Ansia o altro

Salve,

Volevo delucidaIoni riguardo alcuni sintomi che ho nell'ultimo periodo.
Un paio di mesi fa ho avuto persistente dispnea associata a tosse,nodo alla gola,tremolio e sensazione di "cuore in gola".
Nonostante pian piano la situazione sia migliorata a volte ho la sensazione di essere iperadrenalinico e nella zona cardiaca ho la sensazione che ci sia "qualcosa che non va'".Ovviamente ho effettuato tutti gli esami cardiaci e respiratori inerenti ai miei sintomi( ECG ,ECG sotto sforzo, eco color doppler ,spirometria,esami sangue,rx torace ed esame allergologico) con esiti tutti soddisfacenti( a parte allergia per acaro polvere)
Vista la persistenza dei sintomi, seppur in forma minore e comunque sopportabile(comunque sempre presenti con intensità variabile)sto andando da una psicoterapeuta da quindi un paio di mesi circa.
Io volevo solo sapere se il tutto poteva essere causato dall'ansia oppure ho "tralasciato" qualche esame da fare. Parlando con la psicoterapeuta mi ha detto che si è' possibile che il tutto sia legato all'ansia ma io volevo semplicemente sapere se io devo rimanere qua inerme effettuando sedute di psicoterapia nell'attesa che tutto passi oppure posso fare qualcosa di concreto( la psicoterapia da me effettuata non utilizza psicofarmaci)?????
Inoltre volevo fare questa considerazione ....mi hanno detto che non c'è ovviamente un esame per calcolare l'ansia...ma allora,ditemi se sbaglio,nel caso prendessi ansiolitici ma i sintomi permangono sarebbe il "tutto" dovuto a qualcosa di organico al momento non precisato???cioè il mio ragionamento e': visto che non posso verificare se sono ansioso o meno( io non sono ansioso ma mi dicono che queste cose capitano anche a gente non ansiosa) ,se prendo farmaci antiansia ma i sintomi permangono vuol dire che ho qualcosa che non va' a livello organico???e' sbagliato il,ragionamento ??
Grazie
[#1]
Dr.ssa Alessandra D'Alessio Psicologo, Psicoterapeuta 13
Caro utente,
gli attacchi di panico o i disturbi di ansia in generale sono delle modalità che la nostra mente usa per esprimere un disagio che non trova forma nelle parole ma solo attraverso il corpo.
Provando a mettermi nei panni di chi ne soffre immagino che non sia facile accettare che il corpo stia male anche se non ha nessuna malattia fisica! Ed immagino anche che non debba essere facile accettare che l'unica soluzione è lavorare gradualmente sulla mente, aspettando pazientemente di vedere i primi risultati.
Nessuno più della psicoterapeuta che la segue (proprio perchè conosce più approfonditamente la situazione) può darle indicazioni utili in merito all'assunzione o meno di ansiolitici. Ha provato a parlarle di queste sue perplessità? E soprattutto ha provato a chiedersi e a ragionare con lei sul come mai è così difficile fidarsi della terapia?
Uno dei problemi che causano i disturbi d'ansia è il loro ripresentarsi senza poter essere previsti che causa in chi ne soffre una percezione di perdere il controllo...forse questa percezione di non avere il controllo alimenta anche tutte le perplessità sull'utilità del lavoro psicoterapico. Si confronti con la collega sono sicura troverete il modo per aiutarla a stare meglio.
Buon lavoro!

PS: dalla terminologia che usa sembra sia già ben documentato, provo comunque ad allegarle un articolo di una collega che mi sembra ben esplicativo.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Dr.ssa Alessandra DAlessio

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dottoressa,la ringrazio.
Mi sono documentato notevolmente perché voglio conoscere "il mio avversario". Il mio problema e' opposto ossia il fatto che l'ansia può,da quanto capito," essere tutto" nel senso che può teoricamente manifestarsi si sotto molteplici sintomi e ciò mi spaventa perché ,essendo un tipo molto pratico,non so' mai se trascuro un male organico oppure è' "solamente" ansia.
Ho espresso tutte le mie perplessità e tutte le mie migliaia di domande alla mia psicoterapeuta ma la sintomatologia dell'ansia,pur non escludendomi nessuna attività , mi crea disagio personale perché " sento" che c'è .
Riguardo invece la mia considerazione lei invece che ne pensa??ossia se combatto ansia con ansiolitici ma i sintomi permangono e'allora un malessere di origine organica??
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

l'ansia, come tutte le emozioni, si esprimono sul corpo, perchè questa attivazione somatica serve a noi come un "segnale" per capire che cosa accade dentro di noi o fuori e perchè intanto il corpo si prepara alla reazione più opportuna per preservare la vita.

Ad esempio, nel caso dell'ansia, il corpo si prepara alla fuga (dal pericolo) o all'attacco (verso un pericolo): si tratta di un meccanismo molto arcaico che però è annidato nel nostro cervello ed è in comune con gli altri mammiferi. In altre parole facciamo, se minacciati, quello che farebbe un qualunque mammifero: attacca o fugge.

La persona ansiosa è spaventata davanti a questa reazione perchè NON è in grado di leggerla in maniera accurata, infatti è alessitimico.
D'altra parte, prima di un esame o di una prova, tutti proviamo ansia ed è fisiologico. A questo punto il farmaco potrebbe aiutare a controllare questa attivazione, ma è anche vero che il soggetto ansioso può imparare a riconoscere e gestire i propri stati interni anche senza farmaco, come mi pare abbia valutato il curante.

Che tipo di psicoterapia sta facendo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
Dr.ssa Alessandra D'Alessio Psicologo, Psicoterapeuta 13
Caro utente,
questo disagio è davvero forte...ed anche nel suo scrivere mi sembra di cogliere "il suo essere in ansia".
Anche senza farmaci lei già sta facendo qualcosa per combattere il suo avversario!
Però deve crederci! La sua domanda lascia trapelare una mancanza di fiducia in quello che sta facendo, sembra alla disperata ricerca di una causa che si possa toccare, vedere e curare rapidamente...ma purtroppo il suo avversario è duro da stanare e lento da curare.
Il suo discorso su un piano logico fila alla perfezione ma su un piano psicoterapico potrebbe essere letto come una resistenza verso la terapia che non la fa andare avanti di un passo.
Se i dubbi sono così forti e sente con impellenza la necessità di una risposta a questa domanda concordi con la sua terapeuta un eventuale consulto con uno psichiatra in modo da valutare con loro l'assunzione di un farmaco ma rifletta anche su quanto il suo atteggiamento (intendo la ricerca ostinata di una causa organica) non le impedisca di lavorare in terapia e cercare di stare meglio.
Torno a ribadire che se ha deciso di intraprendere un percorso è importante che piano piano costruisca un rapporto di fiducia con la persona che la segue, se ciò non accade qualcosa non sta funzionando nella terapia, non necessariamente a causa di una sua mancanza, ed allora è necessario capire cosa altrimenti invece di migliorare resta in balia del suo disagio.
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dottoressa Pileci,

direi,a mio parere,inesatto chiedermi che tipo di terapia io stia svolgendo e soprattutto è' sbagliato pensare che è' stata valutazione del curante non darmi farmaci/ansiolitici. La terapia che io sto svolgendo non ha un nome( o almeno io non l' ho sentito) ....semplicemente faccio sedute dove racconto ciò che mi va di raccontare e insieme alla psicoterapeuta mi soffermo su alcuni punti specifici per analizzarli meglio...non so' se ha un nome questo tipo di terapia :) .....inoltre non è' stata valutazione della psicoterapeuta non assegnarmi farmaci in quanto alla prima seduta mi ha subito detto che il suo tipo di "cura" non lo prevede( poi non so' se in realtà non lo prevede perché non ha la possibilità di presciverli visto che mi pare dipenda dal tipo di percorso universitario fatto)...quindi la sua non e' stata una scelta fra darmi o men o ansiolitici/farmaci ...semplicemente non lo prevede.
Infine,nonostante abbia capito il suo intervento, volevo entrare nello specifico della sua ultima frase ossia" il soggetto ansioso può anche conoscere e gestire i sintomi"....mi soffermo perché volevo sapere un suo parere( non so se le linee guida del sito lo permettano) perché il fatto di "gestirle o meno" non dovrebbe essere scelto dal paziente???cioè forse( o probabilmente) soffro d'ansia...vado dallo psicoterapeuta per dei sintomi....potrò scegliere io o no se questi sintomi li voglio gestire o "sopprimere" con dei farmaci????cioe chi sta male e' il paziente,se a me i sintomi ,anche minimi,danno fastidio che controindicazioni ci sono nell'utilizzo dei farmaci/ansiolitici continuando ovviamente anche la psicoterapia???non vedo controindicazioni,a mia ignoranza ovviamente poi siete voi gli esperti....tralasciando il fatto che uno debba comunque utilizzare il farmaco in maniera adeguata senza diventarne dipendente o abusare,quindi sto ragionando rimanendo quindi nel "buon senso".

La ringrazio
[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dottoressa D'Alessio,

Come ho già le mie domande o insicurezze alla mia psicoterapeuta le ho già esposte e ne abbiamo già parlato più volte.
Ho detto anche a lei ( mia psicoterapeuta)che non credo nella psicoterapia proprio perché non ho in maniera tangibile dei riscontri,mi pare tutto molto aleatorio poi ovviamente so' che non è' così ma la mia sensazione e' quella perché sono un tipo molto pratico come le dicevo prima.
Ciò però non significa che io non mi sforzi durante le sedute,dico solo( e mi pare normale) che preferirei una maniera più pratica di approcci are il problema ma a quanto pare non c'è' visto che,se uno è' in preda ad ansia,si va da uno psicoterapeuta.
A me disturba,come detto da lei,il fatto che la cura sia lenta e l'avversario duro da stanare. Diciamo che come approccio sono per "trovata causa,agiamo subito per sistemare tutto" . La lentezza( dovuta) diciamo non mi si addice specialmente se alla base c'è un problema.
Io mi sto impegnando nelle sedute che ,tanto per specificare,sono già 6 però vorrei anche migliorare non solo "gestire" il sintomo tutto qua'.
Ringrazio entrambe per il tempo che avete "perso" nel rispondermi.
Grazie mille
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Scusate per ortografia e grammatica ma iPad cambia parole a caso anche se il concetto penso sia intuibile!
[#8]
Dr.ssa Alessandra D'Alessio Psicologo, Psicoterapeuta 13
in bocca al lupo in questa dura battaglia!
[#9]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sul contratto terapeutico, se ha cominciato una psicoterapia, è indicato l'orientamento e la metodologia seguita dalla Sua terapeuta, insieme alle modalità, tempi, parcella, ecc...
La valutazione è stata fatta perchè, sebbene lo psicologo psicoterapeuta NON possa prescrivere alcun farmaco, valuta se inviare il pz che soffre d'ansia ANCHE da uno psichiatra per una consulenza.

Per quanto riguarda la gestione del sintomo (che sia la "soppressione" o il loro riconoscimento, ecc...) certamente è una scelta del pz: ci sono anche dei pz. che non giungono mai nei nostri ambulatori perchè preferiscono il fai da te o l'utilizzo del farmaco, ecc...

Dal momento però che Lei sta già facendo una psicoterapia pare che la Sua terapeuta abbia ritenuto utile per Lei procedere in questa maniera e senza il farmaco: eventualmente può provare a chiedere.
Tuttavia il mio consiglio è in genere quello di affiancare una psicoterapia anche alla cura farmacologica per l'ansia, in quanto è importante che il pz. si lasci aiutare dal terapeuta per giungere ad un nuovo e più funzionale equilibrio e che riesca attivamente a gestire il sintomo, dopo aver compreso il proprio modo di funzionare.

Cordiali saluti,

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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