Continuare ad andare dallo psicologo anche a problemi risolti

Buona sera dottori. Torno ad approfittare della vostra disponibilità ed a chiedervi un parere. Tre anni fa cominciai a soffrire di una fastidiosa ansia e per questo, dopo alcune vicende, ho iniziato a seguire una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale. L'ansia mi è passata del tutto dopo qualche mese ed io ho continuato a seguire la terapia, un po perchè mi ero trovato bene, un po perchè sotto sotto temevo mi potesse tornare.Fatto sta che è passato molto tempo ed io continuo a vedere la mia terapeuta, anche se la frequenza è abbastanza ridotta; mediamente una volta ogni 20 gironi, ormai da tanto. Durante le sedute, con la terapeuta parliamo di quella che è attualmente la mia vita: Mi aiuta a restare concentrato sullo studio, a stare appresso agli esami di turno, a gestire il rapporto con alcuni amici, o qualche volta con i miei famigliari, a relazionarmi con l'altro sesso, se capita ad incassare qualche due di picche, e magari raramente anche a darli.. Insomma tutte cose che potrebbero certamente essere fatte meglio, ma che comunque con tutto il loro carico di imperfezioni, sbagli, piccole e momentanee gioie, fanno parte di una vita secondo me assolutamente normale. C'è un piccolo però..non so se per un mio "antico retaggio culturale" o altro, a me in fondo in fondo, è rimasta l'idea che dallo psicologo ci vanno se non proprio i matti, quanto meno i deboli..quelli patologicamente deboli per intenderci. A volte ci penso, la cosa mi da un po fastidio e mi domando.."ma possibile che vada ancora dallo psicologo??" La risposta che mi sono dato e che debolezze ne abbiamo tutti, che io ho deciso di affrontarle in questo modo per vivere meglio, che probabilmente riuscirei benissimo a farne a meno, ma sarebbe tutto un pochino più pesante e che la qualità della mia vita finirebbe per abbassarsi. Insomma per me è come decidere di concedersi un lusso. Ora vi chiedo, ma è sensato tutto questo?? O magari se vado dallo psicologo c'è per forza qualcosa di patologico ed io manco lo so..o peggio mi sono fatto questi ragionamenti per giustificare quasi una sorta di "dipendenza" ?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Lei sta continuando ad andare dallo psicologo, verosimilmente, perché non ha risolto il suo problema d'ansia o di dipendenza.

Lo psicoterapeuta fa (dovrebbe fare) l'ingrato mestiere di rendersi inutile ai suoi pazienti. Perciò se ancora continua ad andare in terapia potrebbe essersi innescato un meccanismo collusivo fra lei e la terapeuta.

Ne avete discusso?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Arrivato a questo punto, Lei dovrebbe avere tutti quegli strumenti che Le permettono di vivere serenamente la Sua vita, senza il bisogno di vedere lo psicoterapeuta una volta ogni 20 giorni per le questioni che ci ha indicato.

Mi pare di capire che gli obiettivi terapeutici sono stati raggiunti, dico bene? Che cosa pensa potrebbe accadere se chiudesse la terapia? Che cosa Le serve ancora dalla terapia?

Credo che la scelta più saggia dovrebbe essere quella di discutere della questione con il terapeuta, manifestando anche tutte le Sue perplessità e timori sulla chiusura.

E' vero che la chiusura della terapia è una fase delicata e probabilmente il fatto di non riuscirci fa a toccare qualche Suo aspetto, ma proprio per questa ragione va vista insieme al terapeuta.

Un cordiale saluto,
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dopo
Utente
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Inanzi tutto grazie delle risposte.
@Dott Santonocito. Premetto che essendo il paziente non tocca a me stabilirlo, ma che non abbia risolto il problema d'ansia mi pare inverosimile. Non ne ho il benchè minimo cenno da più di due anni, e grazie al percorso fatto fino ad ora so anche abbastanza bene il come e perchè mi sia venuta. Quando è che risolta allora? Cosa intende per meccanismo collusivo? No non ne abbiamo discusso.

@Dottoressa Pileci. Cosa penso potrebbe accadere se smettessi? Bhe come ho gia scritto potrebbe esserci un peggioramento generale della qualità della mia vita. Tenderei a distrarmi maggiormente e magari ci metterei di più a fare gli esami, difficile dire quanto...gia ora non è che sia velocissimo.. Forse sarebbe più difficile relazionarsi con gli altri, con le ragazze in particolare, forse ci starei più male per un "no" ricevuto...FORSE. In realtà non lo so. D'altra parte penso che la sicurezza in queste cose venga anche con l'età. Il punto è che mi sento più sereno, di progressi ne ho fatti e se continuo ad andarci e perchè spero di farne ancora. Fa sempre comodo avere parei dall' occhio esterno di una persona esperta. Mi pare di essermi posto degli obbiettivi..che so..raggiungere la laurea, (o almeno arrivare a completare gli esami più difficili), FORSE e sottolineo FORSE trovare la persona giusta con cui riuscire a costruire una relazione appagante sotto tutti gli aspetti..Ma poi a pensarci bene, per stabilire quando è ora di smettere, non ha senso porsi questo tipo di obbiettivi, perchè quando li avrò raggiunti ce ne saranno di altri, e non si può andare avanti all'infinito. Per cui devo capire se ha senso andarci per le ragioni di cui sopra..(e in questo mi serve il vostro parere) xchè altrimenti potrebbe voler dire solo due cose; O che sono ancora malato (a mia insaputa) o che mi trovo in una situazione di " plagio" (seppure a fin di bene) o comunque dipendenza...ed entrambe le cose non mi piacciono nemmeno un po!

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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<che non abbia risolto il problema d'ansia mi pare inverosimile. Non ne ho il benchè minimo cenno da più di due anni>>

Forse da così tanto tempo non ha più manifestazioni eclatanti di ansia, ma a mio modesto parere tutte le preoccupazioni e le anticipazioni negative che descrive e che la tengono incollata alla sedia della psicoterapeuta e non le consentono di camminare con le sue gambe, sono proprio espressione di una modalità ansiosa di vivere ed interpretare gli eventi.
Inoltre, proprio perché è Lei il paziente, sta a Lei verificare se il percorso effettuato ha avuto pienamente i suoi frutti oppure no, se gli obiettivi che intendeva perseguire sono stati raggiunti o se manca ancora un tratto di strada.


Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Premetto che essendo il paziente non tocca a me stabilirlo
>>>

E perché? Non è che quando si va dallo psicologo si diventa "prigionieri" finché non si viene liberati. Si può in qualunque modo e autonomamente decidere di smettere di andarci. Ma se lei non riesce a farlo, ciò evidentemente indica qualcosa.

>>> ma che non abbia risolto il problema d'ansia mi pare inverosimile
>>>

E allora come mai continua ad andare dallo psicologo?

Probabilmente perché, se smettesse, l'ansia le ritornerebbe. Probabilmente lei sta usando le sedute come un tranquillante, cioè come un sostegno, che aiuta a tirare a campare ma non risolve il problema, cioè il modo meno produttivo di usare l'aiuto psicologico. Specialmente considerando che l'ansia *può* essere risolta attraverso la psicoterapia. Sempre se si tratta di ansia, è chiaro, noi da qui non possiamo saperlo.

>>> so anche abbastanza bene il come e perchè mi sia venuta
>>>

Che è la cosa meno utile da sapere. L'ansia non occorre affatto sapere da dove viene. Occorre risolverla.

>>> Cosa intende per meccanismo collusivo?
>>>

"Collusione" è un termine che indica una forma di tacito accordo fra paziente e terapeuta. In questo caso sembra che lo psicologo si sia adattato a continuare a farla venire, e che lei si sia adattato a rassegnarsi a non poterne fare a meno. In altre parole il suo andare lì è probabilmente diventato fine a se stesso, non risolve il problema ma anzi lo mantiene in vita, cioè collude con esso.

>>> No non ne abbiamo discusso.
>>>

Bene, credo che dovreste farlo.
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