazione di "dover andare via da me stessa"guarendo...e non capisco.Mi viene da pensare che i miei genitori hanno avuto ragione,che le cose nella vita accadono e che non dipendono dal mio passato...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
I suoi genitori non sono qualificati per fornire un parere sulla situazione, si esprimono in base al proprio buon senso e anche al desiderio di non sentirsi minimamente responsabili per ciò che le sta accadendo.


"vivo la strana sensazione di "dover andare via da me stessa" guarendo...e non capisco"

In realtà è molto semplice: lei è stata male per tanti anni e questo fa attualmente parte della sua identità, poichè ha sofferto molto nel periodo in cui la sua identità adulta si stava delinenando, ed è per così dire "abituata" a star male e ad avere dei problemi.

Di conseguenza il pensiero di cambiare le suscita non solo l'interrogativo di "cosa" può diventare, ma anche la sensazione di avventurarsi in una nuova modalità dell'essere che non ha ancora conosciuto e che la spaventa, perchè non fa ancora parte di lei.
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dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
La ringrazia tantissimo Dott.ssa Massaro,mi rincuora parlare con lei,riesce sempre a cogliere il punto della situazione.In effetti questa cosa me l'ha detta anche il mio psicologo,ma io ho sempre bisogno di verificare per conto mio,putroppo non so fidarmi sempre e fino in fondo degli altri, soprattutto se questi altri sono le persone che repute piu vicine,o quelle dalle quali piu mi aspetto.
Secondo lei avrei ancora qualche possibilita' di aiutare me stessa?

So di persone che non riescono ad elaborare e si ritrovano con una terapia fallita,,non voglio essere la causa del mio male,vorrei potermi dare quel riscatto di vita che fin da bambina ho voluto per me,per fare questo però dovri svegliarmi da questo lungo sonno,da questo annebbiamento,mi sento come se mi avessere fatto un lavaggio del cervello e penso tutto il contario di quello che credevo in precedenza,compresa "la non responsablità del passato e dei miei genitori,negli ultimi tempi, mi sento io la colpevole,io quella incapace di ricoscere dei bisogni,ma anche di di separarsi.

Attraverso quale processo potrei arrivare a disaffezionarmi al malessere e ai problemi e sentire la guarigone come "buona".Ma immagino debba scattarmi qualcosa dentro!.

Voglio chiederle anche un parere sul rapporto col mio terapeuta:
Io sono molto legata a lui,penso che si davvero in gamba e professionale,qualche volta ho dubitato di lui perche' mi sono senita poco capita e avrei voluta una sua maggiore partecipazione ,o anche maggiore dolcezza,invece a volte mi e' sembrato ironico e troppo diretto,.Questa cosa mi ha fatta stare male e ancora oggi mi interrogo,ho anche immaginato come sarebbe andare da un altro terapeuta,ma se da una parte mi piace immaginare la sensazione di perfetta accolgienza,dall'latra provo tristezza e mi vivo come fallimento e abbandono lasciare il mio attuale terapeuta,come un 'ennesima sconfitta.Sento che mi vuole bene e anche io gli ne voglio,so che è sincero con i suoi pazienti e gli credo.Ma a volte non so cosa pensare,sicuramente riparlerò meglio con lui di questi miei dubbi.
Faccio un pensiero bizzarro:mi ammalero a causa sua,perche in una circostanza in cui non mi sentti capita iniziai a fumare tantissimo;la paura e' quella che si possa avverarae un'altra mia profezia negativa cioe' morire per copla del mio teraputa,ecosì non guarirò mai neppure dall'ipocondria!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Secondo lei avrei ancora qualche possibilita' di aiutare me stessa?"

Non solo ne ha la possibilità, ma la sta gradualmente realizzando non avendo mollato la psicoterapia attuale.
Ho però l'impressione che la terapia non basti e che sia necessario che lei faccia qualcosa per non avere più così tanto tempo ed energie da investire in rimuginazioni ossessive che la danneggiano solamente.
Cosa fa nella vita?
Come passa la giornata?


"non so fidarmi sempre e fino in fondo degli altri, soprattutto se questi altri sono le persone che repute piu vicine, o quelle dalle quali piu mi aspetto"

Questo è un residuo narcisistico: si aspetta così tanto dagli altri proprio per esserne inevitabilmente delusa, cosa che non può non accadere perchè le sue aspettative sono irrealistiche.

Il problema sta a monte: per non ammettere a sè stessa il valore degli altri fa (involontariamente) in modo di confermare a sè stessa che nessuno di loro vale poi molto.
Questo accade ovviamente con le persone a lei più prossime, perchè sono quelle che le pongono il problema del confronto con lei, mentre gli estranei non rappresentano un "pericolo" riguardo alla possibilità che lei si senta sminuita riconoscendone il valore, perchè sono troppo lontani per contare davvero.

Il punto secondo me è uno solo riguardo sia a questo, sia al rapporto con il suo psicoterapeuta:

"sono molto legata a lui,penso che si davvero in gamba e professionale,qualche volta ho dubitato di lui perche' mi sono senita poco capita e avrei voluta una sua maggiore partecipazione, o anche maggiore dolcezza, invece a volte mi e' sembrato ironico e troppo diretto"

"in una circostanza in cui non mi sentii capita iniziai a fumare tantissimo".

Lei pretende dal rapporto la perfezione e l'assenza di alti e bassi, ma questo non è realistico.
Di conseguenza sta "in agguato" ad aspettare una mossa falsa o un comportamento al di sotto dello standard per trovare conferme al disvalore dello psicologo e anche degli altri a lei vicini.

Sarebbe molto utile che cominciasse a sforzarsi di ragionare non per categorie di opposti (buono/cattivo, utile/inutile,...), ma per livelli quantitativi, iniziando cioè ad introdurre il concetto di "quanto" una certa cosa o persona è buona o cattiva, utile o inutile, e così via.

Questo agevolerebbe efficacemente lo sviluppo di una visione più realistica delle persone con le quali ha a che fare, e anche di sè stessa, consentendole di non reagire come ci ha descritto ai singoli comportamenti o episodi che si allontanano dal suo ideale.

[#11]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Rieccomi,con un pò di ritardo.Genil Dottoressa putroppo sono consapevole delle mie aspettive e soprattutto delle mie paure che scattano nel rapporto con l'altro.
La cosa che mi preme e che credo sia uno dei primi scolgi di sblocco e' passare da questo stato di "finta"autosufficienza,una specie di autarchia emotiva nella quale vivo da molto tempo ,e che solo adesso inizio ad accorgermi di avere.Ho sinceramente paura di sbloccarmi e perdere il controllo,per molto tempo ho creduto di aver imparato a comportarmi con gli altri,riconoscendo loro i prorpi spazi e non avendo pretese,credevo che questa fosse autonomia e libertà,invece a quanto pare mi sono sbagliata,per me, si tratta ancora di distacco emotivo.
Fino a quando c'è distacco riesco a guardare l'altro con lucidita',altrimenti vado in confusione!Provo ad immaginarmi in una relazione....mi chiedo se sapro' legarmi davvero o se i miei saranno solo innammoramenti.
Io la ringrazio ancora per avermi ascoltata e per avermi dato un suo punto di vista sulla mia attuale asituazione!Il suo terzo parere lo reputo prezioso...
La ringrazio.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Ho sinceramente paura di sbloccarmi e perdere il controllo"

Questa paura la danneggia perchè la trattiene sulla base di un'aspettativa negativa e irrealistica, e cioè dell'idea che se abbandonasse un estremo si ritroverebbe sbalzata all'altro.

In realtà avvicinarsi di più agli altri e ammettere che non può vivere in uno stato di isolamento narcisistico non significa lasciarsi travolgere, anche se questo ora non le è chiaro nè le risulta semplice.
Dovrà "solo" apprendere il modo migliore per riuscire a farlo.
[#13]
dopo
Attivo dal 2009 al 2023
Ex utente
Mi collego dopo qualche giorno senza Pc.In effetti sì...devo imparare a percepirmi piu' umana e accettare che nella vita al di là dello stallo esistono anche i cambiamenti e possono essere anche positivi,,oltre che neccesari!E' dura...e paradossale attendere per tanto tempo il cambimanto e poi tremare come una foglia quando si è sul punto dipotrlo fare!
Intanto... ancora grazie!
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Non è paradossale, se mai è normale: i cambiamenti importanti possono spaventare, anche quando sono positivi.
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