Autolesionismo, sfiducia, ansia, problemi ad integrarsi e di autostima

Scrivo qui perché non ho il coraggio di presentarmi ad un consultorio.
La mia adolescenza è sempre stata incasinata fin dalle medie: sono stata vittima di bullismo e questo mi ha lasciata con una scarsissima autostima. A quattordici anni ho iniziato a tagliarmi, per qualche mese sembravo pure sul punto di cadere nei disturbi alimentari, poi mi sono ripresa. Vado avanti da allora con crisi autolesionistiche una volta al mese (so che è poco rispetto agli altri, però non sono mai riuscita a guarire totalmente).
Dall'inizio del liceo ho iniziato pure a provare ansia sempre più spesso e ad avere il sonno disturbato: mi addormento oltre mezzanotte e mi sveglio anche sei volte a notte, ho sempre incubi.
Non ho amici per colpa del mio carattere, non ho mai avuto un ragazzo, seppur abbia avuto qualche possibilità perché tendo ad allontanare chiunque, anche involontariamente. La mia autostima è bassissima, ogni volta che provo a parlare con qualche mio coetaneo ho paura di sbagliare qualcosa e mi metto a balbettare, questo mi ha portata al rifugiarmi in internet e a fuggire da tutte le persone che conosco.
Mi sento come se volessi sparire da ormai dieci anni. E dire che vorrei riuscire a stare bene, ci provo da anni ma non ci riesco.

Per concludere, c'è una paura che mi porto dietro da tempo: buona parte della mia famiglia è schizofrenica. Ho paura che un giorno lo diventi anche io, se non chiedo aiuto in tempo.
Chiedo subito scusa per il lungo scritto.
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
dovrebbe prendersi cura di sé, da troppo tempo tempo trascina malessere e sofferenza.

Prenda per mano quella sua voglia di stare bene, trovi il coraggio per rivolgersi a una struttura pubblica ASL, troverà chi la potrà accompagnare a far pace con il suo dolore, a ritrovare migliore benessere, ad affacciarsi alla vita con speranza.

Ci vuole dire qualcosa in più su cosa fa nella vita, sulla sua famiglia?

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Angela Sarracino Psicologo, Psicoterapeuta 178 5
Gentile ragazza,
il suo scritto è ricco di elementi su cui lavorare, ma come ben può immaginare è difficile farlo scrivendo ad un pc, senza guardare in faccia la persona che parla. Quello che mi viene da consigliarle è di trovare un pò di coraggio e provare a rivolgersi ad un collega, così che insieme possiate sedare la sua ansia e le sue paure. Tenga presente, e non glielo dico per deprimerla, che chiudendosi in se stessa, utilizzando dei rimedi fai da te, di certo non potrà risolvere i suoi problemi. Talvolta, quando abbiamo la sensazione di essere finite in un vicolo cieco, dobbiamo per forza farci aiutare da qualcuno a trovare la giusta via.
Lei infine si scusa per il lungo scritto. in verità dispiace più a me non avere la pillola magica per risolvere i problemi a distanza, quindi la invito, realmente a provare a farsi aiutare. Vedrà che dopo un buon percorso terapeutico, ritroverà l'amore per sè e per il suo corpo (che al momento sembra assente), il desiderio di riprendere a socializzare con il mondo esterno e perchè no, anche di innamorarsi.
In bocca al lupo
.

Dott.ssa Angela Sarracino
Psicologa - Psicoterapeuta - Sessuologa clinica
www.sipsec.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2017
Ex utente
Grazia ad entrambi per le risposte veloci. Cercherò di rivolgermi ad un consultorio, anche se ho paura fin a chiedere informazioni alla centralinista dell'asl.

Riguardo alla mia famiglia e alla schizofrenia, purtroppo so poco o niente perché queste informazioni sono sempre state tenute "nascoste".
Mia nonna nel 2002 si è gettata dal balcone di un secondo piano, sopravvivendo per miracolo. I medici non hanno mai capito se c'era davvero intenzione di suicidio o è stato tutto frutto di una visione (fuga da un assassino o, hanno ipotizzato, vedere qualcosa di piacevole come un campo in fiore al posto del vuoto.) La schizofrenia le è stata riconosciuta come tale attorno ai suoi 25 anni e le è stata proposta una cura farmacologica. (Purtroppo non so dire quale, fa parte delle informazioni "non accessibili alla figlia", anche se dopo i due anni di pausa per cercare di gestire lo stress mi iscriverò a Medicina, sigh).
Lo stesso per la mia prozia, sempre da lato di madre, che però è morta un paio di anni fa.
Io e mio padre teniamo d'occhio mia madre. Se ricordo bene, l'età di insurrezione è abbastanza presto ed è difficile che insorga a cinquant'anni, però immagini la paura quando questa mi ha detto che parla con un uomo morto da più di vent'anni e che ha premonizioni nei sogni! Inoltre ha anche attacchi di panico.
Non conosco con precisione "come funzioni" la malattia, ma un po' di paura per me stessa e la mia famiglia rimane.

Ancora grazie per l'aiuto.
[#4]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
la situazione familiare che descrive è certamente complessa e dolorosa, comprendo quanto possa essere pesante per lei accollarsi l'onere di tenere d'occhio, insieme a suo padre, la mamma che a quanto riferisce necessiterebbe di adeguato apporto specialistico.

<anche se ho paura fin a chiedere informazioni alla centralinista dell'asl.>
Senza paura non ci sarebbe coraggio, dunque faccia del suo timore la leva per prendersi cura di se stessa, lucidità e chiarezza non le difettano, anzi, sono grandi alleati per recuperare il suo benessere.
Uno specialista la potrà accompagnare a elaborare il suo dolore, a gestire in modo opportuno le dinamiche familiari in cui è coinvolta probabilmente alle radici della sua sofferenza, a vincere le paure che esprime.

I miei più cari auguri
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